Mercoledì, 04 Aprile 2018 03:35

Comune dell'Aquila, non c'è solo il mini esodo dei Ripam: pronti ad andare via anche dirigenti e funzionari di lungo corso

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Se non è una fuga di massa è qualcosa che le somiglia molto.

Dopo le ripetute denunce della Cgil sul mini esodo dei vincitori del concorsone Ripam, che stanno abbandonando il comune dell’Aquila (ma anche gli altri comuni del Cratere) in cerca di situazioni lavorative più stabili (ad andarsene, peraltro, non sono solo i precari ma anche gli assunti a tempo indeterminato), arriva un altro segnale che dà l’idea dell’aria da fuggi fuggi generale che si respira dentro l’ente.

Parliamo delle graduatorie degli ammessi alla procedura di mobilità volontaria a cui la Regione Abruzzo ha fatto ricorso per colmare le carenze di organico di alcuni settori.

Si tratta di vari profili professionali, dallo specialista amministrativo al dirigente amministrativo-contabile, dallo specialista ingegnere all’assistente informatico.

In totale le procedure attivate sono 16, per un totale di 64 posti (a tempo indeterminato) disponibili.

La determina dirigenziale del Servizio organizzazione e Selezione di autorizzazione al ricorso al bando di mobilità porta la data del 17 gennaio. I termini per presentare le domande, invece, sono scaduti lo scorso 16 febbraio.

Scorrendo gli elenchi degli ammessi, non si può non notare come, tra coloro che hanno superato la prima scrematura, ci siano non solo moltissimi lavoratori vincitori del concorso Ripam del 2012 ma anche diversi dipendenti storici del comune dell’Aquila – dirigenti, funzionari, impiegati - alcuni dei quali impiegati, fino a oggi, in posti e caselle chiave dell’ente.

Tra i concorrenti per i sei posti da dirigente amministrativo-contabile, ad esempio, c’è Ilda Coluzzi, dirigente responsabile, tra le altre cose, della Centrale unica di committenza del comune dell’Aquila e dell’ufficio controllo delle società partecipate. Non proprio una figura di seconda fascia, insomma, specie dopo la riorganizzazione della macchina comunale voluta da Biondi, che l'ha resa una delle dirigenti con più poteri (e potere).

Ancora, per l’unico posto da funzionario esperto ingegnere presso il soggetto aggregatore, in lizza c’è Mario Di Gregorio, attualmente funzionario nel settore Ambiente e Patrimonio ma già dirigente del servizio Emergenza sisma e ricostruzione nel post terremoto. Secondo alcuni rumors, Di Gregorio era uno dei candidati a succedere a Vittorio Fabrizi, il dirigente del settore ricostruzione prossimo alla pensione.

Spulciando le liste, si trovano anche i nomi di Giuseppe Galassi, ingegnere del Servizio Coordinamento Ricostruzione; Eugenio Vendrame, ex capo dei vigili urbani, attualmente distaccato al Parco nazionale del Gran Sasso; Fabrizio Caporale, già capo ufficio stampa del comune, oggi al Servizio demografico e affari generali. Figure di spicco, dipendenti di lungo corso. Ma la lista è lunga e comprende molti altri nomi.

La domanda è: perché tutta questa gente vuole andar via?

Se si possono capire le regioni dei Ripam, che, dinanzi al rischio di diventare degli esuberi alla scadenza del loro mandato, provano ad andare lì dove hanno prospettive di assunzione certe, più difficile è immaginare i motivi che hanno spinto, per esempio, una dirigente come Ilda Coluzzi o un funzionario come Mario Di Gregorio a partecipare alla procedura della Regione. A parità, peraltro, di retribuzione, visto che i posti messi a bando non prevedono aumenti salariali significativi.

Certo, ci sono sempre da considerare le aspirazioni individuali, il desiderio di provare a intraprendere nuovi percorsi professionali, a rimettersi in gioco dopo anni trascorsi nello stesso posto di lavoro, a scegliere, magari, un altro posto con carichi di lavoro meno stressanti.

Tuttavia, non si può non notare come tutto ciò accada proprio dopo l'entrata in vigore della nuova macrostruttura voluta da Biondi. Una riorganizzazione che, come NewsTown ha raccontato qualche settimana fa, non è stata indenne e che ha creato più di un malumore tra i dipendenti, soprattutto per una certa impronta accentratrice che il sindaco le ha voluto dare.

Non è da escludere, dunque, che il desiderio di andare via di molte figure, anche di quelle con una lunga anzianità di servizio, possa essere attribuito anche a questo clima di malcontento e di confusione instauratosi nei vari settori dell'ente per effetto della riforma voluta dalla nuva giunta.

Ultima modifica il Mercoledì, 04 Aprile 2018 17:26

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