Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere.
“Questa frase di José Saramago l’abbiamo trovata rispondente al clima emotivo che accompagna da oramai nove anni questa serata; senza memoria, non esistiamo. Se continuiamo ad essere padri, madri, sorelle, fratelli, zie, zii, cugine, cugini è soltanto grazie ai ricordi dei nostri cari che non abbiamo più accanto a noi. La frase di José Saramago restituisce anche il senso e l’importanza di una memoria collettiva; senza memoria, infatti, non esistiamo come comunità”.
Le parole di Ilaria Carosi del Comitato familiari Vittime del Terremoto hanno accolto alla Villa Comunale le migliaia di fiaccole che, nove anni dopo, hanno attraversato il cuore della città per commemorare i 309 martiri aquilani. Il corteo ha mosso i primi passi dal piazzale del Tribunale alle 22:52: innanzi a tutti i familiari, a seguire i comitati della rete ‘Non dimentichiamo’ giunti da Viareggio e Rigopiano, dai territori del centro Italia e da Torino, dalla terra dei fuochi e da San Giuliano di Puglia; dunque, le fiaccole di almeno 4mila aquilani e, a chiudere, le autorità, raccolte sotto i gonfaloni del Comune dell’Aquila e di Regione Abruzzo.
Oltre al sindaco Pierluigi Biondi e alla Giunta del capoluogo, al presidente dell’assise civica Roberto Tinari e ai consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, erano presenti il presidente della Giunta regionale e senatore Luciano D’Alfonso, il vice presidente Giovanni Lolli, i deputati aquilani Stefania Pezzopane e Luigi D’Eramo, il collega Antonio Martino, il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, i consiglieri Pierpaolo Pietrucci e Emilio Iampieri, i sindaci di Avezzano e Pescara, Gabriele De Angelis e Marco Alessandrini, alcuni tra i primi cittadini del cratere, il titolare dell’ufficio speciale della ricostruzione Raniero Fabrizi, il manager della Asl Rinaldo Tordera, l’ex sindaco Massimo Cialente, la rettrice dell’Università degli Studi dell’Aquila Paola Inverardi, il rettore del GSSI Eugenio Coccia, Gianni Letta e il capo dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli.
Alla fiaccolata ha partecipato anche la sottosegretaria del Governo con delega alla ricostruzione Paola De Micheli.
Senza memoria non esistiamo come comunità, ha sottolineato Ilaria Carosi; la memoria è stata il filo rosso che si è snodato nel tempo, lungo i nove anni più difficili per la città. “La memoria ha un valore enorme”, ha aggiunto Vincenzo Vittorini; “fino a quando non avremo un luogo della memoria, la fiaccolata avrà questo valore; un domani, allorquando, finalmente, la città avrà un luogo di commemorazione e raccoglimento, di tutti e per tutti, allora la fiaccolata assumerà un altro senso. D’altra parte, il corteo di quest’anno ha pure un altro significato: penso che la città stia diventando sempre più arida; ebbene, dobbiamo continuare a batterci, e con ancora maggiore forza, per prevenzione e sicurezza, verità e giustizia. Questo significa fare memoria”.
Non è un caso che la fiaccolata sia giunta alla Villa Comunale, innanzi a Piazzale Paoli, laddove il Comune dell’Aquila si è impegnato a realizzare il Parco della Memoria: lì, dopo la mezzanotte si sono letti i nomi delle 309 vittime del terremoto del 6 aprile 2009; lì, si sono ascoltate alcune delle loro storie. “E’ la mia prima fiaccolata da sindaco, la nona da cittadino”, le parole commosse di Pierluigi Biondi; “c’è un senso forte di raccoglimento, di dolore per chi non c’è più, altresì la voglia di tanta gente che sente ancora il bisogno di partecipare a questo rito, complicato, difficile, segno che la comunità è ancora unita, tiene a cuore la memoria, l’identità, e ha ancora voglia di combattere considerate le ultime vicende, compresa quella della restituzione delle tasse che non è opportuno trattare stasera ma che rappresenta l’ennesima ingiustizia che L’Aquila ha subito in questi anni”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Giovanni Lolli: “C’è il ricordo che non scompare, e vedere tanti giovani con la fiaccola in mano colpisce davvero; purtroppo, anche in una giornata così drammatica, triste, di profondo raccoglimento, siamo costretti a doverci confrontare con problemi serissimi, di cui, da dopo domani, dovremo ricominciare a parlare; un altro terremoto, stavolta economico: se dovessero pretendere indietro 70 milioni di euro, sarebbe come devastare, di nuovo, questo territorio ancora sofferente. Per questo siamo costretti a chiedere agli aquilani che, in questi giorni, vogliono raccogliersi nel dolore, e nei giorni successivi vorrebbero pensare ai tanti problemi della vita quotidiana, di scendere di nuovo in piazza, di protestare, alzare la voce per far sentire le nostre ragioni e scongiurare, così, l’ingiustizia clamorosa che stiamo per subire”.
“Credo che L’Aquila, in questi anni, abbia saputo dimostrare all’Italia che, qui, si è stati capaci di rimboccarsi le maniche; abbiamo aperto 14mila cantieri, ne abbiamo chiusi 12mila, investito 12miliardi per le Opere pubbliche, sul tema delle attività produttive abbiamo tanti esempi virtuosi anche grazie ad un atteggiamento della politica territoriale attivo, e non passivo”, ha sottolineato la sottosegretaria Paola De Micheli. “Abbiamo aggredito i problemi, provato a risolverli: ce ne sono alcuni ancora da risolvere, non ci sottraiamo, qualunque sia la nostra responsabilità nelle prossime settimane. Essere qui stasera è anche per dimostrare che il nostro impegno non verrà mai meno”, la promessa.
Angelo Borrelli: "Investire in prevenzione"
Il capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha inteso manifestare sentimenti di "vicinanza e di dolore: il terremoto del 6 aprile ha segnato il cuore degli italiani e il nostro, in particolare, che siamo arrivati in città immediatamente dopo il sisma; personalmente, ho vissuto a L'Aquila per 8 mesi, per provare ad alleviare le sofferenze del territorio", ha ricordato Borrelli. Che non ha mancato un accenno agli altri territori del centro Italia colpiti dalle scosse che si sono susseguite a cavallo tra il 2016 e il 2017: "altri eventi devastanti, con un altissimo numero di morti, e oltre 80mila eventi sismici che continuiamo ad avvertire; come Servizio nazionale di Protezione civile abbiamo dato il massimo dell'impegno, e ci auguriamo di aver corrispondere alle esigenze dei nostri concittadini".
Un ultimo accenno all'importanza della prevenzione, "innanzitutto strutturale: in questi territori, si sta procedendo con una ricostruzione che segue le più moderne tecniche edilizie. Non basta: è necessario pianificare ancor meglio l'azione di protezione civile, per ridurre al minimo gli effetti dei terremoti che interessano il nostro territorio".
La fotogallery di Roberto Ciuffini