Lunedì, 16 Aprile 2018 14:02

Restituzione tasse, le aziende più a rischio sono quelle dell'edilizia

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“Sono contento della partecipazione che c'è stata oggi. E’ importante capire che quello della restituzione delle tasse non è un problema che riguarda solo una cerchia ristretta di imprenditori. Sono coinvolte centinaia di famiglie e i contraccolpi sarebbero pesantissimi anche sul commercio”.

Ettore Barattelli è soddisfatto della risposta data dalla città alla mobilitazione di cui l’Ance L’Aquila, l’associazione costruttori da egli presieduta, è stata uno dei principali promotori e organizzatori.

“Le tante presenze di oggi testimoniano che il problema è entrato nella pelle di tutti i cittadini” afferma Barattelli “Sono felicissimo perché abbiamo portato in piazza centinaia di nostri operai, sono venuti colleghi da tutto l’Abruzzo, rappresentanze del mondo imprenditoriale e del commercio. Non poteva andare meglio di così”.

Le aziende a cui l’Unione europea ha intimato di pagare sono alcune centinaia. Ma nessuno, dicono gli imprenditori, può e deve sentirsi escluso.

“Il problema è di tutto il comprensorio” osserva Massimiliano Mari Fiamma di Api Industria, “Se vengono colpite le imprese, il corpo centrale dell’economia, ci saranno dei riflessi terribili sull’occupazione”.  

Tra le centinaia di aziende coinvolte si trova di tutto, dalle piccole e medie imprese ai grandi gruppi industriali fino ad arrivare alle partecipate del comune dell'Aquila.

“Certo”, dice Barattelli, “noi costruttori siamo la categoria più a rischio perché la morosità fiscale comporta, per un’azienda, l’impossibilità di partecipare alle gare d’appalto. Ne andrebbe proprio dell’operatività quotidiana. La mia società sarebbe costretta a bloccare gli investimenti futuri che aveva programmato”.

Un’idea di quello che potrebbe accadere la dà Gianni Frattale, predecessore di Ettore Barattelli ai vertici dell’Ance L’Aquila e proprietario della Edil Frair, una delle più grandi imprese edili del territorio, titolare, tra le altre cose, dell’appalto del primo stralcio del rifacimento dei sottoservizi in centro storico.

“Il mio gruppo, che deve restituire un milione e 800 mila euro” spiega Frattale “ attualmente impiega 30 amministrativi e circa 110 operai. Se dovremo realmente restituire quei soldi, dovremo pianificare un piano di risparmio da 300mila euro l’anno per cinque anni, il che vorrebbe dire tagliare almeno il 40/50% del personale amministrativo e assumere gli operai stagionalmente, a seconda delle esigenze, licenziandoli da settembre a marzo accollando i costi della disoccupazione allo Stato”.

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