Giovedì, 10 Maggio 2018 19:57

Impianti sci: SaveGranSasso e Progetto Montagna smentiscono i vertici del Parco

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Le associazioni Save Gran Sasso e Progetto Montagna smentiscono, in una nota congiunta, le affermazioni fatte dal presidente del Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga sul futuro degli impianti di risalita della montagna.

La nota completa

Ci sorprendono non poco le parole del Presidente del Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga comparse sul quotidiano “Il Centro” del 7 maggio 2018, in risposta al Consigliere Daniele Ferella promotore di una Commissione ad hoc sul futuro degli impianti di risalita del Gran Sasso.  

Delle risposte molto vaghe che lasciano aperti dubbi  di dimensioni pari all’intero Massiccio sul quale è preposto a relazionare.

Come si può asserire che sono in corso ancora delle verifiche sulle progettazioni quando sono trascorsi ormai 15 anni dall’approvazione del Piano Speciale Territoriale Scindarella-Montecristo e quasi due anni dall’inoltro degli elaborati e dalla richiesta del CTGS sulla fattibilità degli impianti previsti nel Piano d’Area e nel Piano Industriale? (Nota risalente al 7 ottobre 2016).

Non sono bastati, forse, tutti questi anni per capire se il Piano d’Area sia realizzabile oppure no?

E soprattutto perché, il Presidente, fa riferimento al grande obiettivo raggiunto con l’approvazione del Piano Del Parco salvo poi citare l’intesa con 40 comuni su 44 confermando che il cammino non è ancora terminato?

Considerato che la chiarezza, la trasparenza e la sincerità non fanno parte della storia del nostro Comprensorio, è doveroso da parte del nostro collettivo #SaveGranSasso fare chiarezza sull’intera vicenda:

- Il Piano del Parco è stato approvato soltanto dalla Regione Abruzzo nel giugno 2017, in pieno svolgimento della campagna elettorale per le passate comunali;
- Mancano ancora all’appello la Regione Marche e la Regione Umbria senza le quali il Piano del Parco non potrà essere operativo secondo quanto previsto dalla Legge 6 dicembre 1991, n. 394 art. 12 c. 8 - Legge quadro sulle aree protette;
- Stando così le cose restano in vigore a tutt’oggi le “norme di salvaguardia” , previste dalla legge di cui sopra, che non permettono la realizzazione delle opere previste dal Piano Speciale Territoriale.
- Quand’anche le suddette Regioni finalmente aderiranno a questo fondamentale strumento di pianificazione ambientale e urbanistica, ci saranno le stringenti normative europee, SIC e  ZPS, a bloccare .

Insomma, come al solito, l’Ente Parco per mezzo delle dichiarazioni del Presidente ha scelto di giocare a “nascondino”, imboccando una pericolosissima strada lunga e tortuosa deludendo amaramente le popolazioni che da decenni attendono un minimo cenno di cambiamento.

Trovare il coraggio politico e amministrativo non è cosa semplice, ma arrampicarsi sugli specchi con delle mezze verità molto simili a delle bugie è peggio, soprattutto quando si parla del futuro di un enorme territorio alle prese con il fenomeno dello spopolamento e con la totale assenza di posti di lavoro per i giovani.

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