Mercoledì, 16 Maggio 2018 09:02

Rigopiano: D'Alfonso, Del Turco e Chiodi indagati. Procura: "Atto dovuto"

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L'inchiesta sulla tragedia dell'Hotel Rigopiano, dove, nel gennaio 2017, morirono 29 persone, non si ferma e a finire nel mirino della Procura di Pescara sono nomi eccellenti.

L'inadempimpento degli obblighi inderogabili previsti dalla legge nazionale e regionale che impongono, dal 1992, la redazione della Carta Valanghe, ha portato all'iscrizione sul registro degli indagati dell'attuale presidente della Regione Abruzzo, e senatore della Repubblica, Luciano D'Alfonso, e degli ex presidenti Gianni Chiodi e Ottaviano Del Turco. I reati ipotizzati a loro carico sono di omicidio, lesioni e disastro colposo.

Tra gli indagati per le omissioni circa la realizzazione della Carta Valanghe, figurano anche gli assessori con delega alla protezione civile dal 2007 ad oggi: si tratta di Tommmaso Ginoble, Daniela Stati, Gianfranco Giuliante e Mario Mazzocca.

Gli ulteriori sviluppi nell'indagine hanno coinvolto, infine, anche altri funzionari regionali. I carabinieri forestali a loro e ad altri indagati stanno notificando l'identificazione e l'elezione di domicilio.

Nell'ambito dell'inchiesta, i nomi dei presidenti, amministratori e assessori di tre giunte regionali, si aggiungono a quelli di dirigenti e responsabili del settore competente dal 2014. Ad oggi, risultano indagati il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e i predecessori Massimiliano Giancaterino e Antonio De Vico, il tecnico comunale Enrico Colangeli, il gestore e amministratore legale responsabile della società 'Gran Sasso Resort & Spa' Bruno Di Tommaso, l'imprenditore Marco Paolo Del Rosso che chiese l'autorizzazione a costruire l'albergo, Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio, rispettivamente dirigente e responsabile del servizio di viabilità della Provincia di Pescara, l'ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, Leonardo Bianco e Ida De Cesaris, rispettivamente ex capo di gabinetto e dirigente della Prefettura, la funzionaria Daniela Acquaviva, Pierluigi Caputi, direttore dei Lavori pubblici fino al 2014, Carlo Giovani, dirigente della Protezione civile, Sabatino Belmaggio, responsabile del rischio valanghe fino al 2016, Vittorio Di Biase direttore Dipartimento opere pubbliche fino al 2015, Emidio Rocco Primavera, direttore del Dipartimento opere pubbliche, Giulio Honorati, comandante della Polizia provinciale di Pescara e Tino Chiappino, tecnico reperibile secondo il piano di reperibilità provinciale, il tecnico geologo Luciano Sbaraglia, Antonio Sorgi, direttore della Direzione parchi territorio ambiente della Regione Abruzzo, Giuseppe Gatto che istruì la relazione tecnica allegata alla richiesta d'intervento su tettoie e verande dell'hotel, il consulente incaricato da Di Tommasso per adempiere alle prescrizioni in materia di prevenzione infortuni Andrea Marrone

I reati ipotizzati a vario titolo dal procuratore capo di Pescara Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia, vanno dal crollo di costruzioni o altri disastri colposi, all'omicidio e lesioni colpose, all'abuso d'ufficio e al falso ideologico, alla rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.

La Procura di Pescara: "Atto dovuto"

Alla luce degli elementi acquisiti e conseguenti sviluppi investigativi "si è reso necessario approfondire il tema dei tempi, modi e risorse finanziarie necessarie per la redazione della Carta Localizzazione Pericolo Valanghe da parte dell'Ente Regione Abruzzo sia nelle sue articolazioni politiche che tecniche amministrative a far tempo dall'emergere nel 2007 nell'ambito della carta storica delle valanghe del sito di Rigopiano, nonché in punto di gestione regionale della emergenza neve nel gennaio 2017".

Lo ha spiegato all'Ansa il procuratore della Repubblica di Pescara Massimiliano Serpi, aggiungendo che "le iscrizioni al registro generale delle notizie di reato di ulteriori indagati è quindi atto necessario perché queste posizioni possano essere oggetto della doverosa valutazione giudiziaria, che presuppone questo atto formale, rimanendo ovviamente impregiudicata ogni valutazione in ordine alla conclusiva determinazione sull'esercizio o meno della azione penale per le singole posizioni".

Il procuratore Serpi ha chiarito che la notifica dell'identificazione e dell'elezione di domicilio legale di queste ore per i vertici politici regionale arriva dopo una prima fase di indagini sulla tragedia di Rigopiano che si è indirizzata sui filoni relativi a ''prevenzione del rischio valanghivo e relativa disciplina del territorio; rispetto delle normative per la edificazione dell'hotel e Resort in Rigopiano; rispetto della normativa di prevenzione degli infortuni dei lavoratori di detto Hotel; gestione dell'emergenza neve e viabilità per il territorio interessato nel gennaio 2017; eventuali ritardi nelle operazioni di soccorso dopo l'evento".

Ultima modifica il Mercoledì, 16 Maggio 2018 19:23

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