Non è stata solo la così detta 'anatra zoppa' a tenere occupati i giudici del Tar dell'Aquila.
Oggi il tribunale amministrativo ha discusso nel merito anche un altro caso, che potrebbe avere ripercussioni importanti per la città.
Parliamo del ricorso che alcuni genitori degli studenti del Cotugno depositarono lo scorso anno contro la Provincia per chiedere l'annullamento del provvedimento con cui l'ente aveva parzialmente riaperto l'istituto di via Da Vinci dopo che, a seguito delle scosse di terremoto del gennaio 2017, era stato chiuso per consentire lo svolgimento delle verifiche di agibilità e sicurezza antisismica. Verifiche che avevano portato alla luce indici di vulnerabilità e staticità dell'edificio che gli stessi genitori avevano giudicato al di sotto della soglia di sicuezza.
Con il ricorso venne chiesta la sospensiva del provvedimento, che il Tar concesse a luglio del 2017, salvo rimandare l'udienza di merito a maggio 2018, cioè, appunto, ad oggi. Ebbene, l'udienza di merito si è conclusa da poco e la sentenza è attesa in 30-45 giorni.
Nel frattempo, com'è noto, il Cotugno non è stato chiuso, almeno non del tutto. Una parte dell'edificio continua a rimanere aperta e a ospitare alcune classi, anche se gli studenti sono stati sparpagliati in cinque sedi differenti (le altre due sono il Musp della Carducci e l'istituto D'Aosta).
La Provincia, in questi mesi, è riuscita a trovare i soldi e ad approvare il progetto di consolidamento dei corpi F e G (importo previsto circa un milione di euro). Qualche giorno fa è arrivato anche il via libera del Genio Civile, i cantieri dovrebbero in estate. Altri 350mila euro, poi, sono stati stanziati per il consolidamento dei corpi A, B e C. Si tratta di interventi che serviranno a garantire la sicurezza di studenti e corpo docente finché non sarà costruita la nuova sede, per la quale sono previsti 13 milioni di euro, anche se ancora è buio pesto su dove sarà localizzato il nuovo edificio e su quanto tempo occorrà per realizzarlo.
Ad ogni modo, davanti al Tar, la Provincia ha fatto leva proprio sul fatto che a breve partiranno i lavori per la messa in sicurezza dei corpi che avevano destato le maggiori preoccupazioni. Ma i giudici, dicono gli avvocati dei ricorrenti, dovranno pronunciarsi solo sulla situazione fotografata dal ricorso, aggiornata alla primavera 2017, non su quanto è accaduto dopo. Senza contare che quella dei lavori, come argomentazione da far valere in sede di difesa, potrebbe essere un'arma a doppio taglio, visto che sarebbe un'ammissione della scarsa sicurezza della scuola.
A questo punto, non resta che attendere l'udienza che dovrebbe arrivare in concomitanza, più o meno, con l'avvio dei lavori.