Vessazioni, soprusi e addirittura una minaccia di stupro: in via Rigopiano a Pescara la vita è diventata impossibile. A farne le spese i cittadini onesti che abitano le case popolari di proprietà della Regione. I residenti non ce la fanno più e dopo una serie di denunce si sono costituiti in comitato per chiedere aiuto: ieri mattina, si sono presentati sotto al palazzo di Regione Abruzzo. Con loro, il consigliere regionale e vice presidente della commissione sicurezza sociale M5S Domenico Pettinari e il deputato Gianluca Vacca.
"Abbiamo chiesto più volte lo sfratto degli occupanti abusivi che utilizzano le abitazioni per delinquere", hanno sottolineato Pettinari e Vacca. "La risposta che ha fornito oggi la Regione, per voce del Segretario della Presidenza Enzo Del Vecchio, suona come una presa in giro. Dopo quattro anni la Regione propone di scrivere una lettera per sapere se ci sono i fondi. Come se il Presidente scrivesse una lettera a se stesso per chiedere se ci sono i soldi per intervenire nelle periferie".
Eppure gli step sono tutt'altro che complicati. "La legge regionale 96/96 non viene applicata e la nostra proposta La legalità è di casa, che abbiamo portato sul tavolo regionale a tutela delle periferie, è rimasta inascoltata. E mentre la Regione aspetta, i cittadini hanno paura e vivono costantemente nel terrore che dalle parole le minacce diventino fatti. Ci sentiamo presi in giro" incalzano Pettinari e Vacca "dalle promesse vane che la segreteria di presidenza ci ha fatto negli scorsi incontri: nessuno ha mosso un dito e il Presidente Luciano D'Alfonso non ci ha nemmeno ricevuto dimostrando indifferenza e distanza. Anzi, la beffa vuole che nei giorni scorsi il comune di Pescara abbia vantato sui media uno stanziamento di 18 milioni destinati alle periferie: ebbene, in questi 18 milioni nessuna voce dedicata al contrasto dell'abusivismo e alla sicurezza , si parla solo di manto stradale e risanamento di qualche parco. Tutti interventi ben visibili ai cittadini di Pescara, ma che nulla portano alla qualità della vita di chi quei quartieri li vive".
Una mala gestio politica in ogni grado istituzionale che rende vani anche gli interventi delle forze dell'ordine, che fino ad ora, però, si sono limitati a blitz isolati, ma da cui non è scaturito nessuno sfratto effettivo. "Ribadiamo che i primi interventi da fare a tutela della sicurezza sono: sfratto immediato degli occupanti senza diritto che delinquono all'interno delle case popolari; installazione telecamere di video sorveglianza; posto fisso di polizia. In seguito l'approvazione della legge e del pacchetto La legalità e di Casa che abbiamo presentato in consiglio regionale" concludono Domenico Pettinari e Gianluca Vacca.