Una diffida indirizzata al Comune dell'Aquila per chiedere la rimozione delle sette statue mariane posizionate lungo il sentiero della Madonna Fore.
A presentarla è un gruppo di cittadini, tra cui l'avvocato Fausto Corti, ex presidente della sezione aquilana di Italia Nostra; Giovanni Cialone, esponente dell'associazione fondata da Antonio Cederna ed ex vice presidente del Parco nazionale del Gran Sasso; l'economista Antonio Porto; l'ex assessore comunale Luca D'Innocenzo.
La richiesta di rimozione si basa su ragioni "di natura ambientale, artistica e culturale" e su un presunto "carattere abusivo della collocazione".
Quelle statue, è scirtto nella diffida, vanno rimosse sia perché ricadono in una zona soggetta ai vincoli del piano regolatore, che prevede che lì possano essere realizzati solo manufatti agricoli; sia perché chi le ha fatte era sprovvisto del titolo edilizio; sia perché ricadono su terreni di proprietà degli Usi Civici di Collebrincioni.
Si legge, infatti, nel documento: l'area su cui è stato eseguito l'intervento edilizio in discussione ha destinazione a zona agricola di rispetto ambientale nella quale, ai sensi del combinato disposto degli articoli 62 e 63 delle Norme tecniche di attuazione del Piano regolatore del Comune dell'Aquila, sono ammessi esclusivamente insediamenti finalizzati alla produzione agricola [...] Nessun riferimento viene fatto nel piano regolatore vigente all'esecuzione di interventi come quelli in discussione, sia che li si intenda come opere destinate al culto sia che li si consideri come opere di interesse pubblico, per il loro carattere per così dire monumentale. Ne consegue che l'intervento deve considerarsi abusivo perché non conforme alla destinazione d'uso dell'area su cui è stato realizzato.
Le opere in discussione - continua la diffida - non sono assistiti da alcun titolo edilizio, come previsto dal Dpr 380/2001 che stabilisce che "la realizzazione di manufatti edilizi fuori terra o interrati va considerata come "intervento di nuova costruzione" e come tale è subordinata al rilascio del permesso di costruire". Non pare dubitabile che l'intervento in discussione costituisca una nuova costruzione visto che ha portato alla realizzazione di sette cospicui manufatti edilzi fuori terra dove prima non vi era nulla se non vegetazione spontanea.
Non solo. Il suolo su cui sono state posizionate le statue è di proprietà dell'Amministrazione separata degli usi civici di Collebrincioni, che non ha mai rilasciato autorizzazioni né ha tantomeno sdemanializzato quei terreni.
Di conseguenza, conclude la diffida, la collocazione dei manufatti si configura come mero atto di occupazione abusiva.
Nel documento, infine, viene osservato: il posizionamento e l'ancoraggio di elementi di grandi dimensioni, che ne fanno degli oggetti disarmonici assolutamente non in sintonia con l'ntorno, ha comportato movimenti e sistemazioni che modificano in modo permamente il suo assetto paesaggistico, compromettendola in modo intollerabile. Le opere, inoltre, sono a prima vista di discutibile qualità artistica e il loro stile è a dir poco datato, se non obsoleto.
La vicenda
NewsTown si era occupato della vicenda lo scorso gennaio.
Le statue in questione sono sette sculture in pietra realizzate dall’artista aquilano Valter Di Carlo, donate all’amministrazione dall’Arciconfraternita di Maria dell’Addolorata, l’associazione che cura la gestione e la manutenzione della chiesa.
I gruppi scultorei sono tutti di dimensioni ragguardevoli e raffigurano sette episodi della vita della Madonna. Insieme vanno a costituire una Via Matris, sul modello di quella esistente a Castelpetroso, borgo medievale noto anche come “piccola Lourdes d’Italia” situato in Molise.
Le statue hanno suscitato, fin dal primo momento, reazioni contrastanti.
C'è chi le ha bollate come "retrograde e fuori contesto" e chi invece ha apprezzato l'iniziativa benefica e senza scopo di lucro di Di Carlo e della confraternita (le statue sono state donate a titolo gratuito).
Il progetto di realizzare una Via Matris sul sentiero della Madonna Fore - che qualche anno fa venne intitolato alla memoria dei Nove Martiri, come recita anche una stele fatta posizionare all'inizio della strada - è stato autorizzato dall'attuale giunta su proposta di delibera (la 514 del 21 novembre) dell’assessore Emanuele Imprudente.
L'idea della Via Mariana, però, era stata avanzata dalla confraternita molto tempo fa, nel 2015, incontrando però il niet della giunta di allora, quella di Massimo Cialente, che aveva provato a suggerire una diversa localizzazione, nel tratto finale del sentiero della via Mariana, sulla montagna di Roio.
La controproposta, però, non era piaciuta alla confraternita, che aveva continuato a instistere su Madonna Fore.
Il muro contro muro è andato avanti per tre anni (durante i quali le sculture sono state temporaneamente “parcheggiate” vicino la chiesa di S. Bernardino di Piazza D’Armi) fino alla svolta recente, avvenuta col cambio di amministrazione.
Il via libera della giunta è arrivato dopo il parere favorevole dato dagli uffici tecnici competenti, Urbanistica e Ambiente.
La delibera, però, non è stata discussa in consiglio comunale. Passaggio che, pur non essendo dovuto, sarebbe stato tuttavia opportuno, per aprire sulla faccenda un dibattito pubblico, proprio alla luce dell’importanza e della valenza simbolica che quel luogo ha per molti aquilani.