Venerdì, 15 Aprile 2022 09:36

Casette post-sisma, l'avvocato Corti: "Nessuna legittimazione"

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"Le casette post-sisma autorizzate sono legittimate".

Parole del vice presidente del Consiglio regionale Roberto Santangelo che ha commentato, così, la sentenza 92/2022 della Suprema Corte, datata 12 aprile, nel merito della Legge regionale 29/2020 che era stata impugnata dal Governo; di fatto, il provvedimento è stato modificato e, dunque, l'esecutivo ha rinunciato all'impugnazione con la Corte costituzionale che ne ha preso atto. Ciò significa che è 'salvo' l'articolo 23, comma 1, della Legge che - ha sottolineato Santangelo - consente di 'stabilizzare' i manufatti 'legittimamente realizzati'.

Parliamo delle così dette 'casette', costruite all'Aquila nel post terremoto: "non si tratta di 'sanare' - ha chiarito il vice presidente del Consiglio regionale - ma di 'stabilizzare'", appunto, i manufatti; infatti, "la legge regionale esclude espressamente quegli edifici che non presentano il titolo abitativo o costruite in totale difformità o con variazioni rispetto allo stesso. Sono esclusi, altresì, gli edifici nei centri storici o nei nuclei antichi o quei manufatti che ricadono in aree vincolate o sottoposte a tutela dal punto di vista ambientale, idrogeologico o paesaggistico".

Ai Comuni abruzzesi "viene attribuita la 'facoltà' di consentire una deroga al limite di dimensionamento dei piani con la finalità di 'agevolazione' e di limitare il consumo del suolo a fini edificatori".

A NewsTown, però, l'avvocato Fausto Corti spiega che "purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista), le cose non stanno così". 

In una lettera al direttore, Corti ha inteso chiarire che "la L.R. 29/2020, di cui Santangelo è promotore, si limita a stabilire che i Comuni del cratere possono rendere residenziali i fondi su cui insistono le casette. Ciò, peraltro, non in modo automatico ma solo a condizione che siano rispettati i limiti di dimensionamento previsti per i piani regolatori e, quindi, qualora vi sia ancora necessità di aree residenziali, cosa che per il comune dell’Aquila è lecito dubitare visto quanto si è costruito nel post-sisma e l’andamento discendente della popolazione".

Come però qualsiasi operatore del settore sa, aggiunge Corti, "rendere edificabile un terreno non comporta la automatica legittimazione degli edifici abusivi che vi sono stati costruiti, perché a tale scopo sarà necessaria la così detta 'doppia conformità', ossia che il manufatto sia conforme al piano regolatore sia al momento in cui è stato realizzato che quando ne viene disposta la sanatoria. Norma di civiltà, prevista proprio per evitare che politici privi di scrupoli variassero strumentalmente il PRG in prossimità delle elezioni per garantirsi il voto di chi aveva abusi da sanare e che costituisce “principio fondamentale nella materia del governo del territorio, in quanto adempimento finalizzato a garantire l'assoluto rispetto della disciplina urbanistica ed edilizia durante tutto l'arco temporale compreso tra la realizzazione dell'opera e la presentazione dell'istanza volta ad ottenere l'accertamento di conformità" (Cons. Stato 25 maggio 2021 n. 4049)".

Ora, la quasi totalità delle casette non soddisfa il requisito della 'doppia conformità' perché sono state costruite in deroga - per lo più in zone agricole - "sicché, se anche il Comune dell’Aquila rendesse magicamente edificabili tutti i fondi su cui insistono (e parliamo probabilmente di svariati chilometri quadrati di territorio) ciò non potrebbe portare alla loro legittimazione. Ed anzi, una simile operazione, produrrebbe una duplice beffa per i proprietari che non solo si ritroverebbero con edifici ancora abusivi ma dovrebbero far fronte al pagamento dell’IMU sui terreni resi residenziali grazie alla lungimirante Legge Santangelo".

Ultima modifica il Venerdì, 15 Aprile 2022 10:07

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