Scadono domani, lunedì 18 giugno, i termini per il versamento degli acconti delle tasse locali: Imu e Tasi.
Anche quest’anno, L’Aquila si confermerà una delle città italiane con il livello di tassazione più alto, sia per quanto riguarda Imu e Tasi - che resteranno al tetto massimo fissato per legge, salvo alcune eccezioni - sia per la Tari, almeno quella per le utenze domestiche.
“Il gettito atteso per le casse comunali è scritto nel bilancio di previsione” spiega l’assessore al Bilancio Annalisa Di Stefano “Per la Tari parliamo di circa 11 milioni e 650mila euro, per l’Imu di 6 milioni e 800mila euro e per la Tasi di 5 milioni e 500mila euro”.
Rispetto agli anni passati, è previsto un aumento degli introiti – per via del fatto che molte case sono tornate agibili e dunque soggette a tassazione – ma questo non basterà a evitare al Comune di chiedere al governo i fondi a compensazione per le maggiori spese e le minori entrate dovute al terremoto.
“Avremo di nuovo necessità dell’emendamento di cui abbiamo usufruito anche gli altri anni, anche se via via per importi sempre minori” afferma la Di Stefano “La nostra richiesta ammonta a 20 milioni di euro, che è quello che c’è stato riconosciuto dal governo precedente. Vedremo con il nuovo governo cosa accadrà”.
Quanto dovranno pagare, a conti fatti, le famiglie, le imprese e le attività commerciali aquilane?
Parecchio, in virtù, come si diceva, di un livello di tassazione tra i più alti d’Italia.
Considerando, infatti, che la somma delle aliquote di Tasi e Imu, per ciascuna tipologia d’immobile, non può essere superiore al 10.6 per mille, per quest’anno l’Imu sarà all’8.1 e la Tasi al 2.5. Rispetto allo scorso anno, la nuova giunta ha rimodulato solo la Tari di circa il 9.33% per le attività produttive e abbassato l’aliquota unica della Tasi dal 2.5% al 2% a beneficio, però, soltanto dei fabbricati rientranti in alcune categorie catastali: opifici, alberghi, pensioni, fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività industriale o commerciale.
Il taglio della Tasi, afferma la Di Stefano, verrà coperto con il recupero dell'evasione, che prima del terremoto era altissima e che è molto diminuita grazie soprattutto alla riforma del catasto fatta dallo Stato nel 2015. Un certo tasso di morosità, riguardante quasi esclusivamente attività produttive e commerciali, continua a persistere anche se i contenziosi più importanti ancora aperti tra Comune e privati non superano i 50/60 mila euro.
"Stiamo studiando" afferma l'assessore "soluzioni per ridurre l'Imu e la Tasi per le utenze domestiche a partire dal prossimo bilancio di previsione triennale. Per l'Imu stiamo pensando anche a delle agevolazioni per i negozi del centro storico. Per quanto riguarda la Tari, invece, una riduzione passerà da una razionalizzazione dei costi e da una migliore gestione del servizio di raccolta rifiuti".