Negli ultimi anni, sono sempre più frequenti i baci e gli abbracci tra manifestanti e forze dell'ordine durante le manifestazioni. I fotografi li immortalano, i media mainstream li pubblicano e migliaia di persone li condividono sui social network, come a voler simboleggiare una fraterna unione tra difensore dell'ordine pubblico e "ribelle". Un'icona utilizzata - a volte strumentalmente, a dir la verità - al fine di dimostrare che forze di polizia e manifestanti fanno parte dello stesso popolo, disgregato dalla crisi e preso in giro dai potenti.
In questi giorni, si sono diffuse a macchia d'olio le immagini delle forze dell'ordine in assetto antisommossa a Torino che, toltosi il casco in nome di una non meglio specificata pacificazione sociale, ricevono gli applausi dai partecipanti alla cosiddetta "protesta dei forconi". Non sono bastati i comunicati stampa di smentita da parte della polizia: l'idea del connubio anticrisi poliziotto-manifestante è sempre più forte.
Ma, oltre a decine di movimenti in Italia, anche il sindacato di polizia si oppone al sodalizio. Nel corso di un'intervista a La Zanzara su Radio24, il segretario generale del sindacato di polizia (Coisp) Franco Maccari ha annunciato di aver sporto denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale e violenza sessuale ai danni di Nina De Chiffre, manifestante No Tav che durante il corso di una manifestazione nel novembre scorso in Val di Susa, aveva provocatoriamente provato a baciare un poliziotto in assetto antisommossa. Il gesto, immortalato e diffuso attraverso tutti i media nazionali, era stato spiegato dalla manifestante come un "gesto di provocazione e disprezzo".
Il segretario del Coisp - che non è nuovo a denunce bizzare, vedi il caso Aldrovandi - ha sottolineato che "se fosse stato un poliziotto a baciare un manifestante a caso, sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale".
Chissà se la denuncia di Maccari avrà l'effetto di placare il fenomeno dilagante dei baci e degli abbracci dei manifestanti ai poliziotti.