Sono stati dimessi e guariranno in dieci giorni i due tifosi pescaresi ricoverati ieri sera, in codice rosso, all'ospedale Vito Fazzi di Lecce.
Erano rimasti a terra dopo gli scontri con gli ultrà del Lecce avvenuti poco prima della partita Lecce-Pescara, lungo la statale 613 Brindisi-Lecce, all'altezza dello svincolo di Squinzano. La statale è rimasta bloccata per circa un'ora scatenando il panico tra gli automobilisti di passaggio ignari di quanto stava accadendo.
Si tratta, come riporta l'Ansa, di due uomini di 37 anni e 32 anni. Il primo era stato ricoverato con una ferita lacero contusa al cuoio capelluto, causata probabilmente dallo scoppio di una bomba carta; il secondo, invece, era stato ricoverato per una ferita lacero-contusa. È stato dimesso anche l'automobilista investito casualmente da un'auto in retromarcia: era sceso dal suo veicolo per accertarsi di cosa stesse accadendo. Ha riportato un trauma cranico commotivo, una ferita lacero contusa alla testa e una contusione al torace. La prognosi è di 15 giorni.
Le forze dell'ordine intervenute sul posto stanno cercando di ricostruire quanto avvenuto per risalire agli autori dell'agguato. Secondo una prima ricostruzione, ancora da verificare, un fumogeno sarebbe stato lanciato dai tifosi salentini contro i pullman con a bordo i tifosi del Pescara. Uno dei mezzi avrebbe preso fuoco con i tifosi biancazzurri costretti a scendere. Da lì si sarebbero sviluppati gli scontri. In occasione della partita di andata, a Pescara, il 5 novembre scorso, il convoglio dei tifosi giallorossi, sulla via del ritorno, era stato bloccato all'altezza di Francavilla a Mare, nei pressi dell'uscita della circonvallazione: un gruppo di ultrà pescaresi aveva aggredito gli ultras salentini con torce incendiarie.
Quella di ieri sera, secondo gli uomini della questura di Lecce, sarebbe stata la risposta.