"E' ufficiale: la conferenza dei capigruppo ha deciso il rinvio della proposta Ricciuti in commissione dove sarà ritirata sulla base della questione pregiudiziale che avevo formalizzato nei giorni scorsi al Presidente Pagano. Inutile dire che probabilmente senza l'eccezionale mobilitazione di Animal Amnesty, Avaaz, Salviamo l'Orso, WWF, LIPU e tutte le altre associazioni non ce l'avremmo fatta. Il Parco Sirente Velino, per ora, è salvo".
Ad annunciarlo, il consigliere regionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo. E' stata sventata, dunque, la proposta di legge firmata dal consigliere Luca Ricciuti (Forza Italia) e che prevedeva la 'riperimetrazione' del Parco. Una proposta che aveva scatenato le proteste delle associzioni ambientaliste abruzzesi che, in pochi giorni, avevano raccolto quasi 150mila firme.
Riperimetrare il Parco regionale del Sirente-Velino avrebbe significato tagliar via 4mila ettari di bosco, sottrarre al regime di tutela un'area tra le più belle e preziose della nostra Regione, di assoluta importanza naturalistica e paesaggistica. Nella splendida cornice dell'Altopiano delle Rocche, tra Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo e Ovindoli.
Il parco regionale è a ridosso del Parco Nazionale e fa da corridoio per un’unica grande Area Protetta Regionale, peraltro finanziata dall’Unione europea. Strappar via ettari di bosco, vorrebbe dire rinunciare ai progetti di ripopolamento e tutela delle specie a rischio, come l'orso marsicano, il lupo appenninico, il grifone, il camoscio. "La proposta di legge - spiegava ieri il presidente del Parco, Simone Angelosante - in contrasto con quanto previsto nel 'Codice dell'Ambiente' dLgs 152/2006 non è stata completata con uno studio di impatto ambientale. Evidentemente, l'adozione comporterebbe una possibile impugnativa della del Governo". Non solo. "Le aree individuate ospitano numerosi habitat e specie protette indicate nella Dir. 92/43 CEE Habitat e nella DIR 79/409 CEE Uccelli in gran parte inseriti nei formulari Natura2000 nonché i due siti Natura2000 'Sirente Velino' e 'Monte Sirente e Monte Velino'. Qui l'Ente Parco ha realizzato tre progetti LIFE NATURA finanziati dall'UE aventi l'obiettivo della conservazione dell'orso marsicano con piantumazioni e potature oltre alla bonifica dell'area nell'ambito di una altro progetto LIFE 'Azioni urgenti nei SIC del Parco Sirente Velino'. Nelle stesse zone il Parco assieme alla Regione Abruzzo ha sottoscritto il PATOM (protocollo d'azione per la tutela dell'orso marsicano) che individua nella zona di Monte Rotondo-Piani di Pezza una macroarea dove la specie può trovare zone idonee di diffusione oltre che corridoi di passaggio. Queste azioni comunitarie svolte in tali aree, comporterebbero in caso di approvazione della legge, una sicura apertura di procedura di infrazione con conto finale a carico degli Abruzzesi tutti".
In questo splendido lembo Abruzzo, è conservato un immenso patrimonio ambientale, artistico, culturale ed enogastronomico che non va aperto a cementificazione e caccia, ma difeso e valorizzato per dare benessere alla comunità locale che vive e opera nel Parco. Un patrimonio che nessuno può delocalizzare: "è la vera ricchezza del futuro", sottolinea Angelosante. "Le zone in questione - Piani di Pezza, Piano di Terranera, Monte Rotondo e Campofelice - sono il cuore del Parco ed una estromissione non può essere considerata marginale ma segnerebbe la fine della ragion d'essere stessa dell'area protetta. Questa proposta distruggerebbe anni di lavoro in cui si è passati nel territorio da un atteggiamento ostativo al Parco ad un atteggiamento oggi di condivisione molto forte soprattutto nelle giovani generazioni. Ricordiamo a tutti che questo Parco non è stato imposto da nessuno ma è stato fortemente voluto dai Comuni".
Non si può dimenticare che, poco più di un anno fa, nello stesso Parco, nell’area del Comune di Aielli, si è già proceduto ad un taglio di territorio di circa 90ettari, purtroppo passato totalmente inosservato. Il risultato immediato è stata una mattanza organizzata da cacciatori giunti da fuori area talmente vergognosa che la locale ATC (l’associazione dei cacciatori locali) intervenne per ripristinare il divieto di caccia nella zona. A questo scempio, pochi mesi dopo, è seguita la costruzione, senza la prescritta valutazione d’Incidenza (V.I.A.), di una strada rovinosa sul piano ambientale e paesaggistico e di nessuna utilità pratica, se non quella di favorire il bracconaggio.
La Comunità europea ha finanziato progetti di miglioramento ambientale e per consentire gli spostamenti indisturbati della grande fauna del nostro sistema Parchi tra cui spicca l’orso marsicano animale simbolo della nostra regione ed in grave pericolo di estinzione. Che senso hanno gli impegni presi in suo favore verbalmente dalla Regione Abruzzo con il Ministro Orlando in un paio di recentissime riunioni tenutesi al Ministero dell’Ambiente se questi impegni vengono nei fatti poi disattesi?
Il sistema Parchi della nostra regione è una risorsa che può essere discussa e riformata ma per essere resa più efficiente ed efficace per gli ambienti che protegge e per le popolazioni che vi abitano ma mai con procedure poco trasparenti che non coinvolgano tutti gli interessati o a favore di interessi limitati e poco chiari nelle loro finalità. Si approvi il piano del Parco regionale atteso da quasi vent’anni, con una corretta zonizzazione che regolamenti e permetta le attività produttive e tradizionali dei luoghi con efficienza e flessibilità senza inutili e vessatori vincoli che poi nemmeno il parco sa come far rispettare e si concentrino le attività di conservazione, ricerca scientifica, rinaturalizzazione e vigilanza nelle aree critiche e di maggior valenza naturalistica. Ma per far questo deve finire la stagione delle riperimetrazioni e dei tagli arbitrari e clientelari.
La mobilitazione di questi giorni dimostra che c'è un'opinione pubblica vigile e cosciente dell’importanza di difendere l’Abruzzo regione verde d’Europa. Sta ora alla classe politica regionale prenderne atto e comportarsi di conseguenza.