E’ iniziata la lunga corsa alla successione dei titolari degli uffici speciali per la ricostruzione.
Sono stati pubblicati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, alla fine di maggio, gli avvisi per assegnare l’incarico all’Usra, ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila, e all’Usrc, ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere; al momento, sono guidati entrambi da Raniero Fabrizi, titolare dell’Usra in scadenza di mandato alla fine del 2018 e, dal maggio scorso, incaricato ad interim all’Usrc in sostituzione di Paolo Esposito che ha lasciato l’ufficio di Fossa con sei mesi d’anticipo rispetto alla fine del contratto.
Sarà una commissione istituita dal Governo, e composta da un rappresentante indicato dall’esecutivo, uno da Regione Abruzzo, e l’altro dal sindaco dell’Aquila per l’Usra e dal coordinatore dei sindaci del cratere per l’Usrc, a dover procedere con la valutazione comparativa dei curricula inviati, alcune decine a quanto si è potuto apprendere.
E’ chiaro che la politica giocherà un ruolo fondamentale.
Non è un caso che il sindaco del capoluogo Pierluigi Biondi, alla fine di maggio, con perfetto tempismo, abbia – di fatto – sfiduciato il titolare dell’Usra, Raniero Fabrizi, con una durissima missiva inviata, tra gli altri, alla sottosegretaria con delega alla ricostruzione Paola De Micheli, al coordinatore della Struttura tecnica di missione Giampiero Marchesi e al vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli, denunciando l’impasse della ricostruzione e ribadendo come “il cambio di governance richiesto molti mesi fa - al momento dell’insediamento - avesse un fondamento concreto e non fosse una mera rivendicazione di spoil system di carattere politico, per quanto anche lo stesso avrebbe avuto pieno diritto di legittimità, stante il cambio d’amministrazione”.
Insomma, il sindaco dell’Aquila vorrebbe fosse indicato un uomo di sua fiducia all’Usra.
In questo senso, il deputato e assessore comunale della Lega Luigi D’Eramo ha lanciato una sorta di ‘avviso’: “la politica – ha detto – si tenga debitamente a distanza dagli Uffici speciali”; i due uffici – ha aggiunto – “sono centrali nelle dinamiche della ricostruzione e, per questa ragione, hanno bisogno di professionalità tecniche e manageriali di comprovata esperienza. La politica stia fuori da questi ruoli strategici che incideranno moltissimo sulla definitiva rinascita della città. Il mio appello è chiaro: individuare manager di altissimo livello. Viceversa sono pronto a dare battaglia in Parlamento”.
Parole che hanno fatto rumore, ‘raccolte’ dal capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Stefano Palumbo, che, in una intervista a newstown, si è detto d’accordo con D’Eramo aggiungendo, però, come nel gergo politico le considerazioni del deputato corrispondano “ad un tentativo di rompere i piani che altri, evidentemente, stanno costruendo e da cui si sente escluso per ritagliarsi, così, una voce in capitolo sulla nomina dei due responsabili”.
Piani che, in effetti, si stanno ‘costruendo’ proprio in queste settimane.
Stando a voci ben informate, favorito per la successione all’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila sarebbe Salvo Provenzano che godrebbe del favore di Pierluigi Biondi. Provenzano, 41 anni, già responsabile dell’area tecnica dell’Usra, dall’aprile 2017 è in forza alla Struttura tecnica di missione; figura d’indiscusso profilo tecnico, sarebbe fortemente ‘sponsorizzato’ da Daniele Placidi, già responsabile dell’area comunicazione, programmazione e monitoraggio dell’ufficio speciale, distaccato al gabinetto del sindaco dell’Aquila di cui è uomo di assoluta fiducia. Tra l’altro, Placidi è molto amico del consigliere regionale dem Pierpaolo Pietrucci e, in effetti, col nome di Provenzano non verrebbe scontentato nessuno, considerato il profilo professionale e l’esperienza maturata in questi anni dall’ingegnere ed i ‘buoni rapporti’ intessuti col centrosinistra cittadino.
Così, si troverebbe la ‘quadra’ anche per l’ufficio speciale per la ricostruzione del cratere, con i rumors che vorrebbero a Fossa l’attuale direttore generale di Regione Abruzzo, Vincenzo Rivera, che gode del sostegno incondizionato del presidente della Giunta regionale uscente, il senatore Luciano D’Alfonso, e del vice presidente Giovanni Lolli.
Un incastro a prova di ‘trasversalismi’, e in questo senso si potrebbero leggere le parole di Luigi D’Eramo: “l’assordante silenzio di centrodestra e centrosinistra circa alcuni possibili papabili, fa sorgere sospetti a cui non voglio dare peso e credito, al momento”. Staremo a vedere.