Martedì, 07 Agosto 2018 15:35

Urbanistica, ritirato progetto di legge Di Matteo. Esulta l'Inu

di 

Il consiglio regionale ha deciso di ritirare il progetto di legge su "Governo, tutela e uso del territorio", la nuova legge sull'urbanistica che portava la firma dell'ex assessore Donato Di Matteo.

La decisione è stata presa ieri al termine della commissione Territorio.

Contro la legge e soprattutto contro il metodo con cui era stata scritta e portata in commissione, si erano espresse tre importanti associazioni ambientaliste - Wwf, Italia Nostra e Legambiente - e il sindacato.

Anche la sezione Abruzzo-Molise dell'Inu ha accolto con favore la decisione del ritiro del provvedimento.

La nota dell'Imu

La sezione Abruzzo e Molise dell’Istituto Nazionale di Urbanistica esprime soddisfazione per la decisione di ritirare il progetto di legge sul “governo, la tutela e l’uso del territorio”, che porta la firma del consigliere, già assessore, Donato Di Matteo, che era in procinto di essere discusso dal Consiglio regionale.  L’Inu ritiene che il provvedimento avrebbe ridotto pericolosamente il ruolo della pianificazione nell’attività di governo del territorio e al contempo avrebbe dilatato il campo di operatività dell’Istituto dell’Accordo sia tra soggetti pubblici che tra questi e i privati.

Nel quadro che ne sarebbe conseguito, l’interesse pubblico sarebbe risultato fortemente indebolito visto che in uno scenario di dialogo alla pari tra operatori pubblici e operatori privati, senza un quadro di riferimenti e tutele normative, il pubblico generalmente sarebbe risultato soccombente.  La qualità delle città e del territorio non può essere l’esito di accordi ma di una attività di progettazione volta a tradurre in spazio pubblico i nuovi diritti di cittadinanza dei quali nel progetto di legge non si fa cenno alcuno:  tra questi l’accessibilità, la permeabilità, la sicurezza, la qualità ambientale.

Nel dettaglio l’approvazione del progetto di legge regionale avrebbe aperto infatti una stagione di notevoli incertezze per gli operatori e in particolare per le amministrazioni comunali che sarebbero state pressate da richieste di incentivi e facilitazioni che il provvedimento avrebbe distribuito generosamente agli immobiliaristi senza alcun riferimento certo.

L’Inu ritiene che non si possa liquidare la pianificazione tra permessi di costruire convenzionati, varianti non soggette ad approvazione, liberatorie per gli insediamenti commerciali, fuori dal territorio urbanizzato, e dall’altro non si possa sottrarre ai Comuni la possibilità di governare il proprio territorio centralizzando, in Regione, le procedure di autorizzazione.

L’Inu ha ribadito le proprie critiche e le proprie perplessità nel corso di un’audizione nella seconda Commissione “Territorio, Ambiente e Infrastrutture”, presieduta dal consigliere Pierpaolo Pietrucci. E’ stato lo stesso Istituto a dovere richiedere di essere consultato, l’unico modo per esprimere le proprie osservazioni visto che il consigliere già assessore Di Matteo, nel percorso di redazione del provvedimento, non ha considerato necessario verificare e ascoltare i suggerimenti dell’Inu, nonostante la Regione Abruzzo sia ente associato all’Istituto dal 1975 e siano stati costanti, negli anni, il dialogo e la collaborazione tecnica.

La nota di WWF, Italia Nostra e Legambiente

Questa mattina (ieri, ndr) la seconda Commissione consiliare della Regione Abruzzo, quella che si occupa di territorio, ambiente e infrastrutture, ha in calendario alcune audizioni sul progetto di legge n. 492/2018 “Legge Regionale sul Governo, la tutela e l’uso del territorio” di iniziativa del consigliere regionale Donato Di Matteo. Si suppone che si tratti dello stesso disegno di legge “Norme in materia di governo, tutela e uso del territorio” che venne approvato, su iniziativa dell’allora assessore Di Matteo, dalla Giunta della Regione Abruzzo lo scorso 15 dicembre. Si suppone, ma le associazioni non hanno certezze in tal senso, poiché alle audizioni odierne sono stati chiamati soltanto i rappresentanti di INU (Istituto Nazionale di Urbanistica), ANCI (l’associazione dei comuni) e CGIL. Sicuramente dovranno esserci altre audizioni, a fronte di un testo che, come la Regione stessa annunciò dopo l’approvazione in Giunta di dicembre, “modifica ampiamente la precedente legge urbanistica 18/1983”. Le associazioni invieranno a breve ai consiglieri regionali tutti una prima nota sulle criticità del disegno di legge chiedendo un reale e preliminare confronto democratico.

La discussione in aula non è stata calendarizzata e, con l’attuale consiglio regionale ormai a fine legislatura, è impossibile che, seguendo un iter corretto, la proposta possa arrivare al voto definitivo in tempo utile. La normativa regionale del resto prevede la concertazione e l’ascolto dei portatori di interesse. WWF, Italia Nostra e Legambiente, al pari delle altre associazioni ambientaliste e di tutela del territorio, si aspettano di essere convocati per poter esprimere la propria opinione. In casi come questi la qualità del progetto e la sua condivisione contano assai più della fretta. Ma questo la Regione Abruzzo lo sa bene, visto che ha tuttora in sospeso il Piano paesaggistico regionale, strumento di enorme rilievo per la gestione del territorio, obbligatorio dal gennaio 2004 e fermo da allora alle fasi preliminari.

La nota della Cgil

“E’ una legge che meriterebbe riflessione approfondita e confronto fra le parti, una discussione pubblica capace di coinvolgere parti sociali, associazioni ambientaliste e culturali, ma ciò non è avvenuto”: così in conferenza stampa a Pescara il segretario regionale Cgil Abruzzo, Sandro Del Fattore. “Non critichiamo solo il metodo, ma anche alcuni contenuti; la legge dovrebbe individuare priorità del territorio abruzzese, mentre vengono individuati principi molto generici, sussidiarietà, efficienza; principi giusti, ma che valgono per qualsiasi territorio. Ci auguriamo non vengano fatte forzature nelle prossime ore” ha aggiunto Del Fattore. Tra le priorità indicate dalla Cgil: “L’Abruzzo è un territorio ad alto rischio sismico e idrogeologico, la legge dovrebbe prevedere l’elaborazione di un grande Piano per la messa a norma e sicurezza di edifici che hanno un elevato rischio”.

“Il territorio abruzzese”, ha proseguito Del Fattore, “è composto da tanti piccoli comuni, collinari e montani, che stanno subendo un processo costante di spopolamento, con mancanza di servizi, opportunità di lavoro ed economiche; una legge urbanistica dovrebbe prevedere una pianificazione capace di portare un piano di sviluppo”. In terzo luogo, ha elencato ancora il sindacalista, “servirebbe un grande Piano di infrastrutture a sostegno di politiche di sviluppo e industriali per creare nuovi posti di lavoro. Nella legge questi aspetti sono trattati molto superficialmente o non trattati, ma c’è un punto più delicato ancora e di maggiore criticità, perché la Legge dice che bisognerebbe evitare nuovo consumo di suolo. Un principio giusto, ma il problema è che molti articoli della Legge lo contraddicono, perché, se da una parte si dice che si devono perimetrare le aree edificate, dall’altra si lascia edificare anche al di fuori dei perimetri delle aree edificate, prevedendo deroghe alle normative vigenti e contraddicendo il principio del non consumo di suolo”.

Articoli correlati (da tag)

Chiudi