Venerdì, 24 Agosto 2018 15:59

Clima: l'estate delle superpiogge, ecco quello che sta accadendo

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Da diversi giorni all’Aquila, come in altre zone d’Abruzzo, si stanno verificando violenti temporali pomeridiani che scaricano, in poche poche ore e in aree molto circoscritte, una grande quantità d’acqua, provocando, il più delle volte, anche danni e allagamenti.

Cosa sta accadendo?

Lo abbiamo chiesto a Gabriele Curci, fisico, ricercatore all’Università dell’Aquila e al Cetemps (Centro di Eccellenza per la previsione di eventi meteo severi).

Professor Curci, l’estate piovosa di quest’anno arriva dopo quella torrida del 2017. Quello che sta succedendo è normale o si tratta di un’anomalia?

Bisogna premettere che le scale climatiche sono scale decennali, lunghe venti o anche trent’anni, all’interno delle quali possono esserci delle oscillazioni. Qualsiasi fenomeno va analizzato su questi intervalli temporali, che sono lunghi per gli uomini ma non per la Terra e il clima. Detto questo, da aquilano non ricordo effettivamente un’estate con questa continuità di temporali pomeridiani. E’ un fenomeno che sicuramente andrebbe studiato, il problema è che fare una statistica è complicatissimo.

Perché?

I temporali vanno analizzati su due scale, spaziale e temporale, che sono strettamente legate tra di loro. Mentre i temporali estesi su un’area vasta sono più facilmente osservabili dai sensori e dai satelliti, fenomeni così brevi e localizzati come quelli che si stanno verificando in questi giorni, dove magari in una zona diluvia mentre in un’altra, situata solo a pochi chilometri di distanza, non cade nemmeno una goccia, sono difficili da monitorare. Noi abbiamo tre pluviometri posizionati in tre punti differenti - S. Elia, palazzo Silone, a Pettino, e Coppito - ma non sono sufficienti per questo tipo di eventi. Non avendo a disposizione, poi, una serie storica, non possiamo dire se quest’anno è un anno strano o anomalo rispetto agli altri.

Come mai non ci sono serie storiche?

Abbiamo dei dati, a partire dalla fine del 1800, ma non sono ancora stati curati, uniformati e omogeneizzati perché raccolti con strumenti diversi e diverse metodologie. Non possono essere presi in considerazione per fare una serie storica omogenea e regolare. Per cui a sensazione possiamo anche dire che i temporali di questi giorni sono anomali ma a livello scientifico e statistico non possiamo dirlo.

Dal punto di vista fisico, invece, come si spiegano fenomeni così violenti?

In gergo un temporale è una cella convettiva ed è generato da un movimento verticale dell’atmosfera che si innesca quando ci sono forti differenze di temperatura tra i vari strati della stessa. In questi giorni è successa una cosa abbastanza inusuale. La scorsa settimana c’era sulla Turchia, quindi a est, un’area a bassa pressione, cioè una zona perturbata, con dell’aria particolarmente fredda in quota. Di solito tutti i movimenti atmosferici vanno da ovest verso est ma stranamente in queste due settimane è accaduto il contrario: la bassa pressione è arrivata da est ed è rimasta bloccata lì. L’aria fredda in quota è molto più densa di quella calda che sta sotto e questo innesca dei movimenti verticali violenti. Il fatto che i temporali di questi giorni, oltre che violenti, siano anche molto circoscritti e localizzati dipende invece dalla particolarità morfologica e topografica del nostro territorio.

Quindi è una combinazione di più fattori?

Esatto. Alla base di tutto, c’è una combinazione di una situazione meteorologica particolare, dovuta alla presenza di questa aria fredda in quota proveniente da est e dalla topografia complessa che ha l’Abruzzo e in particolar modo l’Aquilano. È una combinazione che andrebbe studiata più nel dettaglio ma, come dicevo, ci vorrebbe una copertura strumentale più estesa. Dovremmo mettere un pluviometro ogni chilometro quadrato, una cosa irrealizzabile perché troppo costosa. I satelliti non sono in grado di catturare questi eventi così localizzati, l’unico strumento adatto è il radar. Stiamo cercando di costruire una serie storica usando proprio il radar ma è una procedura che richiederà parecchio lavoro perché è uno strumento con caratteristiche molto più complesse.

Quando cambierà la situazione? Quali sono le previsioni per i prossimi giorni?

Le cose dovrebbero cambiare tra domani e dopodomani, quando arriverà un fronte di bassa pressione più classico, proveniente dall’Atlantico, che smuoverà questa sacca di aria fredda che si è creata sull’Italia. Per quanto riguarda le proiezioni, oggi sarà uguale a ieri, quindi aspettiamoci altri temporali. Domani (sabato, ndr) è prevista una situazione di transizione: per via della perturbazione atlantica di cui parlavo, l’atmosfera sopra l’Italia si rimescolerà e tenderà a portarsi un’instabilità pomeridiana più classica, con temporali più deboli rispetto a quelli di questi giorni, che però interesseranno quasi solo il versante adriatico. Domenica invece arriverà una perturbazione vera, che porterà un calo delle temperature anche di 5/6 gradi.

Estate finita dunque?

Al contrario. Questa nuova perturbazione toglierà un po’ di aria fredda in quota e da lunedì ci sarà un anticiclone che porterà caldo e bel tempo per tutta la settimana.  

Un’ultima domanda: è corretto chiamare i temporali di questi giorni “bombe d’acqua”?

No. Le bombe d’acqua sono quelle che tirano i bambini. Non è assolutamente un termine tecnico, è solo un’invenzione giornalistica. Non esiste, a livello scientifico, una definizione del genere. Anche i fenomeni più forti come quelli di questi giorni si chiamano temporali.

Ultima modifica il Venerdì, 24 Agosto 2018 17:00

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