Colpo di spugna sul disastro ambientale di Bussi: la Cassazione ha annullato in serata la sentenza della Corte d'Assise d'appelo dell'Aquila che, il 17 febbraio 2017, aveva condannato 10 dei 19 imputati per disastro colposo, riconoscendo anche l'avvelenamento ma dichiarando il reato prescritto. Nella requisitoria davanti alla Quarta sezione penale, chiamata a decidere sui 16 ricorsi degli imputati, il procuratore generale Simone Perelli aeva chiesto la conferma delle condanne.
E' andata diversamente, con 4 assoluzioni e 6 prescrizioni.
Non ci sono colpevoli, insomma, sebbene vi siano ancora rifiuti pericolisi seppelliti nel sito industriale. Sebbene per quasi quarant'anni lo stabilimento Montedison di Bussi sul Tirino, esteso su 17 ettari, abbia avvelenato acqua e suolo per un totale di 500mila tonnellate.
"Tra 'non avere commesso il fatto' e 'annulla le statuizioni civili' si mette una bella pietra tombale su tutto, compresi i rifiuti pericolosi ancora seppelliti lì sotto", il commento amaro di Cristina Gerardis, avvocato dello Stato nel processo. "In Italia chi inquina non paga. Tranquilli. Peccato per il lavoro fatto, a questo punto inutilmente, e per un territorio che ritengo non riceverà il giusto ristoro e la giusta compensazione per il gravissimo danno subito", le parole di Gerardis. "L’unica consolazione personale è avere lavorato con impegno e dedizione fino all’ultimo, con i colleghi degli enti locali e delle associazioni ambientalistiche, con i tecnici che ci hanno assistito, con gli studenti che si sono dedicati con passione al caso della Tremonti. Fare l’avvocato forse è anche questo e bisognerebbe essere resistenti a prove così. Ma per Bussi e per l’Abruzzo, dentro di me, era diverso".
In primo grado, il 19 dicembre 2014, i 19 imputati erano stati assolti dall'accusa di aver avvelenato le falde acquifere, mentre il reato di disastro ambientale era stato derubricato in colposo e, quindi, prescritto; due anni dopo, il ribaltamento in appello, con la condanna a 3 anni di reclusione, pena condonata, di Maurilio Agugia, Carlo Cogliati, Leonardo Capogrosso e Salvatore Boncoraglio, all'epoca ai vertici della Montedison. Erano stati condannati alla pena di 2 anni invece, anche questa condonata, Nicola Sabatini, Domenico Alleva, Nazzareno Santini, Luigi Guarracino, Carlo Vassallo e Giancarlo Morelli, anche loro ex manager della società. La sostanziale modifica della sentenza di primo grado avev prodotto risarcimento danni e provvisionali a carico degli imputati quantificati in milioni di euro.
Ora, la Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna per Luigi Guarracino, Giancarlo Morelli, Leonardo Capogrosso e Salvatore Boncoraglio "per non aver commesso il fatto"; annullata senza rinvio la sentenza di condanna per avvenuta prescrizione nei confronti di Maurilio Aguggia, Carlo Cogliati, Nicola Sabatini, Angelo Domenico Alleva, Nazareno Santini e Carlo Vassallo. Praticamente cancellata, dunque, nella sua totalità la sentenza di condanna dei giudici della corte d’assise d’Appello.
Per chi auspicava una sentenza che potesse accelerare l’opera di bonifica di oltre 33 mila metri quadri di area contaminata, va aggiunto che la corte presieduta dal Giudice Patrizia Paccialli ha anche revocato le statuizioni civili, negando, di fatto, la possibilità di un risarcimento che avrebbe costretto l’Edison a finanziare la bonifica.
In definitiva, nessun colpevole per la discarica di rifiuti tossici più grande d’Europa e nessun ristoro per gli abitanti di Bussi e di tutta la Valpescara.