"Abbiamo lavorato per un anno intero per portare a casa questo risultato. Ci dicevano di lasciare stare, di assecondare il 'com’era, dov’era', di non sprecare tempo. Ce ne siamo fregati e abbiamo insistito: riunioni su riunioni, confronti aspri ed equilibri sempre sul punto di saltare. Senza proclami, senza grancasse mediatiche, senza annunci roboanti. Solo lavoro, impegno e determinazione".
Così Pierluigi Biondi ha commentato la notizia dell'approvazione in Giunta di un atto d'indirizzo che autorizza il primo cittadino a sottoscrivere il protocollo d'intesa con Regione, Asl e Arta per la realizzazione del masterplan di riqualificazione dell'area dell'ex San Salvatore; entro 30 giorni dalla firma, dovrà essere attivata la procedura per la stipula dell'accordo di programma.
Si risolve, dunque, una vicenda che, negli ultimi mesi, pareva essersi incancrenita e si compie il primo passo, importante, verso la definizione di uno dei primi, veri progetti di rivitalizzazione funzionale di uno spicchio di città.
Lo studio di fattibilità redatto dall'Univaq
L'accordo di programma si baserà sullo studio di fattibilità per il progetto di un Polo Universitario a San Basilio, presentato dall'Università nel luglio 2017; una risposta significativa per un'ulteriore qualificazione del sistema universitario cittadino, con la creazione di un importante polo culturale a servizio dell'intera collettività cittadina e connotata, d'altra parte, da un importante significato simbolico. Se si considera l'ubicazione del complesso edilizio ex San Salvatore infatti, a ridosso del centro storico, è chiaro come l'intervento di riqualificazione possa rappresentare un volano in grado di innescare auspicate processualità virtuose.
La proposta s'inserisce in un'ipotesi d'intervento più ampio, che viene da lontano, frutto dell'approvazione da parte del Comune dell'Aquila, nel 2003, di un programma di riqualificazione urbana in variante al piano regolatore generale. In sostanza, con tale strumento urbanistico il Comune sanciva la variazione di destinazione d'uso degli edifici in esso ricompresi, da sanitaria a direzionale, universitaria e culturale. In questa cornice, si inquadra l'acquisizione dell'Università dell'ala vecchia dell'ex Ospedale San Salvatore: "l'accordo prevedeva che, terminato il recupero dell'ala che oggi ospita il dipartimento di Scienze Umane, il Cipe avrebbe finanziato l'acquisto dell'ala vecchia", aveva spiegato Inverardi presentando il lavoro; dunque, "nel 2012, terminati i lavori, si è proceduto come da accordi; appena nominata Rettrice, abbiamo iniziato ad immaginare come riqualificare l'area: così, si è pensato di realizzare un polo bibliotecario che riunisse la Biblioteca Universitaria con la Salvatore Tommasi, delocalizzando anche l'Archivio di Stato per dare vita ad un polo documentale moderno, aperto 24 ore al giorno, una sorta di biblioteca 2.0, un luogo di fruizione pubblica gestito da più Istituzioni".
Inoltre, c'è già l'accordo con l'ADSU per localizzare a San Basilio la Casa dello Studente, realizzando, altresì, una mensa con annesso bar, ed un'aula ipogea sotto la piazza da 700-800 posti: "In centro storico, non abbiamo una sala ampia, capace di ospitare grandi eventi: sarebbe utile ai nostri scopi, e come struttura a servizio della città; considerato che già prima del terremoto, all'interno del Monastero di San Basilio, era stato realizzato un centro congressi importante, è chiaro come l'area potrebbe collegare insieme un numero di posti a sedere importante, ed in uno scenario unico per bellezza e pregio storico architettonico".
Ad entrare nel dettaglio dello studio di fattibilità era stato il responsabile scientifico Pierluigi De Berardinis, ingegnere e docente dell'Univaq, coadiuvato nel lavoro dall'architetta Carla Bartolomucci del Cnr, dal professore e ingegnere Francesco Giancola, e da quattro dottorande in ingegneria, Luisa Capannolo, Mariangela De Vita, Eleonora Laurini e Chiara Marchionni.
"In sintesi, lo studio si fonda sulla conoscenza del complesso edilizio esistente e sulla identificazione dei suoi valori, in parte scomparsi e in parte nascosti e obliterati da interventi successivi", spiegò a luglio del 2017 De Berardinis. "In questo modo, il complesso edilizio, recuperato tramite un progetto contemporaneo che non intende in alcun modo imitare l'antico, né sopprimerlo, potrà essere un luogo emblematico per la città e non soltanto un contenitore di nuove funzioni". Così, sono stati individuati i valori da salvaguardare ed evidenziare e gli elementi incongrui che, nel tempo, hanno alterato le caratteristiche architettoniche del complesso.
Sfogliando lo studio di fattibilità, si evince che "a tutte le destinazioni previste all'interno dell'ex Ospedale sarà possibile accedere dal fronte principale dell'edificio che affaccia su Piazza Natali; il vuoto che ricalca la presenza dell'antica Chiesa del Guasto assolverà il ruolo di percorso centrale e di snodo dei vari servizi. Nell'ottica di preservare l'esistente senza stravolgerne la spazialità, si inserisce la scelta progettuale di adattare gli ambienti dell'antico nosocomio a funzioni che non richiedono spazi di grandi dimensioni, come le residenze studentesche e il centro di alta formazione destinato alla didattica. Per le funzioni che necessitano, invece, di spazi più ampi (biblioteca e Archivio di Stato) sono state previste nuove volumetrie aggiuntive, sia ipogee che in elevazione. Le prime consentono di mantenere la totale fruibilità degli spazi aperti e delle visuali attualmente ostruite; i volumi in elevazione, invece, sono stati studiati in forma, dimensione e posizione al fine di divenire elementi complementari, fisicamente e funzionalmente, alle strutture esistenti, che rimangono così inalterate nella loro identità e nelle caratteristiche tipologiche".
All'esterno dell'ex San Salvatore, la scelta è stata quella di restituire alla città "la fruibilità di Piazza San Basilio e l'affaccio sulle mura antiche, ripristinandone la presenza, seppure soltanto accennata da una gradonata. Un auditorium - sala conferenze, come detto, sorgerà al posto dell'edificio ex Arta che verrà abbattuto e ricostruito altrove. La fruizione di questo ampio spazio pedonale all'aperto renderà il nuovo polo universitario completo e vivibile, con una piazza verde affacciata sulle mura che riconnetterà gli spazi delle attuali piazza Natali e piazza San Basilio".
Il progetto, inoltre, ha l'ambizione di riprendere ed evidenziare la traccia della viabilità storica, "introducendo un ingresso pedonale al nuovo polo da viale Duca degli Abruzzi, in corrispondenza dell'interruzione dell'antica via del Guasto; "da qui, viene ritrovata la percezione della piazza San Basilio con una visione diagonale, come avveniva in origine, e, in particolare, viene riproposto ed evidenziato il vuoto tra i due complessi storici, l'ex monastero di Sant'Agnese da un lato, e quello di San Basilio dall'altro", ha aggiunto De Bernardinis.
Facendo di conto, lo Studio prevede un polo bibliotecario di oltre 7mila metri quadri, per la Biblioteca universitaria riunita, la Biblioteca ex provinciale Salvatore Tommasi e l'Archivio di Stato; una Casa dello Studente da 100 posti letto, oltre alle strutture connesse, come la palestra; una mensa/bar da 250 posti a sedere e un auditorium di 700-800 posti.
La delibera di Giunta
Il documento disciplina la delocalizzazione in altro sito dell'edificio attualmente sede del Distretto provinciale dell'Arta Abruzzo, in viale Nizza, inagibile a seguito del terremoto 2009, al fine di configurare uno spazio aperto continuo di raccordo tra il nuovo polo e la città.
"Al fine di garantire l'attuazione degli interventi previsti dallo studio di fattibilità, Asl e Arta Abruzzo stipuleranno un atto notarile congiunto con il quale Arta acquisisce un immobile di proprietà Asl a Collemaggio e l'Asl acquisisce l'immobile di Arta ubicato in viale Nizza trasferendolo, contestualmente, all'Università degli studi dell'Aquila".
Dunque, "al fine della realizzazione della piazza aperta al pubblico, prevista in corrispondenza del sedime dell'attuale immobile di viale Nizza, il Comune dell'Aquila si impegna a riconoscere i corrispondenti diritti edificatori all'Università, la cui localizzazione sarà stabilita di concerto con l'amministrazione comunale nell'ambito dell'accordo di programma".
Col diradamento insediativo che verrà dall'abbattimento dell'edificio sede dell'Arta, verrà "valorizzato il sistema di connessione pedonale centro-periferia", che dal cuore della città "raggiunge le mura urbiche, e così "il parco lineare di viale della Croce Rossa col collegamento diretto da Piazza San Basilio al parcheggio pubblico interrato e infine la prima periferia urbana con Piazza d'Armi".
Un iter complesso
Presentato nel luglio 2017, a qualche giorno dall'insediamento dell'amministrazione Biondi, lo studio di fattibilità dell'Univaq rimase qualche mese nei cassetti fino a che, ad inizio di ottobre dello stesso anno, il capogruppo del Pd Stefano Palumbo - che da assessore della Giunta Cialente aveva seguito da vicino il progetto - presentò una mozione in Consiglio comunale che impegnava il sindaco e la giunta ad "assumere la delibera d'avvio delle procedure finalizzate alla sottoscrizione dell'accordo di programma" ed a "portare all'approvazione del Consiglio comunale la delibera di ratifica preferibilmente entro il mese di ottobre 2017". Si chiedeva, inoltre, di "sottoscrivere preliminarmente, e nell'auspicato spazio di 30 giorni, un protocollo d'intesa tra il Comune, la Regione, l'Università, l'Arta e l'Asl, finalizzato a rendere chiari tutti gli impegni reciproci, i tempi e la necessità di trovare nel più breve tempo possibile una adeguata soluzione per la sede dell'Arta attraverso la ricostruzione in via prioritaria di quest'ultima in altro sedime da individuarsi per motivi d'urgenza in una delle aree già oggetto di valutazione (nell'ex clinica medica di viale Duca degli Abruzzi oppure nell'area dell'ex Psichiatrico di Collemaggio)".
D'altra parte, il sindaco dell'Aquila - partecipando alla presentazione dello studio - aveva sottolineato come il progetto toccasse "argomenti importanti, e nell'agenda dell'amministrazione; innanzitutto, il tema della riqualificazione urbana di una porzione di città importante, che non ha avuto, fino ad ora, collegamenti strategici con un disegno più ampio. Inoltre, la disponibilità di spazi secondo esigenze effettive: rischiamo di ritrovarci con tante strutture inutili, e invece manca una sala ampia per ospitare, ad esempio, convegni e congressi di rilievo. E ancora, il tema della fruibilità e della sostenibilità degli spazi stessi, oltre alla mobilità che non va affatto sottovalutata e su cui stiamo già iniziando a ragionare in termini complessivi". Quello proposto da Univaq - aveva aggiunto Biondi - "è un percorso avviato, che mi auguro possa essere proficuo e che potrà dare risposte alla città: l'approccio è giusto, la collaborazione interisistuzionale sono convinto potrà dare un senso compiuto alla ricostruzione pubblica".
Tuttavia, un poco a sorpresa la maggioranza di centrodestra bocciò la mozione con 16 voti contrari della maggioranza di centrodestra e 2 astenuti (Maria Luisa Ianni ed Elisabetta De Blasis). "Appaiono superate le problematiche poste alla base del documento", spiegarono i capigruppo di maggioranza. Sin dai primi giorni dopo l’insediamento, aggiunsero Roberto Jr Silveri, Giorgio De Matteis, Daniele Ferella, Daniele D'Angelo, Roberto Santangelo e Raffaele Daniele, "si sono svolti incontri e trattative che hanno coinvolto Comune, Asl, Arta e Università per formalizzare una proposta di riqualificazione dell’area di San Basilio".
E invece, passarono altri 8 mesi senza che si fossero fatti passi in avanti significativi. Almeno ufficialmente.
Dunque, Palumbo ha ripresentato, di nuovo, la mozione sul masterplan che, nel luglio scorso, è stata finalmente approvata, impegnando così il sindaco ad avviare l'iter per la sottoscrizione del protocollo propedeutico all'accordo di programma che, a questo punto, si spera possa essere sottoscritto in tempi brevi.