Lunedì, 22 Ottobre 2018 18:08

Accord Phoenix si difende: "Stiamo portando a compimento il progetto"

di 

Non si è fatta attendere la risposta di Accord Phoenix che, nel pomeriggio, ha convocato una conferenza stampa - presenti i vertici aziendali - per replicare al comunicato stampa diffuso, stamane, dalla FIOM [ne abbiamo scritto qui].

In sostanza, il sindacato ha denunciato un 'caso' di fuoriuscita di polveri da toner, avvento nel settembre scorso - "non si è trattato di un caso isolato", l'affondo - che getterebbe ombre sulla tutela della salute dei lavoratori e sugli effetti ambientali delle produzioni. Non solo. I metalmeccanici hanno reiterato la richiesta d'avviare, al più presto, l'elezione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, "passaggio che consentirebbe di verificare il documento di valutazione dei rischi sia per quanto riguarda i materiali usati sia per quanto riguarda le postazioni di lavoro", sottolineando, altresì, "un ritardo quasi costante nel pagamento degli stipendi" e ribadendo, soprattutto, la preoccupazione per la situazione finanziaria dell'azienda, considerato che il bilancio d'esercizio 2017 non è stato ancora depositato e quello 2016 presenta un conto economico piuttosto preoccupante. Per non dire dell'impegno occupazione che è "ben lungi dall'essere stato rispettato, non solo in termini di numeri ma anche di bacino individuato".

I vertici di Accord Phoenix hanno voluto rispondere punto per punto. A partire proprio dall'incidente di settembre. "Abbiamo dei protocolli oggettivi e stringenti ai quali dobbiamo attenerci, dettati dall'autorizzazione integrata ambientale; inoltre, abbiamo adottato un documento di valutazione del rischio che riguarda le attività aziendali e l'uso delle macchine, disciplinato in modo puntuale", ha tenuto a specificare il direttore generale Francesco Baldarelli. "Lavorando rifiuti elettrici ed elettronici, siamo attenti al fatto che possano innescarsi attività non conformi alle autorizzazioni; d'altra parte, trattandosi di materiali pericolosi e non pericolosi - e ci riferiamo ai codici attribuiti dall'autorizzazione - sono lavorati in macchine particolari con procedure specifiche a seconda dei casi. Ebbene, l'episodio del settembre scorso richiamato sulla stampa attiene ad un rifiuto non pericoloso: sostanzialmente, ci è arrivato un carico da un fornitore di stampanti: è stato fatto scaricare, e abbiamo notato che c'era una componente di toner superiore alle previsioni. Immediatamente è stata interrotta la produzione: abbiamo bonificato l'area, contestato il carico, convocando poi le organizzazioni sindacali per la redazione di un verbale con indicate le procedure seguite". Tra l'altro, ha aggiunto Baldarelli, "proprio in quella occasione abbiamo ricordato che andavano nominati i Responsabili della Sicurezza, reiterando la richiesta già inoltrata l'anno precedente, il 22 giugno 2017, essendo la procedura di competenza sindacale. Ci teniamo che i rappresentanti vengano indicati: evidentemente, ci sono problemi tra le organizzazioni sindacali". 

In questi mesi di produzione, in azienda sono stati lavorati "377 tonnellate di flat screen e televisori (non a tubo catodico), 2.500 tonnellate di materiale elettronico misto, 222 tonnellate di cavi, una decina di tonnellate di lampade, con le procedure e i macchinari indicati; non è mai accaduto niente di particolare - ha chiarito Baldarelli - se non problemi di normale gestione: succede che, a volte, su un carico di dieci fotocopiatrici che dovrebbero arrivare sprovviste di toner ne arrivi una col toner, e dobbiamo toglierlo materialmente, ma si tratta di una condizione prevista nei protocolli. Sfido a trovare un impianto che non ha avuto, un giorno, un carico che non era in ordine. Può succedere alla Dompé, può succedere alla Otefal, ma non ho mai letto comunicati sindacali così solerti. Detto ciò, è evidente che la nostra, essendo una fabbrica di economia circolare, svolge attività diverse rispetto alla costruzione di impianti elettrici ed elettronici che avveniva in passato; per questa ragione, abbiamo selezionato accuratamente il personale che formiamo continuamente. Dunque, sono rimasto male alla lettura del comunicato stampa: giusto venerdì, ci eravamo incontrati con i rappresentanti sindacali interni e avevamo discusso delle prospettive importanti dell'azienda; avevamo comunicato l'avvenuto pagamento degli stipendi, non abbiamo mai mancato un mese di stipendio. Stiamo occupando 53 persone, siamo intenzionati ad assumerne altri, e i lavoratori sono tutti a tempo indeterminato, per scelta, qui non ci sono contratti interinali. Chiediamo soltanto di poter lavorare con serenità".

Baldarelli è un fiume in piena: riconosce gli errori commessi in passato, "non eravamo espertissimi e abbiamo pagato gli sbagli sulla nostra pelle", ma rivendica che "il management è all'altezza dei compiti, con i lavoratori abbiamo un ottimo rapporto e, se permettete, aver portato un fondo americano ad investire 47 milioni di euro a L'Aquila non era affatto scontato". Dunque, l'affondo: "se c'è una critica positiva, mi sta bene; se arriva, però, nel momento in cui stiamo portando finalmente a compimento il nostro progetto, per motivi che non conosco o, peggio, pretendendo di instaurare tavoli di altra natura per le assunzioni, non ci starò mai. E' chiaro? Continueremo in uno schema di correttezza". Piuttosto esplicita la stoccata alla FIOM.

Rispetto alle future assunzioni, il direttore generale ha chiarito che "lo sviluppo sarà progressivo, in ragione del materiale che produciamo e vendiamo: fino ad ora, abbiamo prodotto 963 tonnellate di ferro, 88 tonnellate di rame, 700 di plastica, 140 di alluminio, prodotti che riusciamo a collocare facilmente sul mercato". E l'auspicio è di arrivare a breve a produrre "32-35 tonnellate al giorno di elettronica mista, 4-5 tonnellate di flat screen e lampade, altre 10 tonnellate di materiale elettronico di derivazione industriale, 25-30 tonnellate di cavi; per questo, alcuni macchinari lavoreranno per più di un turno giornaliero, con un aumento dei lavoratori impiegati".

Sui bilanci, invece, ha provato a fare chiarezza il responsabile finanziario Michele Polini. "La società ha adempiuto agli obblighi: considerato ciò che abbiamo sofferto però, e cioé un fermo, era prevedibile una dilazione dei tempi amministrativi; tant'è vero che il bilancio del 2016 siamo riusciti ad approvarlo il 23 aprile 2018, non avendo avuto a disposizione parte della documentazione, e il bilancio del 2017, che nei termini ordinari avremmo dovuto approvare entro giugno, vi renderete conto che non abbiamo avuto tempo di redigerlo nei tempi, avendo approvato soltanto due mesi prima il 2016. Bisogna considerare, poi, che redigere un bilancio non significa semplicemente operare una somma o una differenza di numeri, bensì mettere nero su bianco una serie di considerazioni che servono ai soci, e a soggetti terzi, per assumere delle decisioni; ebbene, siamo arrivati all'approvazione del bilancio 2017 in seno al Consiglio d'Amministrazione e, nei prossimi giorni, verrà portato all'attenzione dell'assemblea dei soci". Un bilancio che chiuderà in negativo, riconosce Polini, "per il sequestro del sito da dicembre 2016 a luglio 2017 che, di fatto, ci ha permesso di mettere in esercizio l'impianto soltanto a fine ottobre".

Un ultimo chiarimento, sulle preoccupazioni per la salute dei lavoratori e per gli effetti delle lavorazioni sull'ambiente, è stato affidato all'ingegner Ugo Capezzali. "Abbiamo un colloquio costante con gli Enti che, previa capillare ispezione del nostro lavoro, ci hanno permesso di instaurare una serie di attività volte sia al miglioramento produttivo che ad un pedissequo rispetto ambientale posto sotto una lente molto accurata. Significa che abbiamo potuto prendere nuovi rifiuti in ingresso, per poter ottimizzare il processo produttivo e non limitarci alla prescrizioni inizialmente approvate: evidentemente, ci è stato consentito a valle di verifiche puntuali del modo in cui stiamo lavorando. Inoltre, abbiamo ottenuto l'accreditamento al centro di coordinamento Raee: in Italia, sono poche le aziende che sono riuscite ad accreditarsi in così poco tempo e con stardard di qualità tanto elevati, se si considera che la percentuale di purezza del nostro materiale supera il 99%. E ancora: una verifica puntuale dell'impatto esterno dell'azienda, sono i controlli che svolgiamo sulle matrici ambientali - in atmosfera, in acque superficiali, di falde o refluee - con cadenza superiore ai dettati di legge, perché siamo sicuri del nostro lavoro e non vogliamo in alcun modo impattare sull'ambiente. Anzi, ci prefiggiamo di migliorarlo: il riciclo dei rifiuti ha un duplice aspetto positivo, la riduzione della estrazione di materie prime e la riduzione della produzione di rifiuti". Entro dicembre, infine, Accord Phoenix otterrà la certificazione ISO 9000 e ISO 14000, "e non è da tutti con questa mole di attività produttiva" ha aggiunto Capezzali. Non solo. "Siamo riusciti ad ottenere la certificazione 333715 che ci offre la possibilità di ottenere e commercializzare materia prima seconda a partire dai rifiuti; si tratta di una intrapresa che non ha precedenti in Italia: saremo la prima azienda a conseguirla sebbene non ci sia ancora una normativa che la preveda. Probabilmente, diventerà giurisprudenza".

 

Ultima modifica il Martedì, 23 Ottobre 2018 14:16

Articoli correlati (da tag)

Chiudi