Venerdì, 26 Ottobre 2018 11:26

"Con i migranti per fermare la barbarie": a L'Aquila presidio in centro storico

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"La tavola contro le discriminazioni e per i diritti umani dell’Aquila aderisce alla mobilitazione nazionale ‘Con i/le migranti per fermare la barbarie’ nella piena consapevolezza di dover contribuire a rafforzare posizioni di civiltà, pace, convivenza e democrazia che sono messe in discussione quotidianamente anche da posizioni politiche nazionali che tendono ad abbassare il livello di tolleranza e conducono ad una preoccupante deriva razzista e xenofoba".

Lo scrive in una nota la "Tavola dei diritti umani dell'Aquila" che ha organizzato per domani, sabato 27 ottobre alle 11.30, un presidio su su Corso Vittorio Emanuele (portici della ex Cit), a cui parteciperanno tutte le associazioni, le organizzazioni, i movimenti ed i sindacati che hanno sottoscritto la piattaforma nazionale presenti sul nostro territorio".

"Ci sono segnali di alternative possibili -si legge nella nota- come dimostra la grande partecipazione alle recenti vicende di Lodi e di Riace o la massiccia partecipazione di uomini e donne alla marcia della Pace Perugia-Assisi. La tavola dei diritti umani dell’Aquila vuole testimoniarne la presenza, anche nella nostra città, con la convinzione, mai venuta meno, che un altro mondo sia possibile"

"La cittadinanza -conclude la nota- è invitata a partecipare al presidio, si invitano inoltre le forze politiche locali ad aderire formalmente alla giornata di mobilitazione dando il segnale di voler arginare il dilagare di posizioni lontane dalla storia, della nostra democrazia e dalla nostra Costituzione".

Alla mobilitazione aquilana hanno aderito anche il Circolo di Sinistra Italiana e Articolo 1 L'Aquila.

"Invitiamo tutte e tutti a partecipare perchè in un periodo storico in cui dilagano le disuguaglianze sociali riteniamo che l'individualismo e l'odio non siano un modo per riscattare le nostre comunità -afferma Articolo 1 L'Aquila- Di fronte ad un governo che costruisce il consenso sulla paura, scendiamo in piazza per affermare la necessità di costruire una società solidale e inclusiva, che continui a dare vigore e speranza a un fermento che vive nelle numerose piazze e iniziative che rivendicano dignità e diritti per tutte e tutti.

La nota del Circolo di Sinistra Italiana L'Aquila

"Una risposta in nome dei diritti, del rispetto, del senso di umanità che non possiamo e non dobbiamo smarrire -si legge nella nota del Circolo di Sinistra Italiana L'Aquila- I primi segnali di un'alternativa sono arrivati con la reazione all'attacco a Riace e al suo sindaco Mimmo Lucano, con la straordinaria sottoscrizione per permettere l'accesso alla mensa e ai servizi di trasporto, ai bambini figli di cittadini stranieri, negati da un'ordinanza della Sindaca di Lodi e il grande consenso che sta raccogliendo il progetto Mediterranea".

"In Italia soffia un vento preoccupante di propaganda e, peggio, di violenza -prosegue Sinistra Italiana- Adulti, minori, donne sole, bambini trovano in Italia un'ostilità crescente. E come se non bastassero il blocco delle navi e il boicottaggio delle Ong, il Governo approva un Decreto che, se accolto dal Parlamento, metterebbe ancora più a rischio la loro vita.

"Un Decreto che punta a demolire il diritto d'asilo, a consegnare ai privati l'accoglienza puntando sui grandi centri che alimentano corruzione e razzismo, scaricando sui territori costi, disagio e tensione sociale. E' il tempo di compiere un primo grande passo -conclunde Sinistra Italiana- tutti insieme e possiamo farlo anche a L'Aquila manifestando per l'accoglienza e contro le politiche del governo sull'immigrazione."

L'appello lanciato dall'ARCI

In Italia e in Europa risuonano forti campanelli di allarme.

I princìpi di civiltà e di convivenza democratica sono tornati a essere bersagli di chi vuole dividere, reprimere, escludere, cacciare.

Razzismo e xenofobia vengono ogni giorno instillati tra gli italiani del Nord e del Sud, e si diffondono nelle città e nelle periferie sociali. Ma se prima si trattava soltanto di segnali universalmente considerati negativi, adesso i sintomi sono rappresentativi di un’involuzione profonda. E fanno paura.

A fronte di un cambiamento così preoccupante, è necessario intensificare ed estendere la risposta di popolo contro le violenze, i soprusi, le prepotenze che scendono dall’alto come una nera cappa che copre il nostro Paese. Una risposta in nome dei diritti, del rispetto, del senso di umanità che non possiamo e non dobbiamo smarrire.

I primi segnali di un’alternativa sono arrivati con la reazione all’attacco a Riace e al suo sindaco Mimmo Lucano e con la straordinaria sottoscrizione per permettere l’accesso alla mensa e ai servizi di trasporto, ai bambini figli di cittadini stranieri, negati da un’ordinanza dalla Sindaca di Lodi.  Così come con la grande risposta delle magliette rosse, con la manifestazione a Catania per pretendere lo sbarco e il soccorso dalla nave Diciotti, con la straordinaria partecipazione alla marcia della pace Perugia-Assisi e il grande consenso che sta raccogliendo il progetto Mediterranea.

Da più parti viene la richiesta di una battaglia di civiltà, in difesa della democrazia costituzionale. E contro le diseguaglianze, contro le povertà, sociali e culturali che i ministri dell’odio manipolano, strumentalizzando il disagio e la sofferenza che coinvolgono milioni di italiani, per rivolgere la rabbia nei confronti delle persone più deboli dei nostri tempi: i migranti.

A questa gente, a milioni di donne, uomini, bambini viene negato qualsiasi diritto. È un’umanità che fugge da fame, povertà, guerre, terrore. Di questo immenso popolo, una piccola parte vorrebbe venire in Italia, anche solo per attraversarla. Lo vorrebbe fare rivolgendosi agli Stati, legalmente e senza rischiare la vita. Ma leggi e politiche  sempre più proibizioniste e liberticide producono morte e sofferenza e alimentano la criminalità e le mafie.

In Italia soffia un vento furioso di propaganda e, peggio, di violenza. Il limite della intolleranza si traduce in forme di aggressione e regressione sempre più gravi. I migranti diventano ostaggi, nemici, gente pericolosa. Insultati, picchiati, feriti da armi da fuoco, concentrati in centri invivibili. Adulti, minori, donne sole, bambini trovano in Italia un’ostilità crescente. E come se non bastassero il blocco delle navi e il boicottaggio delle Ong, il governo approva un decreto che, se accolto dal Parlamento, metterebbe ancora più a rischio la loro vita.

Un Decreto che punta a demolire il diritto d’asilo, a consegnare ai privati l’accoglienza puntando sui grandi centri che alimentano corruzione e razzismo, scaricando sui territori costi, disagio e tensione sociale.

Eppure nonostante le difficoltà politiche, nonostante i dubbi, nonostante le divisioni, tanti italiani sono disposti a fare argine al drammatico dilagare di comportamenti “cattivi”, che non avevamo ancora mai visto prima verso i più indifesi. Ma c’è di peggio, perché chi perseguita i deboli non se ne vergogna. Ostentando e stimolando odio.

A questa vasta area democratica, religiosa e laica, spetta il compito di tenere alta la bandiera della civiltà, della pace, della convivenza tra diversi, della democrazia.

La chiesa di Papa Francesco interpreta con lucidità i tempi presenti.

Il mondo cattolico, con le sue strutture e i suoi giornali, insieme alle tante associazioni sono già impegnati in aiuto dei migranti e in prima fila contro razzismo e xenofobia. Altrettanto il mondo laico: donne, uomini, giovani e meno giovani, compagne e compagni, preoccupati e convinti della necessità di dare un’ampia e forte risposta alla crescente barbarie.

È il tempo di compiere un primo, grande, passo. Tutti insieme. E possiamo farlo manifestando ‪il 27 ottobre 2018‪, non in una ma dieci, cento città.

Ultima modifica il Sabato, 27 Ottobre 2018 17:21

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