Vertice in Prefettura per discutere dello stallo della ricostruzione.
Attorno al tavolo, una delegazione di sindaci - altri erano in presidio sotto la Prefettura - amministratori, sindacati e categorie che hanno informato il prefetto Giuseppe Linardi della gravità della situazione.
Dal 31 di ottobre, l'Ufficio speciale per la ricostruzione del cratere è privo di titolare, di colui, in sostanza, che ha il potere di firma, e così l'Ufficio speciale per la ricostruzione dell'Aquila, a seguito della nomina di Raniero Fabrizi al vertice della Struttura tecnica di missione. "Al Prefetto abbiamo chiesto di interloquire col governo e sollecitarlo a superare in ogni modo la situazione gravissima del blocco della ricostruzione negli ultimi mesi", spiega la deputata dem Stefania Pezzopane.
"Il governo ben conosceva la scadenza dei vertici degli uffici preposti alla ricostruzione", l'affondo; "abbiamo sollecitato la Presidenza del Consiglio a procedere per tempo alle nomine. Abbiamo chiesto inutilmente incontri. Si sono comportati con arroganza e ostilità, negando il problema, hanno fatto scadere i Direttori degli uffici senza avviare la procedura. Ed ora ci ritroviamo con pratiche che si accumulano sui tavoli, senza nessuno che firma, i professionisti non vengono pagati, le imprese dovranno bloccare i lavori e licenziare le maestranze. Un comportamento vergognoso".
Il Prefetto si è impegnato a sollecitare il governo anche ad eventuali nomine ad interim nelle more delle lunghe procedure tardivamente prese in considerazione dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Un passo in avanti si è fatto: nei giorni scorsi, è stata nominata la Dott. Sabrina Bono a far parte della terna per l’esame dei curricula dei professionisti che hanno risposto all'avviso pubblico del maggio scorso; col rappresentante della Regione e del Comune dell'Aquila, per ciò che attiene all'Usra, e dei comuni del cratere, per l'Usrc, dovranno selezionare i profili idonei a ricoprire i delicati ruoli. Tuttavia, i tempi saranno lunghi: assunte le scetel, andranno firmati i contratti, formalizzati gli incarichi con decreto del Consiglio dei ministri fino alla bollinatura della Corte dei Conti.
Ci vorranno mesi.
CGIL: "Va riunito il Tavolo di coordinamento. Servono soluzioni definitive"
La Cgil ha partecipato stamane al presidio dinanzi la Prefettura dell’Aquila, avendo condiviso le motivazioni a base della mobilitazione indetta dai sindaci del cratere e fuori cratere del sisma del 2009.
"Torniamo a ribadire che sulla base dei dati forniti dagli Uffici Speciali per la Ricostruzione e dalla Cassa Edile dell’Aquila riscontriamo un significativo rallentamento nella capacità di spesa e di conseguenza del numero degli addetti nei cantieri della ricostruzione - ribadisce il sindacato - corrispondente a una riduzione complessiva di oltre il 20% delle maestranze impegnate. Infatti, da un dato di circa 10.000 addetti di due anni fa, ad oggi ne risultano al lavoro circa 8000. Conseguentemente da una massa salari di circa 82 milioni (periodo ottobre 2016-settembre 2017) passiamo a circa 70 milioni (ottobre 2017-settembre 2018), con una riduzione di massa salari di 12 milioni".
A tutto ciò è connessa l’eccessiva lentezza della ricostruzione pubblica e il fenomeno del dumping contrattuale a cui ricorrono molte imprese. "Non è un caso che da quasi due anni abbiamo richiesto la reintroduzione del DURC per congruità, onde consentire, come accaduto fino a dicembre 2016, di verificare cantiere per cantiere l’indice di congruità per la manodopera, ossia il numero di operai necessari in un cantiere in base all’importo dei lavori. Avevamo anche sottolineato, ancora una volta, la problematica dei dipendenti pubblici impegnati nella filiera della ricostruzione e le necessarie e complessive soluzioni normative e finanziarie per tale personale, anche al fine di scongiurarne un inesorabile esodo. Interventi che superassero le disuguaglianze e le criticità generate in questi anni, armonizzando le leggi e i provvedimenti emergenziali finalizzati alle assunzioni del personale nelle diverse tipologie contrattuali con le attuali previsioni normative, portando all’ordinarietà contrattuale centinaia di lavoratori impegnati quotidianamente in queste attività. Avevamo tra l’altro sottolineato le gravi conseguenze legate alle ormai avvenute scadenze dei titolari degli Uffici Speciali per la Ricostruzione e la mancata individuazione, da parte del governo, di un referente politico dedicato".
L’assenza dei titolari degli Uffici Speciali ha generato un’inevitabile confusione: "non è ammissibile - l'affondo della Cgil - un’interruzione di continuità nella titolarità delle responsabilità degli uffici per la ricostruzione. Tutto ciò ha determinato un naturale rallentamento della ricostruzione, anzi con questi problemi e scadenze si è concretizzato addirittura un vero e proprio blocco".
L’esito della giornata di mobilitazione, cioè la proposta di nomina ad interim di un titolare degli Uffici Speciali per la Ricostruzione, rappresenta una risposta immediata all’emergenza, "una risposta però assolutamente parziale rispetto alle richieste di soluzioni definitive e complessive avanzate in questi mesi. Come abbiamo sempre sostenuto il governo ed il Parlamento devono assumere la ricostruzione del sisma del 2009 come priorità nazionale nell’agire politico quotidiano, individuando un responsabile politico con delega alla ricostruzione del sisma 2009, le necessarie soluzioni normative per la reintroduzione del DURC per congruità e le soluzioni complessive e definitive per il personale impegnato nella filiera della ricostruzione, ridefinendo tra l’altro un modello di governance efficace, efficiente e definitivo. Tutto ciò finalizzato a ridare nuovo impulso ai processi di ricostruzione pubblica e privata".
Nelle prossime ore, la Cgil chiederà al presidente vicario della Regione Abruzzo la convocazione d’urgenza del Tavolo di Coordinamento per la Ricostruzione del sisma 2009 al fine di individuare tutte le azioni utili alla soluzione delle problematiche emerse.