Massima espressione dell’architettura religiosa aquilana del XVIII secolo, edificata a partire dal 1713, per ricordare le vittime di un altro sisma, quello del 1703, Santa Maria del Suffragio, riaperta oggi alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fu duramente danneggiata dal terremoto del 6 aprile 2009.
Le immagini in diretta del crollo della cupola, progettata dall’architetto Giuseppe Valadier, fecero il giro del mondo, facendo divenire la chiesa uno dei simboli del sisma.
L'intervento di restauro è stato avviato nel 2014 - dopo un percorso diplomatico, amministrativo e tecnico intrapreso all'indomani del sisma con il Protocollo interministeriale sottoscritto nel 2010 e perfezionato poi nel 2012 - ed è stato gestito dal Segretariato regionale Mibac.
I lavori, durati quattro anni e eseguiti da un'associazione di imprese composta da Italiana Costruzioni e Fratelli Navarra, sono costati, in totale, circa 8,5 milioni di euro. 6,5 milioni provengono per metà, da una donazione del governo francese e, per l'altra metà, da fondi del governo italiano. I restanti 2 milioni sono stati stanziati dalle delibere Cipe 43/2012 e 77/2015.
Il restauro ha dovuto porre rimedio al collasso della cupola e di larga parte del reggente tamburo, oltre che ai danni patiti dalla facciata in stile tardo barocco - rococò, dall’interno dalla struttura a croce latina e dalla decorazione pittorica.
Per la parte architettonica ha guidato i lavori lʼarchitetto Franco De Vitis, del Segretariato, mentre ha seguito il recupero di stucchi e decorazioni la storica dellʼarte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dellʼAquila e Cratere Anna Colangelo.