"È necessario continuare la mobilitazione per la riapertura del complesso sportivo di Santa Barbara, una mobilitazione che dovrà vedere la partecipazione anche delle associazioni sportive, degli utenti e dei cittadini che negli anni hanno frequentato un luogo tanto caro agli aquilani e non solo".
A scriverlo, in una nota, sono Francesco Marrelli e Anthony Pasqualone, rispettivamente segretario CGIL Provincia dell’Aquila e segretario FP CGIL Provincia dell’Aquila.
Lo scorso 29 novembre, lo ricordiamo, i lavoratori della cooperativa Verdeaqua Smile occuparono gli impianti del complesso sportivo di Santa Barbara per chiedere la "riapertura immediata della struttura". A seguito del "blitz" i lavoratori furono ricevuti dall'assessore allo sport del Comune dell'Aquila Alessandro Piccinini e dal funzionario del settore opere pubbliche impiantistica Dino Tarquini. In quell'occasione il Comune annunciò l'intenzione di assumere la gestione temporanea della struttura in attesa della pubblicazione del bando per l'assegnazione definitiva.
La nota completa della Cgil
È ora di riappropriarci di un bene comune, che da sempre ha rappresentato una funzione di socializzazione e una naturale destinazione ad interesse collettivo. È ora di difendere il lavoro di chi negli anni ha garantito la continuità delle attività all’interno della struttura, nonostante le mille difficoltà riscontrate, anche a seguito di ritardi nei pagamenti degli stipendi.
Un luogo che per sua destinazione è tra i primi in regione per le attività che svolge e per la complessità dei servizi che garantisce a favore dell’intera collettività. Riteniamo necessario un atto di responsabilità che dovrà arrivare in tempi brevi e certi al fine di garantire la continuità lavorativa dei dipendenti e dei collaboratori sportivi, e che preveda la celere ripresa della funzionalità dell’impianto e di tutti i servizi in esso contenuti.
Ricordiamo ancora una volta che i lavoratori sono senza stipendio dal mese di agosto e che la situazione rischia di degenerare fino al licenziamento di tutti i dipendenti, 18 a tempo indeterminato, di cui 6 diversamente abili e 14 collaboratori sportivi. Chiediamo l’apertura, da parte del Comune dell’Aquila, di un tavolo di programmazione e di coordinamento delle attività al fine di verificare gli effettivi interventi necessari alla riapertura, che sia un tavolo aperto ai tanti portatori di interesse che continuano a credere nelle potenzialità del complesso sportivo di Santa Barbara. Un confronto che sarà utile anche a capire le eventuali responsabilità che hanno portato alla chiusura della struttura dopo l’incidente avvenuto il 10 ottobre con lo sversamento del cloro, e soprattutto a comprendere compiutamente lo stato dell’arte e il contenuto dei documenti prodotti dalla cooperativa Verdeaqua Smile in qualità di gestore per oltre 30 anni dell’impianto sportivo.
Il ripristino della funzionalità dell’impianto deve essere una priorità dell’amministrazione comunale per garantire il lavoro e per far ripartire i luoghi di socialità del nostro territorio. Per tale ragione lanciamo una mobilitazione da tenersi lunedì 17 dicembre dinanzi il complesso sportivo di Santa Barbara, con l’obiettivo di difendere il lavoro, i servizi e i luoghi destinati a rendere maggiormente vivibile e fruibile la nostra città dopo il sisma del 6 aprile 2009.
Associazione Atlantide: "Garantire la riapertura"
Alla mobilitazione aderiranno varie associazioni che svolgevano la propria attività all'interno del complesso sportivo di Verdeaqua. Tra queste c'è anche la scuola sommozzatori Atlantide, che, in una nota, esprime "la propria posizione di fermezza circa l’attuale grave situazione che vede protagonista il complesso sportivo di Santa Barbara. Dopo due lunghi mesi di chiusura dell’intera struttura, lo stato delle cose è rimasto invariato".
"Tralasciando le criticità dovute alla mancata retribuzione dei dipendenti, che di fatto sono senza stipendio dal mese di agosto 2018" si legge ancora "tralasciando il disagio arrecato ai circa 4000 utenti che abitualmente usufruivano del complesso sportivo e tralasciando le conseguenze tecniche legate al fermo degli impianti, vogliamo come associazione sportiva sottolineare le nostre difficoltà".
"Tutti i disagi sopra elencati sono strettamente collegati alle attività dell’associazione Atlantide scuola sommozzatori che oltre ad organizzare corsi per lo svolgimento della subacquea organizza anche corsi di nuoto propedeutici e di supporto a questo sport. Come è ovvio queste attività necessitano dell’utilizzo costante di una piscina ma purtroppo ad oggi, data la chiusura del complesso di Santa Barbara, Atlantide scuola sommozzatori si trova nella totale impossibilità a svolgere tutte le sue attività in quanto, anche considerando l’ipotesi di utilizzare altri impianti presenti in città, ciò è reso impraticabile dalla loro saturazione conseguente proprio alla chiusura di “Verdeaqua”".
"A questo punto non è più possibile procrastinare alcuna decisione, motivo per cui l’associazione Atlantide scuola sommozzatori richiede con urgenza l’apertura di un tavolo tecnico da parte del Comune dell’Aquila volto a delineare le linee guida per la riapertura imminente del complesso sportivo di Santa Barbara".
"Eventuali ritardi dovranno comunque garantire ad Atlantide scuola sommozzatori la disponibilità per l’utilizzo sistematico degli impianti esistenti in città affinché possa riprendere i corsi per l’attività subacquea e di nuoto".
"La riapertura del complesso sportivo di Santa Barbara deve essere una priorità dell’amministrazione comunale che deve garantire la ripresa delle attività e del lavoro dei dipendenti, per tale ragione appoggiamo e ci associamo alla mobilitazione che si terrà Lunedì 17 Dicembre dinanzi il complesso sportivo di Santa Barbara, condividendo sin da ora le varie necessità di chi come la nostra organizzazione ha un interesse a difendere il lavoro, i servizi ed i luoghi destinati a rendere maggiormente vivibile e fruibile la nostra città dopo il terremoto".
La nota della 99 Sport L'Aquila
Anche la società 99 sport aderirà alla manifestazione di lunedì.
"Togliere ai nostri ragazzi lo spazio per nuotare" si legge in una nota "è come dire a L'Aquila non puoi più volare! Non si può permettere che i nostri 300 bimbi, piccoli atleti e atleti che fino a due mesi fa si incontravano per stare insieme e fare sport, oggi debbano disperdersi interrompendo quei rapporti associativi, di sana crescita e di amicizia costruiti nel tempo!".
"Non possiamo permetterci che vivano di nuovo il senso di confusione, disagio e frattura di "un secondo terremoto"! Li proteggeremo con tutti noi stessi!!! Per questo motivo la nostra associazione sportiva, Lunedi 17 dicembre, sosterrà l’iniziativa della Cgil e rappresenterà il mondo dell’associazionismo sportivo a supporto dei lavoratori, collaboratori sportivi e tutti gli atleti agonisti e preagonisti che praticavano le attività nel centro sportivo S.Barbara fino all’11 ottobre 2018".
"Sono più di due mesi che il centro sportivo di Santa Barbara risulta chiuso, creando un totale disagio per le Associazioni, per i lavoratori dipendenti e collaboratori sportivi, per le famiglie che vedono in quel centro un punto di aggregazione per i propri ragazzi. La situazione è ormai insostenibile e ormai tutti si chiedono: per quanto ancora lo sport, in questa situazione di completo degrado, potrà continuare a dare lustro alla nostra città?
E per quanto ancora i nostri ragazzi riusciranno a sopportare di viaggiare nelle piscine dell’intera provincia o di allenarsi in orari impossibili? E' con amaro dispiacere che constatiamo che è l'amministrazione stessa che costringe i nostri ragazzi a spostarsi altrove per cercare realtà che li possano sostenere nella costruzione di un futuro sportivo, ma anche e soprattutto sociale. Sono i ragazzi il futuro della nostra città ferita; perché l'amministrazione comunale non li protegge, non valorizza il loro talento, non rafforza il loro attaccamento alla città sostenendo i loro sogni? Perché lo sport nella nostra città non ha diritti?".
"Sono più di due mesi che girovaghiamo per tutte le piscine della provincia e svolgiamo allenamenti in orari e piscine non idonee a quella che è l'attività agonistica dei nostri atleti, tutto questo non è più possibile e per questo chiediamo a gran voce l’imminente riapertura del centro sportivo Verdeaqua e fin quando questo non sarà possibile è fondamentale che l'Amministrazione comunale in via straordinaria ci assegni spazi acqua provvisori in altri impianti comunali , idonei all'attività agonistica e preagonistica e a prezzi sostenibili dalle associazioni".
"Il nostro intento è quello di lottare per salvaguardare i diritti dello sport cittadino, convinti che lo stesso è un tesoro di valori umani, che la squadra non è rappresentata soltanto da chi partecipa alle gare; è anche l’intero movimento sportivo, atleti, genitori, tecnici e dirigenti che passano il testimone dei valori dello sport tra persone, generazioni e scuole di atleti".
La lettera di un'atleta: "Sarà il mio primo Natale senza nuoto"
Pubblichiamo qui di seguito la lettera speditaci da un'atleta che praticava la propria attività agonistica nella piscina di Verdeaqua, che ha chiesto di rimanere anonima.
Giorno 71.
Sono passati più di due mesi dalla chiusura dell'impianto sportivo Verdeaqua.
Oggi centinaia di utenti, di famiglie, di dipendenti, di società sportive ancora non hanno ricevuto chiarimenti riguardo la cessazione delle attività.
Gli ultimi aggiornamenti sulla situazione della struttura risalgono al 10 ottobre; il comunicato recita: "Si è resa necessaria la chiusura dell'impianto causa evaporazione cloro in seguito a reazione chimica negli ambienti della vasca di compenso della piscina grande".
In data 11 ottobre arriva il comunicato di reiezione del ricorso per il riconoscimento della titolarità della gestione del centro sportivo di S Barbara, presentato dalla gestione temporanea.
Quest'ultima, affidata alla sig.ra Sandra Giordani, non ha mai reso pubblica la propria volontà di ritirarsi qualora avesse perso il ricorso, continuando a garantire abbonamenti mensili, semestrali e addirittura annuali alle diverse discipline praticabili nelle strutture dell'impianto e coordinate dalla società sportiva Verdeaqua Smile; abbonamenti che per precauzione e tutela degli utenti non avrebbe dovuto rilasciare.
Il 12 ottobre sulla pagina Facebook "Verdeaqua" ora rinominata "Dipendenti Verdeaqua" viene pubblicato il messaggio d'addio al progetto di Sandra Giordani e il ringraziamento al suo staff.
Nonostante gli ostinati tentativi di mettersi in contatto con chi ha gestito iscrizioni e
abbonamenti fino al 10 ottobre, gli ormai ex utenti di Verdeaqua Smile e delle strutture messe a disposizione dalla gestione dell'impianto non sono riusciti ad avere indietro i propri soldi, dichiarando di sentirsi vittime di una truffa.
Come per curiosa coincidenza, rispettivamente uno e due giorni dopo la reiezione del ricorso e i danni tecnici rilevati nella piscina del centro sportivo, la gestione provvisoria decide di uscire di scena e con essa i soldi delle centinaia di abbonati che attendono ancora il rimborso.
Con l'avvento del nuovo anno le domande che la gente si pone sono molteplici.
Perché la gestione temporanea non è rimasta fino al nuovo bando di gara? Perché è stata data così tanta libertà a questa gestione ottenendo solo la chiusura di uno degli impianti sportivi più importanti della città e atti fraudolenti ai danni degli utenti?
Perché in questo momento focale la struttura è stata letteralmente abbandonata? E ancora perché il comune non ha tutelato l'impianto e le società che ad esso si appoggiano, così da garantire continuità di servizio e una sospensione atta alla riparazione dell'impianto e niente più?
Oggi, 13 dicembre, il centro sportivo risulta chiuso, danneggiato e non gestito.
Più di quaranta dipendenti sono a casa senza stipendio, più di trecento utenti sono in attesa di risarcimenti, risposte e differenti sistemazioni; d'altro canto c'è la speranza di riapertura che si fa largo tra i molti.
Un'altra realtà è rappresentata dalle società sportive agonistiche che Verdeaqua ospitava.
Per una squadra costituita da più di cinquanta atleti e rispettive famiglie è dura trovare una nuova sistemazione in una città che offre ben poche, rispettabili alternative.
Il comune in questo frangente sembra adottare la politica del "me ne lavo le mani".
D'altronde perché garantire futuro ad un impianto sportivo danneggiato e indebitato che dava sostegno soltanto a due delle società agonistiche più influenti del panorama sportivo, provinciale e non solo, nell'ultimo decennio?.
Ho nuotato a Verdeaqua per più di quindici anni e faccio parte di una squadra agonistica che sfortunatamente non ha trovato spazi idonei e sufficienti per portare avanti un progetto sportivo ed educativo.
In questi mesi sono successe cose che non avrei mai pensato potessero accadere.
Ho sentito parlare di nobili valori e progetti che condurranno alla crescita della nostra città, ma ho visto solo gente sfruttare questa situazione a scapito di altre persone.
Ho visto delle privazioni, delle quotidianità distrutte, dei sogni di piccoli atleti frantumarsi.
Ho visto ragazzi medagliati a livello europeo costretti ad allenarsi in piscine da sedici metri, atleti con brillanti prospettive abbandonare il nuoto e dedicarsi ad un altro sport, famiglie disposte a guidare per più di cento chilometri al giorno per dare la possibilità ai propri figli di nuotare per un'ora in una vera piscina; ed io che pensavo che il vero sacrificio lo avessero fatto i miei quando la piscina l'avevo sotto casa.
Ho visto padri e madri svegliarsi alle cinque di mattina e andare a letto a mezzanotte perché ai loro piccoli sportivi è negato l'ingresso nella piscina comunale cittadina in orari più convenienti, in modo da conciliare lo sport con le attività scolastiche e lavorative.
Ho visto la piscina in cui sono nata e cresciuta, in cui ho vinto medaglie e digerito sconfitte, dove ho consumato la mia infanzia e adolescenza, dove sono diventata adulta, nel bene e nel male, dove ho imparato molto e molto ho ancora da apprendere e migliorare.
Quelle corsie in cui ho trovato amici e avversari, in cui ho conosciuto la mia seconda famiglia, le ho viste diventare spettri, risucchiarsi l'acqua e con essa tutta la vitalità che aveva quel posto, le ho viste divenire fatiscenti come lo è diventato l'impianto, un altro caso di negligenza e incapacità umana.
Questa non è una lettera d'odio. E' un appello di speranza a sostenere una causa che non appartiene a nessuno ma che può essere di tutti.
In questo Natale, il mio primo Natale senza nuoto, il più aspro, chiedo protesta, solidarietà e contributo da parte di tutti affinché il mio più grande desiderio possa diventare il regalo migliore per i piccoli atleti aquilani.
Così che anche loro, come me, possano tra qualche anno avere l'occasione e il privilegio di commuoversi pensando e scrivendo del proprio sport. Esorto il comune e i "poteri forti" a mobilitarsi per la nostra causa, in previsione della futura riapertura di Verdeaqua.