Venerdì, 25 Gennaio 2019 15:11

Crisi call center: rimandato il tavolo ministeriale. I lavoratori in presidio davanti alla sede ex E-care: "A rischio oltre 300 posti"

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Si è concluso con un nulla di fatto l'incontro tra le parti svoltosi questa mattina al Mise per fare il punto sulla vertenza Olisistem start, (ex E-care), dove sono a rischio 34 di lavoro per l'applicazione della clausola sociale sul comparto Acea Idrico.

L'incontro romano, che presentava all'ordine del giorno l'approvazione di una norma che renda obbligatorio il rispetto del principio di territorialità nel caso di applicazione della clausola sociale, è stato rimandato a martedì 29 gennaio. Le organizzazioni sindacali che hanno preso parte al tavolo odierno insieme al presidente vicario della regione Abruzzo Giovanni Lolli, alle aziende Call&call e Olisistem start fanno sapere che "la Committente Acea, punto focale per la risoluzione della vertenza, era assente per impegni pregressi". Di qui, la necessità di fissare un nuovo incontro la prossima settimana.

Mentre a Roma era in corso il veetice ministeriale , i dipendenti Olistem start hanno dato vita ad un partecipato presidio di protesta davanti alla sede di Monticchio. Il rischio è che il trasferimento dei 34 lavoratori comprometta la sostenibilità dell'intero sito aquilano che, attualmente, conta 330 dipendenti, interinali compresi. Una crisi che potrebbe allargarsi a tutto il comparto call center, un settore che all'Aquila, è secondo solo a quello pubblico per numero di occupati.

Il punto centrale è l'assenza dell'obbligo del rispetto del requisito della territorialità nel caso di applicazione della clausola sociale prevista dalla normativa che regola il cambio di appalto nella gestione delle commesse. Attualmente la società subentrante è obbligata a riassorbire il personale ma ma non a mantenerlo nello stesso sito, con la possibilità di trasferire i lavoratori anche in altre città, lontano da casa. Esattamente quello che sta succedendo ai 34 lavoratori Olisistem impiegati sulla commessa Ato 2.

"All'inizio di gennaio, attraverso la cessione del ramo di azienda, siamo passati da E-Care a Olisistem start Srl -afferma a newstown Gianluca Bissi, uno dei 34 lavoratori che rischia il posto di lavoro- La gara per il cambio di gestione della commessa Acea idrico, espletata lo scorso luglio, è stata vinta da un call center di Roma, il Call&call, con sede a Torre Spaccata. L'azienda, pur impegnandosi a ricollocare alle stesse condizioni contrattuali tutti i 34 lavoratori, è vincolata ad assumerli esclusivamente sul sito di Roma, come previsto dal bando di gara di Acea che impone, appunto, una sede unica. Si tratta di una sorta di licenziamento mascherato, dal momento che se non dovessimo accettare il trasferimento, perderemmo il posto di lavoro".

Stessa sorte potrebbe toccare ai 600 dipendenti di Lavorabile e Transcom, che gestiscono la commessa per il servizio di contact center di Inps/Inail/Equitalia. I lavoratori, attendono di conoscere l’esito definitivo della nuova gara d’appalto fatta dall’Inps, vinta dall’azienda Comdata (a capo di un raggruppamento di imprese che vede la partecipazione di Network Contact e Telesurvey). L’ente previdenziale ha chiesto alla società delle integrazioni e nel frattempo ha prorogato fino a giugno 2019 la commessa.

Per questo le organizzazioni sindacali, come affermato ieri nel corso di una conferenza stampa alla presenza del sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi e degli esponenti di Azione Politica Gianluca Zelli, Roberto Santangelo e Luca Rocci, intendono chiedere al governo di inserire, nella norma promessa sia da Salvini che da Di Maio che dovrà assicurare i trasferimenti necessari alla salvaguardia degli equilibri di bilancio del comune, una clausola sociale “rafforzata” con il requisito della territorialità.

Ma si può inserire l'obbligo del requisito di territorialità in un bando di gara già espletato? "Non lo sappiamo, questo sarà il motivo del contendere -afferma ancora Gianluca Bissi- qualcuno sostiene che il bando di gara sia invalido perchè prevede il riassorbimento del personale sul sito romano senza considerare che tra i lavoratori coinvolti non ci sono solo i romani ma anche i 34 aquilani".

"Nella sede aquilana abbiamo tutti i software necessari per gestire la commessa, il trasferimento non è indispensabile -aggiunge Tiziana Umbrico, dipendente Olistem-  ma dal momento che il bando di gara, che prevede la sede unica, è stato aggiudicato, si potrebbe pensare di reintegrare questi 34 dipendenti nelle commesse Acea e Poste che gestiamo qui".

I lavoratori temono che dietro il trasferimento dei 34 lavoratori ci sia l'intenzione di smantellare del tutto il sito aquilano che attualmente,oltre Acea idrico, gestisce le commesse Poste e Acea luce e gas. Più volte l'azienda Olisistem ha manifestato preoccupazioni circa la sostenibilità della sede di Monticchio, spiegando come un calo occupazionale, anche di poche unità, potrebbe determinarne la chiusura. Non solo. La scelta di Olisistem di non partecipare al bando di gara per la gestione della commessa ATO 2, sarebbe, per i lavoratori, un chiaro segnale delle reali intenzioni dell'azienda.

"Il 31 marzo ci sarà il rinnovo del bando Poste e a fine giugno quello di Acea energia e gas. La nostra preoccpazione è che la Olisistem decida di non prendere parte a queste gare, lasciando la gestione ad aziende che potrebbero imporre altri trasferimenti -afferma Franco Madama, sindacalista - In questo modo la sostenibilità del sito verrebbe del tutto compromessa e la dirigenza potrebbe deciderne lo smantellamento".

Più ottimista il presidente vicario della regione Giovanni Lolli, che a margine dell'incontro al Mise ha dichiarato: ""Risulta inaccettabile la posizione del trasferimento dei lavoratori su Roma perché equivarrebbe ad un licenziamento delle 34 unità. Acea ha consistenti interessi nella regione e sicuramente mostrerà la sensibilità necessaria per la risoluzione della vertenza. Il Ministero inoltre si è dichiarato ottimista sulla risoluzione della vertenza da parte di Acea".

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