Lunedì, 27 Gennaio 2014 07:26

'Giorno della Memoria': anche a L'Aquila, iniziative per non dimenticare

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Gennaio 1945. Bergen-Belsen. I soldati britannici e russi girano dei filmati nel campo di concentramento. Dopo aver visionato le immagini, Alfred Hitchcock rimase lontano dai Pinewood Studios per una settimana, traumatizzato e sotto shock.

Negli studios londinesi, il regista stava lavorando alla realizzazione del documentario 'Memory of the Camps' con il collega Sidney Bernstein. Era stato chiamato per ottimizzare il materiale in postproduzione. Nelle intenzioni degli Alleati, il film avrebbe dovuto essere proiettato al popolo tedesco per mostrare di cosa fosse stato corresponsabile ma si ritenne poi che fosse meglio non colpevolizzare e scioccare troppo i tedeschi per avviare una fruttuosa collaborazione con la Germania post-nazista.

Il film rimase così dimenticato negli archivi di stato britannici per decenni, fino a quando - nel 1985 - una versione incompleta fu ritrovata da un ricercatore nell'Imperial War Museum e poi trasmessa dal canale tv britannico PBS Frontline. Il documentario è stato ora finalmente restaurato digitalmente e arricchito di materiale inedito dal London's Imperial War Museum e sarà trasmesso dalla tv nel 2015, in coincidenza con il 70esimo anniversario della Liberazione dell'Europa dal Nazismo e della fine della II Guerra Mondiale.

Nel video, la versione del 1985.

In 'Memory of the camps' è scolpito lo stupore dei soldati alleati alla scoperta dei campi. "Il filmato sembra surreale, come tutto ciò che si potrebbe vedere in un dipinto di Hieronymus Bosch", scrive il quotidiano britannico Independent, "ma poi si ricorda che questi cadaveri non sono stati evocati dalla fantasia contorta di qualche artista. Queste sono le vere vittime i cui parenti sono vivi oggi".

Immagini terribili. Trasmettono lo stesso orrore che si trovarono dinanzi i soldati dell'Armata Rossa quando, sessantanove anni fa, varcarono i cancelli di Auschwitz e Birkenau. E videro. Videro donne e uomini ‘senza capelli e senza nome’. Li videro, fermi, ‘senza più forza di ricordare’, senza pace, senza amore, rapiti di tutto. Vivi e derubati della vita, per sempre. Accanto ai superstiti, le ossa nelle fosse comuni, il gas delle docce, la cenere dei forni crematori.

Ad Auschwitz, campo di concentramento, morirono 70mila persone: uccise nella camera a gas ricavata nell'obitorio del crematorio numero 1, dalle impossibili condizioni di lavoro, dalle numerose esecuzioni, percosse e torture inflitte dalle SS. Nel campo di sterminio di Birkenau il bilancio fu ancor più spaventoso: persero la vita oltre un milione e centomila civili, in stragrande maggioranza ebrei, russi, polacchi e rom. Poi, si apriranno le porte di altri campi.

Era il 27 gennaio. Il 'Giorno della Memoria'. Dal 2005, gli stati membri delle Nazioni Unite ricordano l'orrore dell'Olocausto. Guai a dimenticare. Perché quelle immagine sbiadite, in bianco e nero, le parole, gli scritti, le testimonianze, non siano relegate ad un tempo troppo lontano.

Nel blocco numero 4 di Auschwitz la meccanica dell’annientamento, l’orrore scientifico, riposa oggi dietro una teca di vetro, nelle tonnellate di capelli superstiti alla ritirata tedesca. Arruffati, sbiaditi, sono l’ultimo pezzo di vita di chi prima del gas è stato spogliato di tutto. Adorno disse: 'Dopo Auschwitz non è più possibile la poesia'. E fece poesia. Qualche anno dopo Primo Levi, che vide l’orrore, lo toccò con mano, da uomo libero e mai più libero, fece di nuovo poesia:

Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,

Voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d'inverno.

Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi.

In Italia gli articoli 1 e 2 della legge n. 211 del 20 luglio 2000 definiscono così le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria:La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, ‘Giorno della Memoria’, al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. In occasione del ‘Giorno della Memoria’ […..] sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado [….] affinché simili eventi non possano mai più accadere”.

Anche a L'Aquila. “L’Amministrazione comunale intende ricordare l’orrore dell’Olocausto degli ebrei, perché nessuno dimentichi che quando si perde il rispetto della dignità umana non ci sono più argini alla banalità del male”. Parole dell'assessora alla Cultura Betty Leone. “Questo monito è tanto più importante oggi, nel nostro territorio, dove convivono culture ed etnie differenti, che devono contribuire alla solidità e alla civiltà della nostra comunità. In città ci saranno molte iniziative per celebrare la ‘Giornata della memoria’. L’amministrazione ha scelto di patrocinarne due, organizzate dal mondo della scuola e dell’Università, perché ritiene che sono proprio i luoghi della formazione, dello studio e della ricerca ad avere la responsabilità di conservare e trasmettere la memoria storica, che è alla base della coscienza civile”.

In mattinata, alle 10:30, l’incontro-dibattito organizzato dall’Istituto 'Mazzini- Patini', in collaborazione con l’Anpi, per discutere con i ragazzi del significato della “Giornata della memoria”. Alle 18, poi, il concerto commemorativo “Dal profondo dell’Inferno” dell’Officina Musicale diretta dal Maestro Orazio Tuccella, che si terrà presso l’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Umane in viale Nizza.

Ultima modifica il Lunedì, 27 Gennaio 2014 18:16

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