"Dopo 9 anni partiranno finalmente i lavori di un nodo stradale fondamentale per la città" aveva detto l’assessore alle Opere pubbliche del comune dlel'Aquila Guido Quintino Liris all'indomani del crollo del Ponte Morandi, a Genova, parlando della ricostruzione del Ponte Belvedere.
E' notizia di qualche giorno fa, invece, che il ponte non si farà, almeno per il momento. Lo studio d’ingegneria toscano Romolini, che nel 2016 si era aggiudicati lo studio di sicurezza e progettazione del nuovo ponte, ha abbandonato l'incarico, rescindendo il contratto, causa insufficienza dei fondi.
A riferirlo è il quotidiano Il Centro.
Con una comunicazione Pec inviata il 5 ottobre scorso, lo studio Romolini ha comunicato, infatti, l’impossibilità di proseguire l’incarico a causa “dell’importo del finanziamento non sufficiente a garantire la copertura dell’intervento”. Si dovrà dunque ricominciare tutto da capo, con una nuova gara d’appalto per affidare nuovamente il progetto. Intanto, però, il Comune dell’Aquila dovrà rimborsare lo studio del lavoro fatto sino a questo momento, e ai professionisti riconosce “oltre 3.500 euro”.
Insomma, tutto da rifare, nonostante siano passati 10 anni dal terremoto. La città continua a essere priva di un'infrastruttura fondamentale per mettere in comunicazione la zona di viale Giovanni XXIII e dunque la Fontana Luminosa con via XX Settembre e Piazza Duomo.
Il terremoto non aveva compromesso la tenuta strutturale del ponte ma aveva determinato una lesione di taglio e lo spostamento lieve del sistema di appoggio.
L’incarico affidato allo studio Romolini risale a giugno 2016 “in ragione di un ribasso d’asta pari al 73.77%, per un importo complessivo di 25.269 euro oltre oneri contributivi e fiscali”, importo poi aumentato fino a 2 milioni di euro in ragione di una nuova proposta progettuale consistente, appunto, “nella sostituzione della campata centrale in acciaio e calcestruzzo armato”.
Ora la risoluzione del contratto potrebbe riaprire il dibattito sull’abbattimento di un ponte ormai vecchio (costruito tra il 1967 e il 1969), idea avanzata dall’ex amministrazione comunale, con l’ex assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano che propose di ricostruire il ponte ex novo, con una struttura snella di acciaio e un design architettonico moderno.