248 interventi finanziati, di cui 113 già conclusi, per un totale di 225,9 milioni di euro.
E’ il bilancio relativo al recupero dei beni culturali danneggiati dal terremoto del 2009 presentato all’Aquila dal Segretariato regionale per l’Abruzzo, l’articolazione territoriale del Mibac.
A illustrare i risultati di dieci anni di lavoro sono stati il segretario generale Stefano D’Amico, il direttore della Soprintendenza unica del Cratere Alessandra Vittorini, il direttore del Polo museale d’Abruzzo Lucia Arbace e il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi.
GLI INTERVENTI
Ripercorrendo gli eventi principali susseguitisi dal 2009 ad oggi - dalle prime Opcm firmate proprio a ridosso del terremoto all'ultima delibera Cipe del 2017 (la 112) che ha trasferito fondi freschi - D’Amico ha scattato una fotografia sullo stato dell’arte del recupero del patrimonio culturale dell’Aquila e degli altri comuni del Cratere che il terremoto aveva distrutto o danneggiato.
Un’istantanea da cui è emerso il tanto che si è fatto – soprattutto considerando l’esiguità di mezzi e risorse, professionali e tecniche, sulle quali i vari uffici territoriali del Mibac hanno potuto fare affidamento – ma anche il molto che ancora deve essere portato a termine.
A dieci anni dal sisma, infatti, quasi la metà degli interventi programmati e finanziati sui beni culturali – 116 su 248 – risulta ancora ferma, nel senso di mai avviata (i restanti 19 sono in corso di esecuzione).
D’Amico ha ricordato le varie tappe di un cammino spesso tortuoso, fatto di ordinanze, delibere Cipe, riforme ministeriali che hanno accorpato e scorporato gli uffici costringendo dipendenti, funzionari e dirigenti a fare i conti, oltre che con il terremoto, anche con la burocrazia.
Sono quattro, in particolare, ha ricordato D’Amico, i provvedimenti che hanno costituito un punto di svolta per la ricostruzione dei beni culturali e che ancora oggi costituiscono le principali fonti di finanziamento dei vari interventi: si tratta delle delibere Cipe 135 del 2012 (quella, famosa, dei 70 milioni); la 92 del 2013 (un’integrazione della 135); la 77 del 2015 (56 milioni) e la 112 del 2017 (oltre 48 milioni).
Alle delibere Cipe bisogna aggiungere, poi, le Opcm (come la 3820 del 2009, che stanziò 12 milioni di euro per la riapertura immediata di alcune chiese individuate dalla diocesi dell’Aquila, progetto noto anche come “Una chiesa per Natale), e i decreti ministeriali, come quelli successivi al sisma del 2016/17, che hanno assegnato altri 2 milioni di euro.
E poi c’è il capitolo donazioni.
Dopo il terremoto, all'Aquila sono arrivati 28,2 milioni di euro, con cui sono stati finanziati 21 interventi. 16,9 milioni di euro sono frutto di donazioni effettuate da governi stranieri - Francia (Anime Sante), Kazakistan (Oratorio S. Giuseppe De Minimi), Germania (chiesa di S. Pietro Apostolo di Onna) e Russia (Palazzo Ardinghelli e chiesa di S. Gregorio Magno) - mentre i restanti 11,3 provengono da donazioni di enti, associazioni, istituti di beneficenza, privati.
CRITICITÀ
Come detto, quasi la metà degli interventi programmati e finanziati non è ancora partita.
Sono diversi, ha ricordato d’Amico, i fattori responsabili di questi rallentamenti.
Anzitutto, c'è il nuovo codice degli appalti, che ha reso obbligatoria, per l’appaltabilità dei lavori, la progettazione esecutiva, una norma che ha gravato di ulteriori oneri gli uffici.
In secondo luogo, i dubbi interpretativi sul comma 11 bis dell’articolo 11 della legge 125 del 2015, quella, ormai famosa, con la quale venne stabilito che le chiese, a meno che non fossero parte di un aggregato privato, dovessero essere equiparate a edifici pubblici (ci volle un parere dell’Avvocatura di Stato, tuttavia, per stabilire che se prima di quella data erano già stati presentati, in via più o meno ufficiale, progetti dotati di una fattibilità tecnica e finanziaria, si poteva procedere con quelli, andando in deroga).
Altre due criticità citate da D’Amico sono la legge regionale n. 8 del 2016 (quella che ha sancito il passaggio dal regime semplificato del deposito sismico a quello autorizzatorio, in base al quale, nelle zone 1 e 2, quelle ad alta e media sismicità, nelle quali c'è anche L'Aquila, i lavori di costruzione non possono cominciare senza il preventivo rilascio dell'autorizzazione sismica da parte degli uffici del Genio Civile) e il disallineamento tra lo stanziamento delle risorse e il loro effettivo accreditamento al Segretariato regionale (in altri termini, spesso le cifre stanziate dal Cipe vengono materialmente trasferite sul conto corrente del Segretariato molto tempo dopo, in alcuni casi anche anni).
Ma il problema principale, hanno sottolineato sia D’Amico che Alessandra Vittorini, è la carenza di personale.
“Delle oltre 600 nuove assunzioni fatte dopo il sisma, siamo gli unici a non aver potuto contare nemmeno su una sola unità di personale aggiuntiva” ha rimarcato la soprintendente Alessandra Vittorini “Con la fine della stuttura a supporto del vice commissario, nel marzo 2012, ci siamo trovati a dover gestire con risorse ordinarie una situazione che di ordinario non aveva proprio niente. Anche la Soprintendenza unica da me diretta, istituita nel 2015, non ha potuto contare su risorse umane e tecniche ad hoc”.
Ad oggi, gli uffici del Segretariato hanno una scopertura di personale pari quasi al 50% della pianta organica.
Con questi numeri, le Soprintendenze hanno dovuto fare i salti mortali per gestire un patrimonio artistico composto da 2mila beni immobili, pubblici e privati, di interesse culturale, diffusi tra L’Aquila e il Cratere.
Per quanto riguarda le cometenze Mibac, L’Aquila, ha ricordato la Vittorini, si presenta al decimo anniversario del terremoto con 25 monumenti restaurati, 320 aggregati privati approvati (di cui 55 nel Cratere), e 1,3 miliardi di contributi liquidati.
PROSSIME RIAPERTURE
Vittorini e D’Amico hanno elencato tutti i monumenti e le chiese riaperte in questi dieci anni, tra cui spiccano S. Bernardino, l’Oratorio S. Giuseppe De Minimi, S. Maria di Collemaggio, le Anime Sante.
Da qui alla fine del 2019, saranno riconsegnate alla città anche S. Maria del Soccorso (chiesa del cimitero monumentale), S. Silvestro, S. Pietro a Coppito, il teatro S. Filippo e Palazzo Ardinghelli.