Un piano di assunzioni dei docenti e personale ATA per coprire tutti i posti liberi che ci saranno dal 1° settembre 2019; una fase transitoria in cui stabilizzare il lavoro dei docenti già abilitati o con 3 anni di servizio; soluzioni alla vertenza dei diplomati magistrali; stabilizzazione nell’organico di diritto di tutti i posti autorizzati tra organico di fatto e deroghe sul sostegno.
Sono queste le richieste oggetto del sit-in organizzato questa mattina davanti alla Prefettura dell'Aquila dalla segreterie regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola Rua, nell'ambito della mobilitazione nazionale unitaria per la stabilizzazione dei precari della scuola e contro la regionalizzazione del sistema d’istruzione.
Ad aver risposto alla mobilitazione lanciata dai sindacati, docenti e personale ATA che hanno ribadito i motivi della protesta e le richieste della politica in un documento indirizzato al governo e consegnato, oggi, al prefetto dell'Aquila Giuseppe Linardi. "Le segreterie regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola Rua -si legge nella missiva- ritengono che quella attuale sia una fase straordinaria e cruciale, nella quale è indispensabile rilanciare con forza la valenza strategica del sistema dell'istruzione".
Per questo le segreterie regionali rivendicano "investimenti nell'istruzione, nella formazione nell'università e nella ricerca; la soluzione delle problematiche dell'edilizia scolastica; l'aumento e la stabilizzazione degli organici del personale e docente ATA; trattamenti economici adeguati a riconoscere il valore del lavoro nei settori della conoscenza; l'aumento del tempo scuola e l'accesso al tempo pieno ai cittadini abruzzesi al pari delle regioni del nord Italia".
"Le misure contenute nella Legge di Bilancio - afferma Elisabetta Merico, sindacalista Cisl scuola Pescara- - intervengono sul reclutamento del personale docente della scuola, introducendo alcuni elementi di novità che tuttavia non sono in grado di garantire un regolare avvio dell’anno scolastico. Per effetto delle ulteriori cessazioni dal servizio -in Abruzzo alle 433 domande di pensione che erano state già presentate si sono aggiunte oltre 500 richieste di pensionamento con “Quota 100” n.d.r.- e dei problemi irrisolti in materia di reclutamento, l’anno prossimo la situazione tenderà ad aggravarsi .Per questo chiediamo un piano di stabilizzazione straordinario degli organici ed in particolar modo dell’organico di sostegno e di quello ATA. Il governo ha stanziato duemila posti in più nella scuola primaria per l'attivazione del tempo pieno, noi chiediamo che una parte siano dedicati alla Regione Abruzzo perchè abbiamo intenzione di dotare di tempo pieno le scuole che ne facciano richiesta".
Come anticipato, terreno di scontro tra governi e sindacati è anche il tema della regionalizzazione dell'istruzione. I rappresentanti di categoria denunciano "le gravi conseguenze legate al conferimento di maggiori poteri alle Regioni in materia di istruzione avanzate da alcune Regioni, che il Governo è in procinto di riconoscere con la concessione della cosiddetta "autonomia differenziata". Una proposta che, per Merico, comporterebbe "il venir meno del carattere unitario e nazionale del sistema d’istruzione. Temi quali il reclutamento la mobilità, attualmente devoluti alla contrattazione collettiva, passerebbero sotto il controllo delle regioni. Ma cosa anocor più grave -evidenzia la sindacalista- in Italia i livelli essenziali delle prestazioni di istruzione e formazione non sono garantiti per tutti. Se le richieste formulate in materia da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna dovessero essere approvate, rischiamo di trovarci con scuole di serie a e scuole di serie b in regioni, come la nostra, che non hanno risorse sufficienti per competere con quelle più ricche".
L'Abruzzo, soprattutto la provincia dell'Aquila, deve fare i conti anche con l'aggravarsi dello spopolamento delle aree interne. "Le nostre scuole di montagna, da anni ormai, si reggono in deroga a parametri nazionali che dovrebbero essere immediatamente rivisti perchè non adeguati alle esigenze di territori, come il nostro, che si stanno spopolando -afferma la sindacalista Cgil Miriam Del Biondo, che sottolinea come lo spopolamento e il conseguente calo degli iscritti nelle scuole, coinvolga anche la città dell'Aquila -Quest'anno anche in scuole cittadine non riusciamo a riformare classi in alcuni indirizzi professionali. E' necessario tracciate, insieme a tutti gli attori del territorio, una serie di attività conginunte che rendano le nostre aree interne di nuovo attrattive. La scuola -sottolinea la sindacalista- si inserisce nel processo di deprivazione che colpisce soprattutto i paesi di montagna, dove stanno chiudendo scuole elementari ma anche ambulatori medici e negozi. Non esiste più il tessut sociale che permette alle persone di vivere dignitosamente".
Un tema, quello dello spopolamento, che all'Aquila si lega alle problematiche dell'edilizia scolastica aggravate dagli eventi sismici che hanno colpito la regione. "A dieci anni dal terremoto le problematiche legate all'edilizia scolastica non sono state risolte -sottolinea Trocchi- C'è una delibera di giunta del novembre 2018 che traccia un piano di ricostruzione dell'edilizia scolastica che denota l'assenza di un progetto di città perché non tiene in considerazione lo spopolamento del nostro territorio. Moltissime scuole stanno già chiudendo e quando questa delibera diventerà operativa, fra cinque o sei anni forse, rischiamo di ricostruire contenitori vuoti".