Sabato, 16 Marzo 2019 15:49

Accord Phoenix senza energia elettrica. Produzione sospesa, danni ai macchinari

di 

"Ieri pomeriggio, alle 17.07,  è stata interrotta l'erogazione di energia elettrica all'impianto industriale Accord Phoenix. Dopo aver dato comunicazione alle autorità competenti, Prefettura dell'Aquila e al Comando dei Carabinieri, l'azienda ha sporto denuncia nei confronti della Neon Appalti srl per l'interruzione del servizio".

A denunciare il gravissimo episodio, il direttore generale Accord Phoenix Francesco Baldarelli che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa accompagnato dal direttore finanziario Michele Polini, dal facility manager Dodi, dalla responsabile del personale Michela Santoro, dal responsabile di produzione Giancarlo Risio, dal responsabile della manutenzione William Venditti. Presenti anche i lavoratori e le rappresentanze sindacali.

A spiegare le dinamiche dell'accaduto, il direttore generale Baldarelli. "L'interruzione, improvvisa, è avvenuta mentre era in corso il turno di lavorazione. Si tratta di un impianto soggetto ad AIA (Autorizzazione integrale ambientale) e dal sopralluogo effettuato ieri dal personale dei Vigili del Fuoco -ha assicurato Baldarelli- non sono emersi problemi di carattere straordinario, da ritenersi pericolosi per i lavoratori o l'ambiente. Ma parliamo di macchine cablate e, al momento, non conosciamo l'entità del danno subìto né quali saranno i tempi di riattivazione della produzione. Se non si interviene immediatamente si mette a rischio la continuità aziendale. Cercheremo di tutelare i lavoratori impiegandoli, per il momento, in attività di organizzazione e mautenzione minima. Ma abbiamo subìto un danno enorme, sui materiali e sulle macchine e occorre intervenire al più presto".

"Sono sconcertato, scioccato e colpito. C'è una parola che indica azioni del genere. Non voglio usarla ma ritengo che l'atteggiamento della Neon Appalti sia di quel tipo". Il ricatto cui Baldarelli ha fatto allusione, nasce da un contenzioso in corso tra l'azienda Accord Phoenix e la Neon Appalti srl con cui, al momento dell'acquisto del capannone industriale, è stato sottoscritto un contratto di housing per la gestione dei servizi esterni all'attività industriale (pulizia dei locali esterni, mantenimento della pubblica illuminazione, pulizia delle aiuole e attivazione dei mezzi sgombraneve) su terreni, attualmente, di proprietà dei Comune dell'Aquila. Nello stesso contratto è previsto che il pagamento dell'erogazione dell'energia elettrica, non rientrando nei servizi di housing, sia addebitato a parte e non, quindi, nel canone dovuto per la gestione dei servizi esterni all'attività produttiva. A tal riguardo, ha precisato Baldarelli, "una clausola del contratto di housing sottoscritto con la Neon Appalti, prevede che la stessa sia fornitore esclusivo di energia elettrica che dai distributori nazionali passa per la Neon Appalti che, a sua volta, addebita sulla nostra azienda i costi sostenuti". Un vincolo, è stato sottolineato, imposto dal Comune dell'Aquila.

Cosa ha spinto dunque la Neon Appalti ad interrompere l'energia elettrica, oltretutto durante un turno di lavoro? Un passo indietro. Accord Phoenix ha acquistato i capannoni industriali da due diversi soggetti: la Finmek e il Comune dell'Aquila. Ciò ha comportato la sottoscrizione di due diversi contratti di housing per la gestione dei servizi esterni, per ognuna delle due porzioni di immobile rilevate. La gestione dei servizi per l'area pubblica è stata affidata dal Comune dell'Aquila alla Neon Appalti -oggetto anche di finanziamenti pubblici- tramite concessione gratuita trentennale. "Per la gestione dei servizi esterni relativamente a due porzioni di immobile che hanno caratteristiche identiche -ha precisato il responsabile finanziario Paolini- su una paghiamo un canone annuale complessivo di 90.000 euro, sull'altra, che fa riferimento alla Neon Appalti, 400.000 euro". Fin qui i canoni. "Se aggiungiamo l'Iva, il pagamento dell'energia elettrica -circa 240.000 euro- e l'onere che ci è stato imposto nell'assegnazione della porzione di proprietà comunale pari a 800.000 euro quale indennizzo imposto in ragione del bando pubblico per assegnazione dell'immobile -ha precisato Paolini- si arriva a un totale di 2.400.000 euro corrisposti alla Neon Appalti". E qui sta il punto.

L'eccessivo importo del canone corrisposto alla Neon Appalti per la gestione dei servizi di housing, è stato oggetto dell'attenzione da parte dell'Organismo di vigilanza interno all'azienda, il quale dopo aver invano sollecitato la Neon Appalti a fornire dettagliata specifica dell'entità dei servizi e delle prestazioni fornite, ha imposto all'azienda la sospensione del pagamento del suddetto canone per "distrazione di fondi destinati a dare seguito al piano industriale, all'incremento dell'organico e all'implementazione della produzione". Sospensione che però non ha riguardato il pagamento delle bollette relative all'energia elettrica. 

Di qui il contenzioso, avviato lo scorso novembre in seguito all'esercizio del diritto di recesso del contratto di housing da parte dell'Accord Phoenix. "Abbiamo sempre cercato di mantenere un dialogo con la Neon Appalti srl per ridiscutere le condizioni di un nuovo contratto -ha precisato Baldarelli- Ci siamo resi disponibili al pagamento di tutti gli arretrati in caso di sentenza sfavorevole, ma l'atteggiamento da parte dell'azienda è stato di chiusura se non apertamente ostile nei nostri confronti".

Il direttore generale ha riferito che dal momento del recesso del contratto, la Neon Appalti ha inviato "decine di lettere minacciando l'interruzione di energia elettrica se non avessimo provveduto a ripristinare il pagamento del canone annuale". Un atteggiamento ritenuto "fuori da ogni logica. Cosa c'entra -ha evidenziato il presidente generale- il pagamento dell'energia con il pagamento del canone per i servizi di housign? Non solo. L'Accord Phoenix ha sempre regolarmente pagato le fatture relative all'erogazione della corrente, fino all'ultima dello scorso 7 marzo per cui non siamo ancora in mora non avendo ricevuto la fattura a causa dei ritardi connessi all'attivazione del sistema elettronico di fatturazione".

Una situazione che, come è stato più volte sottolineato nel corso della conferenza stampa, potrebbe compromettere la continuità aziendale. "L'attenzione della dirigenza aziendale e del cda è stata sempre rivolta alla salvaguardia dei posti di lavoro, nonostante le innumerevoli difficoltà, a partire dal difficile momento vissuto lo scorso anno. Oggi abbiamo 55 dipendenti e siamo la prima azienda in Abruzzo nel settore dell'economia circolare, ma arrivati a questo punto, non sappiamo fino a quando possiamo continuare a garantire l'attività produttiva". Non solo. Baldarelli ha ricordato che l'azienda "ancora non ha ricevuto l'intero contributo da parte di Invitalia con cui è in fase di definizione e chiusura il contratto di sviluppo. "Del contributo complessivo di  10.700.000 euro, Invitalia ha erogato 4.400.000 euro. Somme -ha precisato Baldarelli- impiegate per pagare l'investimento e parte dei fornitori. Il resto dei finanziamento proviene dai soci e dal fondo, quindi, da risorse proprie".

"Mi auguro che prevalga la ragione e che le istituzioni, compreso il sindaco dell'Aquila che è stato avvisato ieri, intervengano, in tempi rapidissimi, alla riattivazione della fornitura di energia. Questo è un danno enorme -ha ribadito Baldarelli- e noi faremo valere fino in fondo i nostri diritti. Il primo passo sarò quello di confrontarci con lavortaori e sindacati. Quello che è accaduto, però, resta inspiegato -ha concluso- se l'obiettivo è quello di farci chiudere, qualcuno dovrà assumersene la responsabilità. Io farò tutto ciò che è in mio potere per scongiurare questo rischio ma io - ha concluso il direttore- sono solo uno dei soci". 

La replica di Roberto Romanelli, direttore del Tecnopolo

1) Il distacco dell’energia elettrica è stato causato dall’inadempimento da parte della Accord Phoenix, distacco contrattualmente previsto
2) L’avviso all’azienda è stato trasmesso tre giorni prima, con tempi più lunghi rispetto ai termini previsti dal contratto
3) Massima attenzione da parte nostra alla sicurezza di personale, mezzi e attrezzature
4) Abbiamo il dovere di garantire l’integrità economica dell’intero complesso tecnologico-industriale

Intorno a questi punti si snodano le argomentazioni della Neon appalti srl, concessionaria per conto del Comune dell’Aquila per la gestione della struttura rispetto alle osservazioni mosse dalla Accord Phoenix in occasione della conferenza stampa di oggi.

In premessa, il Tecnopolo d’Abruzzo è un complesso tecnologico-industriale di 176mila metri quadrati in cui vengono forniti servizi altamente performanti (fibra illimitata, conduzione di impianti di nuova generazione, presìdi manutentivi e di vigilanza h24 e altro ancora) che hanno reso il polo stesso punto di vanto e attrazione nel mondo industriale della città capoluogo. Tanto è vero che negli ultimi due anni si sono insediate diverse realtà di fuori regione, nonché multinazionali, che hanno implementato di fatto il numero dei lavoratori occupati in svariate centinaia.

Andiamo con ordine: per quanto attiene alla contestazione della qualità del servizio offerto dalla nostra società come corrispettivo del canone di housing da loro versato, vanno fatte delle precisazioni.

Va anzitutto precisato che la attuale situazione di inadempimento della Accord Phoenix segue ad altre analoghe situazioni di inadempimento rispetto alle quali è solamente per il senso di responsabilità del Tecnopolo che lo stesso non si è avvalso del proprio diritto, contrattualmente previsto, di sospendere le proprie prestazioni ai sensi dell’art. 1460cc, pur essendo stato necessario ricorrere a solleciti, diffide e ben tre decreti ingiuntivi adottati dal Tribunale di L’Aquila a carico di Accord Phoenix.

Proprio per evitare disagi e inconvenienti all’azienda e ai lavoratori interessati abbiamo anticipato la comunicazione del distacco con una mail certificata che indicava perfettamente giorno e ora in cui si sarebbe proceduto alla sospensione dei servizi e delle forniture, e cioè alle 17 di venerdì 15 marzo. Avremmo potuto inviare la Pec anche solo 24 ore prima della cessazione, come previsto da contratto, ma l’abbiamo anticipata di due giorni proprio al fine di far assumere alla Accord tutte le più opportune cautele in ordine a personale e attrezzature. Fuori luogo quindi tutte le esternazioni relative ai disagi che sarebbero stati vissuti dai lavoratori a causa della mancanza di preavviso.

Da parte nostra viviamo con sconcerto, sorpresa e perplessità i messaggi ambigui e ingenerosi (“In altre regioni questa cosa si può chiamare con un termine…..”) espressi in conferenza stampa. Accuse infamanti che presuppongono da parte nostra l’inevitabile ricorso ad azioni di tipo legale finalizzate a tutelare la nostra onorabilità.

Nonostante le accuse che ci vengono mosse, e soprattutto per tutelare i lavoratori della Accord Phoenix che non per nostre responsabilità vivono una situazione di grave disagio, ci auguriamo che la querelle si risolva in brevissimo tempo e per questo siamo comunque disponibili a ripartire immediatamente con la fornitura dei servizi non appena l’azienda Accord provvederà a onorare le proprie obbligazioni.

Ultima modifica il Sabato, 16 Marzo 2019 22:31

Articoli correlati (da tag)

Chiudi