E' il giorno della protesta dei commercianti del centro storico; alle 11, in via Verdi 2 davanti le vetrine del negozio 'Manzi', si ritroveranno per dare un segnale forte alla città e, in particolare, all'amministrazione: "Non ci sono più le condizioni per poter andare avanti", il grido di dolore di Francesca Manzi. "La città è senza guida e senza nessun tipo di programmazione che ci faccia sperare in un cambiamento concreto. Le amministrazioni si alternano ma i problemi restano sempre gli stessi. Noi, e con 'noi' credo di poter parlare a nome di tanti miei colleghi, siamo sfiniti".
I commercianti ci hanno creduto, hanno investito scommettendo sulla rinascita del centro storico; tuttavia, i fatti - e sono i fatti che parlano - raccontano di incassi in picchiata, con poca gente che frequenta il cuore della città, in particolare negli orari diurni, e ancora meno che spende nei negozi che hanno riaperto.
Le proposte dei commercianti
"Chiediamo quindi che vengano immediatamente attuate delle strategie precise", e la proposta all'amministrazione comunale è piuttosto articolata:
- l'istituzione immediata della zona franca;
- la regolamentazione dei cantieri del centro, con regole che obblighino ad operare nel rispetto di chi ci lavora e di chi lo vive;
- il controllo e la regolamentazione del traffico dei mezzi pesanti durante l’orario di apertura dei negozi;
- l'istituzione di parcheggi e zone di carico e scarico;
- il decoro e la pulizia del centro storico: giardini, piazze, strade. Ridiamo dignità a questa città ed ai suoi abitanti;
- un piano commerciale e strategico;
- un impegno concreto per riportare i cosiddetti 'attrattori' in centro (uffici pubblici, scuole, ufficio postale, banche ecc.).
"Amiamo la nostra città, non l’abbiamo mai abbandonata, neanche all’indomani del 6 aprile", ha sottolineato Francesca Manzi; "ma ora basta! Più di questo non possiamo fare! Abbiamo bisogno di fatti e risposte concrete e veloci, non proclami. Il nostro appello va anche a voi aquilani, perché ognuno di voi, con piccoli gesti quotidiani può contribuire a far si che L’Aquila non si trasformi in una bellissima scatola vuota. A 10 anni dal terremoto non mancano i palazzi, mancano i cuori".
La spaccatura in seno all'associazione 'L'Aquila centro storico'
La protesta dei commercianti, tra l'altro, arriva in un momento di forte tensione, con un malessere diffuso che ha portato, di riflesso, una spaccatura in seno all'associazione 'L'Aquila centro storico', costituita a maggio dello scorso anno "con l'obiettivo di promuovere qualsiasi attività che porti alla rivitalizzazione e alla vivibilità del centro storico"; ebbene, il presidente Roberto Grillo ha rassegnato le dimissioni, spiegando ai nostri microfoni che "giorni fa, alcuni commercianti - nel loro pieno diritto - hanno deciso di costituire un gruppo informale spinti, evidentemente, da un profondo malessere, dal timore e dalla paura per il destino del centro storico". Tra i referenti del gruppo Ugo Mastropietro. "Ho provato a parlare con loro; giovedì scorso ho partecipato ad un incontro, propedeutico al confronto che il gruppo avrebbe avuto l'indomani con il deputato Luigi D'Eramo che, in sostanza, si è fatto garante di un confronto con l'amministrazione, riportando le ragioni dei commercianti", ha chiarito Grillo. "Ho tentato di spingerli ad entrare nell'associazione per dargli ancora più forza, stante anche il fatto che alcuni degli animatori del gruppo, già molto numeroso con circa 100 persone coinvolte, sono iscritti e hanno proposto e sostenuto la mia candidatura a presidente. Ci ho provato, ma la richiesta è caduta nel vuoto".
Per questo, sentitosi sfiduciato Grillo ha rassegnato le dimissioni: "ho sempre cercato una interlocuzione corretta, educata, sobria e, evidentemente, questo atteggiamento non ha pagato. Non abbiamo ottenuto i risultati sperati, diciamo che non sono stato bravo", le sue parole. Purtroppo, "paure e timori per il rischio concreto che molte delle attività del centro storico possano ritrovarsi costrette a chiudere hanno portato ad una reazione di rabbia, con alcuni commercianti che hanno voluto alzare il tiro: è assolutamente legittimo, lo ripeto, ma non mi ci ritrovo. Rivendico la mia anima di artista che tenta di capire senza giudicare; per questo, ho sentito di assumermi la piena responsabilità di un insuccesso che ha portato alcuni colleghi commercianti a costituire un altro gruppo".
Evidentemente, il fotografo ha inteso fare un passo di lato senza polemiche, addossandosi le responsabilità della spaccatura. Tuttavia, un'altra storica imprenditrice del centro storico, Erina Panepucci, ha inteso inviare una lettera aperta a Grillo raccontando ciò che è successo in seno all'associazione. "Carissimo Roberto, è con rammarico che ho appreso della tua decisione, e come espresso telefonicamente, hai tutta la mia solidarietà. Una decisione, la tua, che inizialmente non avevo compreso: ieri sera, però, dopo aver ascoltato attentamente il racconto fattomi da Isabella, mia figlia, che insieme a te e Sara era presente all'incontro organizzato dal signor Mastropietro, ho compreso molte cose, e sono inorridita nell'apprendere con quali toni e con quali termini siete stati attaccati. Tu elegantemente, nel rassegnare le dimissioni, non hai fatto menzione di quanto accaduto, probabilmente per una forma di tutela nei confronti dell'associazione stessa, ma io, da socia, nonchè madre di un membro del direttivo, non posso tacere. Inveire contro di voi, chiedendo le dimissioni di tre rappresentanti poiché comunisti è raccapricciante. Primo, ciò non corrisponde al vero; secondo, se anche lo fosse, ricordo che ci troviamo in uno stato che consente ancora la libertà di pensiero, che sia esso religioso o politico", l'affondo di Erina Panepucci. "Si può discutere su tutto, sulle azioni che potevano esser fatte, sulla incisività che forse è mancata, ma scaricare sulla politica è davvero meschino. Attaccare sul personale, oltre che te, due ragazze poco più che ventenni, elette democraticamente, è stato veramente inqualificabile, e tutto ciò alla presenza di decine di altri commercianti che non hanno neanche provato a difenderle. Tutto questo non mi meraviglia affatto, poiché nella nostra vicenda personale, che ha visto coinvolta la nostra attività proprio a causa della mancanza di lavoro, di solidarietà ne abbiamo vista ben poca, fatta esclusione per qualche 'collega' che stimo e ringrazio. Qualcuno in particolare, senza alcun ritegno, non ha esitato ad alimentare maldicenza e chiacchiericcio. Invito i signori commercianti, che ovviamente leggono e che evidentemente si ritrovano nella pesante esternazione "Vi dovete dimettere perché io con i comunisti non voglio avere nulla a che fare", ad esporre sulle vetrine delle proprie attività un bel cartello con scritto: "In questo esercizio commerciale i comunisti non sono graditi". Lo facciano se ne hanno il coraggio: dubito ne avranno. Ma gli aquilani tutti è giusto che sappiano e che conoscano la verità".
Panepucci si è detta d'accordo, comunque, con le ragioni della protesta di Francesca Manzi e aderirà alla manifestazione: "ci abbiamo creduto, abbiamo investito, per noi, per i nostri figli, per questa città, ma adesso siamo arrivati davvero allo scoramento totale. Per quanto doloroso, non posso che affermare che questa città, il suo centro storico, hanno il destino segnato ormai".
E 'litiga' anche la maggioranza...
Le questioni poste dai commercianti hanno assunto anche una dimensione politica, in un momento così delicato per la maggioranza di centrodestra al governo della città, chiamata in causa dagli imprenditori del centro storico, e spaccata al suo interno a seguito delle dimissioni del sindaco Biondi.
Il capogruppo di Fratelli d'Italia, Giorgio De Matteis, ha deto di condividere pienamente "le legittime preoccupazioni espresse, anche a nome dell'intera categoria dei commercianti del centro storico, dalla signora Francesca Manzi. Sono mesi, infatti, che sostengo la necessità di intervenire con soluzioni strategiche e strutturali sul comparto, nevralgico per il futuro della città. In particolare, ho proposto da tempo la destinazione alle attività produttive di una quota parte dei fondi del 4 per cento delle risorse da destinare allo sviluppo economico e ritengo che tale proposta debba essere supportata da un aggiornamento del Piano del Commercio, la cui ultima stesura risale ai tempi in cui era assessore al ramo Corrado Ruggeri", la stoccata esplicita all'attuale assessore Alessandro Piccinini, esponente proprio di Fratelli d'Italia.
"Si tratta di uno strumento fondamentale ai fini della programmazione di una seria e concreta attività di sostegno alla categoria, dal quale, pertanto, non si può prescindere", ha ribadito De Matteis. "Bisogna intervenire in maniera rapida ed efficace. Invito, dunque, i commercianti del centro storico ad un incontro, da tenersi in Comune, al fine di avviare un confronto circa l'aggiornamento del Piano del Commercio, anche attraverso proposte derivanti dagli operatori economici, affinché si individuino delle linee di azione strategiche per risollevare il settore, per poi legare tale pianificazione alla richiesta di utilizzo delle risorse del 4 per cento. Lo ripeto da mesi (laddove altri dovrebbero intervenire): occorre una visione strategica per il futuro della città, nella quale, indubbiamente, il commercio ha un ruolo determinante".