Venerdì, 05 Aprile 2019 02:14

Decennale, ricostruzione alloggi Ater: completato il 67% degli interventi

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La ristrutturazione degli alloggi di proprietà dell'Ater L'Aquila (azienda territoriale di edilizia residenziale, ente strumentale della Regione Abruzzo) è una delle poche voci della ricostruzione pubblica a essere "in attivo".

A dieci anni dal terremoto, delle 1750 unità immobiliari danneggiate (alle quali si devono aggiungere le 78 disastrate dal sisma 2016), ne sono state riportate all'agibilità 1178, il 67,3% del totale. Se poi nel computo si mettono anche le 138 in corso di riparazione e ricostruzione (30 di competenza Ater e 100 di competenza del Provveditorato alle Opere pubbliche, l'altra stazione appaltante), la percentuale arriva al 75,2%, praticamente due terzi del totale.

A conti fatti, gli alloggi in cui i lavori devono ancora partire sono 388: 171 di competenza del Provveditorato (di cui 83 già finanziati e 88 ancora da finanziare), 180 di competenza Ater (40 finanziati e 140 da finanziare) e 37 di competenza dei condomini privati a maggioranza di gestione.

In totale, i fondi impegnati dallo Stato, stanziati attraverso varie delibere Cipe, ammontano a 113 milioni di euro. Di questi, 72,7 milioni risultano già trasferiti mentre 40,5 sono ancora da destinare.

Ma riguardo questi ultimi, il commissario dell'Ater, Gianvito Pappalepore, afferma di aver ricevuto garanzie da Giampiero Marchesi, coordinatore della Struttura di missione.

Ciò che invece sta provocando qualche grattacapo di troppo, tanto che Pappalepore è arrivato quasi allo scontro istituzionale con il sindaco dell'Aquila Biondi, è il destino degli abitanti dei 46 appartamenti che l'Ater possiede su via Panfilo Tedeschi, all'Aquila, vicino la chiesa di S. Bernardino.

Com'è noto, su quell'area c'è un progetto di riqualificazione urbana del Comune, che vorrebbe abbattere le palazzine e realizzare un belvedere con giardini e affaccio sulle mura medievali.

L'Ater non ha nulla in contrario, tanto che a suo tempo (c'era ancora la giunta Cialente) sottoscrisse l'intesa con il Comune. Ciò su cui non si è riusciti ancora a trovare una quadra è invece la ricollocazione degli inquilini. Il Comune vorrebbe sistemarli a titolo definitivo negli alloggi del Progetto Case, dove peraltro sono già, mentre l'Ater chiede che vengano trasferiti nelle abitazioni equivalenti.

E a proposito di Progetto Case, rimane ancora sul tavolo il problema dei canoni.

Gli assegnatari degli alloggi Ater che vivono nel Progetto Case, pagano un canone molto più alto di quello che erano soliti versare prima del terremoto. Questo perché i canoni del Progetto Case vengono calcolati in base all'Isee, mentre quelli dell'Ater erano tarati solo sul reddito.

La differenza tra i due, in alcuni casi, è abbastanza significativa: c'è anchi chi da 50 euro si è ritrovato a pagarne 250.

Per sanare questa situazione, servirebbe un accordo tra Comune, Ater e Regione Abruzzo, da cui l'Ater dipende. Il problema era già stato sollevato quando al governo c'era D'Alfonso ma una soluzione non venne trovata.

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