"Ho chiarito tutto, sono molto soddisfatto dell'interrogatorio".
Così il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, all'uscita dal Tribunale di Pescara dove ieri è stato ascoltato - per oltre due ore - dai sostituti procuratori Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, titolari dell'inchiesta sui rimborsi in Regione. Il governatore ha poi annunciato una conferenza stampa convocata per la tarda mattinata di oggi: appuntamento alle 11:30 a Pescara, nella sede regionale di Viale Bovio. Illustrerà tutto ciò che ha detto ai magistrati - ha promesso - e risponderà alle domande. "Posso assicurarvi che sono molto soddisfatto e sono certo di aver chiarito tutto ciò che c'era da chiarire".
Dimissioni? "Assolutamente no". Chiodi ha sottolineato di "avere la coscienza a posto".
Non sono mancate le domande dei giornalisti - che dal primo mattino hanno atteso la fine dell'interrogatorio - sul presunto scandalo 'amanti': il governatore ha spiegato che non gli è stato chiesto nulla in merito. Si è parlato solo delle vicende che gli sono contestate: tra le altre, però, c'è l'episodio del rimborso per la notte trascorsa con Letizia Marinelli nella stanza 114 dell'Hotel del Sole, a Roma. "E' stato tutto chiarito", la laconica risposta.
Staremo a vedere cosa Chiodi risponderà ai giornalisti, in conferenza stampa. Non c'è dubbio che molte domande ruoteranno intorno allo scandalo che sta travolgendo la sfera privata del Presidente della Regione Abruzzo. A leggere le carte della Procura di Pescara, infatti, emerge un intreccio scabroso che potrebbe segnare la 'fine politica' del candidato in pectore del centrodestra alle prossime elezioni.
Non solo Letizia Marinelli, consigliera di Parità in Regione, che ottenne l'incarico a qualche settimana dalla notte passata con il governatore - a spese dei contribuenti. E che tra l'altro fu chiamata a gestire - senza successo - 1 milione e mezzo di euro destinati alla ricostruzione del centro antiviolenza dell'Aquila.
Ora - come in un romanzo d'appendice - tra le pagine di questa storia è spuntata anche Simonetta Marinelli, la sorella di Letizia. Assunta su incarico fiduciario e con mansione di segretaria ad un mese dalla notte incriminata, per decisione dell'assessora regionale Federica Carpineta, titolare del personale e delle politiche di genere.
E qui la vicenda si fa ancor più delicata. Sfogliando - seppur virtualmente - le pagine del quotidiano digitale Il Fatto Teramano, gestito dall'associazione Teramo 3.0 che sosterrà alle elezioni comunali la candidatura dell'esponente dei movimenti civici Pomante, si legge che l'assessora sarebbe "un'amica molto particolare del governatore". Parole tutte da dimostrare, evidentemente.
L'articolo racconta dei messaggi - nemmeno troppo criptici, a dire il vero - che il marito separato della Carpineta sta lanciando da settimane sulla pagina Facebook. Nei giorni scorsi parlava di sé come "una bomba ad orologeria", poi il post è stato cancellato. Ne sono rimasti altri, però. Il giorno in cui PrimaDaNoi.it fa il nome di Letizia Marinelli, l'uomo posta l'articolo e commenta: "una delle tante… altro che singolo episodio". Il giorno prima aveva scritto: "Non è quello che pensi o quello che dici, ma è quello che fai che ti rende una persona perbene o meno!! Dedicato a ....GC". A qualche ora della conferenza stampa del governatore. Vi sono altri post assai espliciti. Il 24 gennaio 2014, l'uomo invita Chiodi a spiegare "cosa andava facendo in trasferta prima con le consigliere e poi con le assessore", ricevendo solidarietà da un amico : "Chi meglio di te può ed ha il diritto di biasimare". C'è una sola assessora donna nella Giunta regionale, il riferimento pare più che chiaro.
Dunque, Il Fatto Teramano si è chiesto: "E' lei l'altra amante?". E il giornalista Antonio Massari de Il Fatto Quotidiano l'ha domandato proprio al marito di Federica Carpineta: "Posso soltanto definirla una sua amica molto particolare", la risposta pubblicata - stamane - sul quotidiano diretto da Antonio Padellaro.
Evidentemente sono questioni private e molto delicate. Che in queste ore, però, finiscono in prima pagina, in un intreccio inestricabile con l'inchiesta della Procura di Pescara e con le polemiche politiche sulle assunzioni in Regione. Un groviglio che rischia di travolgere il governatore Chiodi e, con lui, il centrodestra abruzzese. Serpeggia tensione, e imbarazzo: e c'è già chi profila l'eventuale candidatura alle regionali di Guerino Testa, presidente uscente della Provincia di Pescara. Tra poco, le risposte di Chiodi.
Le parole degli assessori interrogati
L'assessore Mauro Febbo ha spiegato di aver presentato la documentazione richiesta dai giudici titolari delle indagini sulla rimborsopoli d'Abruzzo, "perché è giusto e doveroso metterla a disposizione dei magistrati. Questa documentazione non è stata reperita negli uffici e non è stata consegnata. Sono imputato per aver partecipato a due Vinitaly e ad una conferenza di servizi in Sardegna, qui ho dormito in un B&B per 90 euro. Ho fatto delle missioni a Roma per la marineria pescarese e altre volte per il terremoto. Su questo ho presentato tutta la documentazione, sono quindi sereno. Mi preme sottolineare che non mi viene contestato di aver fatto viaggi in prima classe, ho fatto 36 missioni estere e non ho mai dormito in alberghi a 5 stelle. La sobrietà che ho dimostrato in questi cinque anni la confermeremo oggi davanti ai magistrati".
Febbo ha detto ai giornalisti che ha intenzione di ricandidarsi e ha aggiunto che Chiodi può ancora essere il candidato del centrodestra alle prossime elezioni regionali. L'assessore ha aggiunto di non ricordare se era presente in giunta il giorno della nomina a consigliera di parità di Letizia Marinelli. "Io - ha evidenziato - ho sempre viaggiato con mia moglie e me ne vanto".
Anche l'assessore Paolo Gatti - interrogato per una mezz'ora - ha risposto a tutte le contestazioni dei pm e si è impegnato a fornire ulteriore documentazione a supporto delle istituzionalità dei viaggi effettuati. "C'era poco da chiarire, mi contestano i pasti. Ero in missione e ho mangiato", ha invece sottolineato - non senza sarcarsmo - Gianfranco Giuliante.
Poco meno di quindici minuti davanti ai giudici per Luigi De Fanis che ha utilizzato un ingresso secondario per evitare i giornalisti. L'ex assessore si è difeso sostenendo di aver pagato con i suoi soldi i pasti dei commensali che hanno pranzato con lui. In altri casi, invece, i commensali hanno provveduto di tasca loro. Il difensore di De Fanis, l'avvocato Massimo Cirulli, al termine dell'interrogatorio ha mostrato ai giornalisti la legge regionale n. 40 del 10 agosto 2010 in cui non si stabilisce un tetto di spesa né per i pasti, né per i ristoranti. Per quanto riguarda invece gli alberghi, la legge segue la classificazione per stelle. Nell'articolo 13 - inoltre - è prevista per "il consigliere che, debitamente autorizzato, si reca in missione fuori dal territorio della Regione per l'espletamento delle proprie funzioni, per ogni giornata di trasferta o di frazione non inferiore alle 8 ore, una indennità uguale a quella stabilita per la qualifica di presidente di sezione della Corte di Cassazione".
"Ho chiarito tutto quello che volevano sapere. Ho trovato un clima di disponibilità e molta serenità. Sono soddisfatto". Così il consigliere regionale Nicola Argirò.