Tocca anche l'Abruzzo e in particolare la provincia dell'Aquila la maxi operazione di polizia coordinata dalla Procura antimafia di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, contro la 'ndrangheta.
Gli agenti del Servizio centrale operativo (Sco) e della questura di Catanzaro hanno eseguito 31 arresti a Vibo Valentia e altri che secondo una nota della questura, sono scattati nelle province di Reggio Calabria, Palermo, Roma, Bologna, Prato, Livorno, Alessandria, Brescia, Nuoro, Milano, Udine e L'Aquila.
Le accuse vanno dall'associazione per delinquere di tipo mafioso, al concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento e rapina, aggravati dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi, lesioni pluriaggravate, intestazione fittizia di beni, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
Colpita la cosca dei Piscopisani - così chiamata perché ha la sua base operativa nella frazione "Piscopio" di Vibo Valentia - della quale nel corso di un processo un super testimone (tra l'altro detenuto proprio nel carcere dell'Aquila) aveva parlato dell'alleanza con un'altra famiglia calabrese e degli interessi nei subappalti della ricostruzione post terremoto.
La cosca voleva rimpiazzare quella dei Mancuso, storicamente dominante sul territorio, nel controllo delle attività illecite in una vasta area comprendente Vibo Valentia ed alcune frazioni. Il tentativo dei "piscopisani" di spodestare i Mancuso fu la causa di uno scontro tra i due gruppi che provocò anche alcuni omicidi.
I destinatari dell’ordinanza in carcere sono: Michele Fiorillo, 33 anni, alias "Zarrillo" (già condannato a 8 anni per l'operazione "Crimine" della Dda di Reggio Calabria), di Piscopio; Benito La Bella, 31 anni, di Piscopio; Nicola Barba, detto "Cola", 67 anni, di Vibo Valentia, residente a Bivona; Giuseppe Salvatore Galati, 55 anni, detto "Pino" (già condannato in "Crimine"), di Piscopio; Salvatore Vita, 44 anni, di Vibo Marina (già condannato per l'operazione Lybra"); Nazzareno Galati, 30 anni, di Piscopio; Rosario Battaglia, 35 anni, uno dei vertici del locale di Piscopio; Nazzareno Colace, 55 anni, di Portosalvo; Angelo David, 36 anni, di Piscopio; Ippolito Fortuna, 59 anni, di Vibo Marina (già coinvolto nell'operazione antidroga "Stammer 2"); Francesco Tassone, 42 anni, imprenditore agricolo residente a Vibo; Giovanni Battaglia, 36 anni, di Piscopio; Francesco D'Ascoli, 48 anni, di Vibo Marina; Stefano Farfaglia, 36 anni, di San Gregorio d'Ippona; Francesco Felice, 26 anni, di Piscopio; Nazzareno Fiorillo, 54 anni, detto "U Tartaru", di Piscopio; Rosario Fiorillo, 30 anni, detto "Pulcino", di Piscopio; Francesco Fortuna, 25 anni, di Vibo Marina; Maria Concetta Fortuna, 61 anni, di Piscopio; Sacha Fortuna, 40 anni, di Vibo, residente nel Bolognese (fratello di Davide Fortuna, ucciso nel 2012 sulla spiaggia di Vibo Marina); Nazzareno Fortuna, 30 anni, di Piscopio; Giovanni Giardina, 41 anni; Francesco La Bella, 46 anni, di Piscopio; Mario Loiacono, 38 anni, di Vibo Marina; Cosmo Michele Mancuso, 70 anni, di Limbadi; Pantaleone Mancuso, 58 anni, detto "Scarpuni", di Limbadi, residente a Nicotera Marina; Nazzareno Pannace, 30 anni, di Vibo ma domiciliato a Bologna; Francesco Popillo, 34 anni, di Vibo ma residente a Bologna; Francesco Romano, 33 anni, di Briatico; Gaetano Rubino, 39 anni, di Ficarazzi (Pa); Pierluigi Sorrentino, 29 anni, di Vibo Marina; Michele Staropoli, 53 anni, di Piscopio.
Agli indagati, come detto, sono, a vario titolo, contestati i reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione m afiosa, estorsione, danneggiamento, rapina, aggravati dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi, lesioni pluriaggravate, intestazione fittizia di beni, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, favoreggiamento e inosservanza della sorveglianza speciale.
Nel corso delle perquisizioni, inoltre, sono stati arrestati in flagranza di reato Angelo David, per il possesso di mezzo chilo di marijuana, e Sacha Fortuna per il possesso di una carta d’identità valida per l’espatrio falsa.
L´operazione ha visto l´impiego di oltre 200 poliziotti a Vibo Valentia e altri nelle province di Reggio Calabria, Palermo, Roma, Bologna, L´Aquila, Prato, Livorno, Alessandria, Brescia, Nuoro, Milano, Udine. L´indagine ha permesso di ricostruire l´organigramma e le attività delittuose commesse dai componenti del “locale di `ndrangheta” di Piscopio.
Il clan dei "Piscopisani" avrebbe posto in essere, a iniziare dal 2010, azioni tese a contrastare il predominio criminale del clan Mancuso con proiezioni sul territorio nazionale. Le attività investigative hanno permesso di scoprire una base operativa a Bologna (dove sono state già sequestrate delle armi) e collegamenti con Palermo, dove i Piscopisani "piazzavano" cocaina (già sequestrata durante le indagini).