Sabato, 17 Dicembre 2016 12:35

'Ndrangheta e ricostruzione, la prima sentenza di condanna. Assolto Biasini

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E' arrivata la prima condanna su un caso di concorso esterno in associazione mafiosa nella ricostruzione dell'Aquila: ieri, dopo una lunga battaglia giudiziaria, il presidente del Collegio giudicante, Carlo Riviezzo, affiancato da Guendalina Buccella e Marfisa Luciani, ha disposto la condanna a otto anni e mezzo di carcere per Francesco Ielo, con la confisca di una importante somma in dollari; assolti, invece, Antonino Vincenzo Valenti e l'imprenditore aquilano Stefano Biasini, seppure con formula dubitativa. Per Biasini, il Pm aveva chiesto la condanna a sei anni e otto mesi.

Una sentenza clamorosa, e inattesa, che tuttavia non demolisce l'impianto accusatorio del pm Fabio Picuti: in effetti, per tramite di Francesco Ielo, il clan 'ndranghetista Caridi-Zindato-Borghetto ha provato a mettere le mani su alcuni appalti milionari di ricostruzione privata; per farlo, avrebbe utilizzato Stefano Biasini, "il cavallo di Troia" l'aveva definito la Procura. L'imprenditore aquilano aveva ottenuto appalti di ricostruzione importanti, utilizzando poi per le lavorazioni degli operai inviati dalla Calabria e, così, favorendo di fatto il clan di 'ndrangheta a penetrare sul territorio.

Nella requisitoria, Picuti ha insistito molto sulle intercettazioni registrate dalla Polizia - che ha svolto le indagini insieme alla Guardia di Finanza - mettendo in evidenza come i contatti che Biasini intratteneva con i calabresi invischiati con la malavita fossero frequenti e piuttosto confidenziali. Gli avvocati Attilio Cecchini e Vincenzo Salvi, tuttavia, hanno dimostrato innanzi ai giudici che l'imprenditore non era a conoscenza di chi fossero i suoi interlocutori, dei loro rapporti con la 'ndrangheta, tanto che, in un'intercettazione, si era persino indignato per "essere stato definito un gancio delle cosche". Inoltre, a loro avviso - e il collegio giudicante ha accolto la tesi - per poter dimostrare il concorso esterno era necessario che Biasini avesse avuto contatti con almeno un soggetto della cosca che fosse stato condannato con sentenza passata in giudicato. Ipotesi che non si è verificata.

Per questo, l'imprenditore è stato assolto. Resta la condanna a Francesco Ielo che testimonia, stavolta con sentenza del Tribunale dell'Aquila, gli appettiti della 'ndrangheta calabrese sulla ricostruzione aquilana.

Ultima modifica il Sabato, 17 Dicembre 2016 19:17

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