Continuano le polemiche interne all'Ordine degli Architetti sulle votazioni in corso per eleggere il nuovo consiglio provinciale e il nuovo presidente per il quadriennio 2014-2018. Gianlorenzo Conti - presidente uscente in carica da più di 20 anni, nuovamente candidato e in odore di rielezione - non ha gradito molto alcune critiche mossegli, nei giorni scorsi, da un gruppo di iscritti, che gli avevano rimproverato di aver convocato con un preavviso troppo breve le nuove consultazioni.
Una querelle che NewsTown aveva raccontato in un articolo pubblicato la scorsa settimana.
Le critiche nei confronti di Conti, per la verità, si erano appuntate anche su altri particolari: l'eccessiva lunghezza del suo mandato (che, come detto, dura ininterrottamente da più di vent'anni) unita a un'interpretazione troppo "personalistica" della carica ricoperta; la scarsa condivisione delle scelte e il mancato coinvolgimento degli iscritti in alcune decisioni prese in una fase delicata come quella della ricostruzione.
In opposizione alla (ri)candidatura di Conti è nata una lista, "Riordinare il (dis)Ordine", espressione soprattutto della Marsica e della Valle Peligna. Un altro appunto mosso nei confronti del presidente uscente, infatti, è quello di aver favorito una gestione troppo "aquilanocentrica", di aver dato più importanza all'Aquila a scapito del resto della provincia.
La risposta di Conti è giunta quest'oggi sulle pagine del Centro. "Sono appena rientrato da un viaggio all'estero" scrive Conti "e ho riscontrato una fibrillazione da parte di alcuni colleghi che hanno attaccato la mia persona in relazione al rinnovo del consiglio del'Ordine. Ho svolto per anni il ruolo di presidente e già nel corso delle precedenti votazioni, ho chiesto ai colleghi di affiancarmi per poter cedere il testimone a qualcuno che si dedicasse con disponibilità e dedizione all'Ordine, come io credo di aver fatto".
"Nell'assemblea del 24 gennaio scorso ho ribadito ho ribadito il concetto, rimettendomi in discussoione, ma l'unica risposta ricevuta è stata la presentazione di una lista composta solo da colleghi di Avezano e Sulmona. In quattro anni non si è mai visto nessuno e solo qualche giorno prima delle votazioni è iniziato un movimento basato solo su polemiche e illazioni".
"Il compito dell'Ordine è solo quello di tutelare gli interessi della collettività; non è certo un ufficio di collocamento dove vengono distribuiti gli incarichi professionali. Gli attacchi alla mia persona mi amareggiano, non tanto per me, ma per i compagni di cordata, per i quali il rispetto deve essere garantito. Personalmente sono candidato a consigliere, con il solo obiettivo di poter avere l'opportunità di candidatura al consiglio nazionale degli Architetti, nel 2015, il coronamento di una vita dedicata al consiglio provinciale".
Parole alle quali gli architetti della lista "Riordinare il (dis)Ordine" hanno a loro volta replicato con una lettera: "In questi giorni di intesa attività svolta per il rinnovo del Consiglio del nostro Ordine Provinciale" scrivono i firmatari della nota "nell'intento di imprimere una svolta importante all'interno dell'Istituzione, abbiamo avuto modo di apprezzare il contributo delle tante persone incontrate o contattate. Ognuna ha espresso un proprio pensiero e molte hanno evidenziato l'esigenza di un cambiamento radicale, soprattutto nei rapporti tra Consiglieri ed iscritti".
"Non è il caso di elencare le posizioni di ciascuno ma, ciò che è emerso è essenzialmente un generale senso di distacco nei confronti dell'Ordine. A tali posizioni, spesso manifestate con espressioni di protesta, è stata data visibilità e sono state divulgate perché, in un momento istituzionale così importante, ciascuno potesse sentirsi stimolato a manifestare il proprio modello di cambiamento".
"Ciò è avvenuto a conclusione degli incontri tenutisi ad Avezzano, Sulmona e L'Aquila, in occasione dei quali sono state raccolte alcune proposte, riassunte nel Programma "Riordinare il disOrdine" che, innanzi tutto, prevede una maggiore partecipazione di tutti gli iscritti, libera da vincoli di sottomissione e motivata dal maggiore coinvolgimento di ciascuno nelle attività istituzionali".
"Prendiamo atto, con amarezza, che la maggiore distanza dall'Ordine è sentita proprio dai Professionisti aquilani che, demotivati, non hanno ritenuto di esprimere candidature alternative, vedendo il Consiglio dell'Ordine ormai chiuso in se stesso. Da ciò deriva la polemica in merito alla "Lista dei nominati" che, evidentemente, non si sentono di verificare neanche la propria rappresentatività in seno agli elettori".
"Nel confronto che si è sviluppato in questi giorni tra i candidati, c'è stato un sincero scambio di vedute, schietto e in alcuni momenti anche vivace ma, sempre rimasto nei limiti del civile e rispettoso di ciascuno. L'aver sostenuto la necessità di un ricambio, anche al vertice, non rappresenta in sé un attacco personale ma, solo l'espressione di un libero pensiero in un momento di confronto democratico ed una legittima richiesta da parte di chi non si sente adeguatamente rappresentato". "Chi si è sentito criticato e messo in discussione, probabilmente ha solo bisogno di fare autocritica e dimostrare maggiore pluralismo apertura al confronto. Contestare apertamente la partecipazione di una lista opposta, specie nei giorni del voto, è scorretto e palesemente antidemocratico".
"La partecipazione alle elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine con liste alternative, rappresenta la più schietta forma di confronto democratico e, a nostro avviso, sarebbe opportuno che così avvenisse ogni volta ma, ciò richiede una maggiore volontà di coinvolgimento degli iscritti che, a giudicare dai tempi concessi per questa tornata elettorale, risulta decisamente discutibile e da alcuni apertamente contestata".
"Alla luce di quanto sopra e per molte altre ragioni a tutti note, siamo fermamente convinti che un radicale rinnovamento del Consiglio sia indispensabile e la nostra convinzione trova conforto in quanto avvenuto all'interno dell'Ordine provinciale degli Ingegneri, capaci di rinnovarsi dopo otto anni".
"Il voto non è solo un diritto ma, diventa un dovere per chi desidera fortemente il cambiamento. La migliore forma di democrazia è la partecipazione".
I firmatari: Arch. Massimo Germani, Arch. Edoardo Compagnone, Arch. Antonio Del Boccio, Arch. Danilo Alessandro Gualtieri, Arch. Antonio Zavarella.