20 milioni per il 2019, 50 milioni per il 2020 e circa 50 milioni per il 2021: una spesa complessiva di 120 milioni, spalmati su tre annualità, cui vanno aggiunti 4.5 milioni per la struttura di supporto al commissario straordinario.
E' lo stanziamento messo in campo dal governo per risolvere la questione 'Gran Sasso', con la definitiva messa in sicurezza dell'acquifero con cui interferiscono le attività dei Laboratori nazionali e l'autostrada A24.
L'emendamento al decreto 'Sblocca cantieri', presentato dal relatore Agostino Santillo (M5S), è al vaglio della presidenza e della commissione Bilancio.
Oltre alle risorse finanziarie, è prevista - come detto - la nomina di un commissario, il cui incarico ha una durata di 3 anni rinnovabili, che "può assumere direttamente le funzioni di stazione appaltante e opera in deroga alle disposizioni di legge in materia di contratti pubblici, fatto salvo il rispetto dei vincoli Ue". Non solo. Con decreto del Ministro dell'Interno, sono "individuate speciali misure amministrative di semplificazione per il rilascio della documentazione antimafia, anche in deroga alle relative norme". Il commissario potrà avvalersi di una struttura di supporto alle sue dirette dipendenze, per la quale è autorizzata la spesa di 1.5 milioni per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021.
Verrà costituita anche una cabina di coordinamento, presieduta dal Presidente della Regione Abruzzo, con compiti di indirizzo, di coordinamento tra i diversi livelli di governo coinvolti, nonché di verifica sullo stato di avanzamento degli interventi.
"Vanno ancora stabilite le coperture, le stanno istruendo al Mef, ma non possiamo permetterci di rischiare la chiusura del traforo", ha sottolineato il ministro Danilo Toninelli che, sul tavolo, ha pure il dossier sul nuovo Piano economico finanziario da approvare: non si dovesse addivenire ad un accordo, dal 1° luglio i pedaggi verrebbero aumentati di circa il 19%.
Non pienamente soddisfatto il governatore Marco Marsilio che chiede modifiche per la nomina del Commissario. "Abbiamo chiesto al Governo e al Parlamento di approvare tre modifiche che hanno l'obiettivo di rendere più forte la Struttura di Missione a disposizione del Commissario stesso", spiega Marsilio. "Con le norme descritte nel testo del Governo, infatti, sarà difficile reclutare esclusivamente tra le pubbliche amministrazioni il personale con adeguate competenze e sarà impossibile avvalersi di tecnici qualificati esterni alle pubbliche amministrazioni. Le modifiche richieste ricalcano di pari passo le misure che lo stesso Governo ha previsto un anno fa per la ricostruzione del Ponte di Genova. Sarebbe curioso che per una attività sicuramente meno complessa di quella della messa in sicurezza dell'acquifero del Gran Sasso vi siano incentivi e modalità di reclutamento più elevati".
Durissimo il commento della Mobilitazione per l'acqua del Gran Sasso. "Il Governo vuole cavarsela con l'italianissimo 'colpo di spugna'. Tanta è, a parole, la preoccupazione dell'esecutivo e della Regione Abruzzo per i problemi della salute dei cittadini e della qualità dell'acqua potabile che nella Cabina di Coordinamento prevista dall'emendamento governativo sono esclusi proprio gli enti che si occupano di acqua potabile e, cioé, quelli del comparto sanità, dal Ministero della Salute all'Istituto Superiore di Sanità fino ad arrivare alle ASL", l'affondo. "Guarda caso erano stati questi enti a dire come stavano le cose sollevando la questione della non conformità della presenza di 2.300 tonnellate di sostanze pericolose stoccate irregolarmente nei Laboratori. L'Istituto Superiore di Sanità nel 2013 e la ASL di Teramo plurime volte. Insomma, meglio tenere fuori i rompiscatole".
Nell'emendamento mancano totalmente riferimenti alla trasparenza e alla partecipazione dei cittadini, "cioé coloro che hanno spiegato come stavano le cose e sollevato le tante criticità che gli enti volevano far rimanere sotto al tappeto. Insomma, anche qui, con tutta evidenza, dei rompiscatole. Sui soldi poi, in un paese che spende miliardi per il TAV, non si riesce a trovare l'intera somma necessaria, 172 milioni di euro, ma solo i 2/3 nonostante la spesa sia spalmata su più anni".
Il punto nodale, anche per il futuro, è comunque quello delle deroghe all'Art.94 del Testo Unico dell'Ambiente, "a quelle norme - denuncia la Mobilitazione - poste a tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente. Articolo che prevede, con una norma di mero buon senso, che per le attività con materiali pericolosi, qualora preesistenti, sia previsto, ove possibile, l'allontanamento. In soldoni, mentre i due tunnel e le sale dei laboratori non si possono spostare e si devono mettere in sicurezza, per alcune attività svolte nei laboratori deve essere previsto il divieto di stoccaggio di sostanze pericolose e l'allontanamento di quelle già presenti, visto che dei serbatoi possono essere ovviamente svuotati (o mai riempiti, per il futuro). Cioé si agisce sulla prevenzione, visto che qui siamo in un contesto tra i più pericolosi dal punto di vista sismico e considerato che è una chimera poter pensare ad una impermeabilizzazione stagna in quelle condizioni. Una cosa è avere sostanze innocue se arriva un sisma, altra se ci sono sostanze che possono inquinare l'acquifero di 700.000 cittadini per decenni. A questa regola attualmente vigente che mette al centro la prevenzione, il Governo risponde con un comma volutamente fuorviante e sibillino che introduce l'italianissima deroga lasciando la porta aperta a interpretazioni bizantine con cui si proverà a consentire di trasportare qualsiasi cosa nei laboratori".
Non è solo l'infrastruttura, cioè le sale dei laboratori, a dover essere messa in sicurezza, come prevede l'emendamento, ma deve rimanere il divieto di stoccaggio di sostanze pericolose o radioattive per i singoli esperimenti. "Infine nessun accenno al D.lgs.264/2006 sulla messa in sicurezza delle gallerie dal punto di vista trasportistico, con lavori che bisognava fare entro il 30/04/2019. Interventi che ovviamente 'interagiscono' con la questione acqua e mobilità. In questo caso, problema non pervenuto. Visto i tempi di confronto in Parlamento ci troviamo di fronte al solito blitz. Abbiamo comunque responsabilmente fornito in poche ore alcuni emendamenti che cercano di colmare le gravissime lacune e le criticità interpretative. Vedremo qual è la reale volontà, se quella di lavorare per i cittadini oppure quella di continuare a mettere la polvere sotto al tappeto. Auspichiamo che i parlamentari correggano un'impostazione inaccettabile giunta da parte di apparati che evidentemente vogliono auto-assolversi modificando la forma e non, è il caso di dirlo, la sostanza".
Osservatorio indipendente sull'acqua del Gran Sasso: "Nessuna partecipazione, fondi insufficienti, poca chiarezza su cosa si farà"
"I relatori della maggioranza di governo hanno presentato al Senato un emendamento allo Decreto Sblocca cantieri che prevede la nomina di un commissario straordinario per la sicurezza dl sistema idrico del Gran Sasso. Si è così scelto di ripercorrere la strada del 2003 agendo ancora una volta in un regime di straordinarietà nominando un commissario espressione del Governo d'intesa con la Regione. L'emendamento è stato reso noto solo nella serata di ieri e l'Osservatorio Indipendente sull'Acqua del Gran Sasso, promosso dalle Associazioni WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d'Italia - GADIT, FIAB, CAI e Italia Nostra, ha immediatamente evidenziato ai parlamentari che fino ad oggi si sono resi disponibili a seguire la vicenda le proprie osservazioni anche al fine di presentare eventuali sub-emendamenti".
Il testo proposto - sostengono gli ambientalisti - contiene alcuni elementi problematici:
- "Non sono previsti strumenti di informazione ai cittadini: in questo modo, per l'ennesima volta, come già avvenuto con il commissariamento Balducci, nessuno potrà sapere cosa si sta facendo e perché;
- È esclusa qualsiasi partecipazione alla società civile: né nella struttura commissariale, né nella cabina di coordinamento presieduta dal Presidente della Regione è prevista la partecipazione di rappresentanti delle associazioni che per prime hanno evidenziato i problemi su cui oggi si vuole intervenire;
- La somma stanziata per gli interventi è di 120 milioni di euro in tre anni a fronte di un fabbisogno di 172 milioni stimati dalla Regione nella delibera n. 33/2019 "Gestione del rischio nel sistema idrico del Gran Sasso";
- Nell'emendamento non si fa alcun cenno al lavoro svolto dal Comitato istituito dalla Regione e che ha portato alla richiamata delibera n. 33/2019 che ha definito le attività urgenti ed indifferibili per la messa in sicurezza delle gallerie autostradali e dei laboratori sotterranei. Questo vuol dire che si ripartirà da capo per individuare gli interventi da effettuare?
- Nell'emendamento è prevista la deroga all'art. 94 del Decreto n. 152/2006 che stabilisce le distanze di sicurezza delle strutture potenzialmente inquinanti dai punti di captazione delle acque destinate al consumo umano e non si fa alcun accenno alla necessità di portare via le sostanze pericolose stoccate nei Laboratori".
Quelli evidenziati sono aspetti che non possono essere trascurati. "È stato presentato, con prima firmataria la Sen. Loredana De Petris, un sub-emendamento che recepisce quanto segnalato. L'Osservatorio rivolge un pressante invito a tutti i parlamentari abruzzesi a sostenerlo, dimostrando di volere il bene di questo territorio al di là delle appartenenze politiche".