Venerdì, 21 Giugno 2019 15:43

Educatori in esubero e pochi iscritti: rischio chiusura per il Convitto Nazionale. E sull'edificio fu avanzata proposta di project financing a fini commerciali

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La crisi che investe le istituzioni scolastiche aquilane sembra non avere fine. Non ci sono solo i problemi legati alla mancata ricostruzione del patrimonio dell'edilizia scolastica e alla perdita di iscritti e organico (quest'anno in Abruzzo si perdono quasi 1.800 iscrizioni, 373 nella sola provincia dell’Aquila). Ora L'Aquila rischia di perdere anche un importante polo sociale, educativo e culturale: il Convitto Nazionale.

Se ne parla da tempo: con il mancato raggiungimento delle iscrizioni previste (18 convittori e 7 semiconvittori per il prossimo anno scolastico), il Convitto Nazionale rischia di non essere autorizzato a proseguire l'attività. Una situazione che aveva già richiamato l'attenzione del Miur, che lo scorso marzo inviò due dirigenti tecnici per visionare gli esercizi finanziari. D'altra parte, a fronte di un organico che conta circa trenta unità stipendiate dal Ministero, il Convitto dell'Aquila, con soli venticinque iscritti, potrebbe essere oggetto di una valutazione di sostenibilità economica da parte del Ministero Con il rischio, concreto, della perdita di posti di lavoro, vista la presenza di ben 6 educatori in esubero nella provincia dell’Aquila.

L'allarme è stato lanciato giorni fa dalla Cgil che guarda con preoccupazione alla perdita di posti in organico che un’eventuale chiusura del Convitto Nazionale inevitabilmente significherebbe. "Si tratterebbe -si legge in una nota del sindacato- di un ulteriore impoverimento dell’organico, soprattutto quello del personale ATA ampiamente coinvolto, che avverrebbe in assoluta controtendenza con la piattaforma nazionale della FLC CGIL che chiede l’attribuzione di più organico al fine di recuperare i posti di lavoro persi negli ultimi anni e di valorizzare il lavoro di figure professionali strategiche, investite sempre più da nuove complessità per le quali i parametri non sono più adeguati. Ricordiamo, inoltre, che il personale educativo è già da tempo in esubero provinciale e, se si perdessero anche i posti del Convitto Nazionale, aumenterebbe il numero di figure professionali a cui non si riesce a trovare una opportuna collocazione dal momento che in provincia dell’Aquila, oltre al Convitto Nazionale, l’unica altra istituzione scolastica in cui questa figura professionale agisce è l’istituto omnicomprensivo Panfilis-Di Rocco di Roccaraso che è stato appena sottodimensionato".

La voce della dirigente scolastica del Liceo Classico Serenella Ottaviano, che da circa un anno lotta per scongiurarne la chiusura, per ora non ha sponde all'interno delle istituzioni cittadine. "Un silenzio assordante", lo ha definito Ottaviano, che dopo varie richieste di incontro indirizzate allo staff del primo cittadino, attende di avviare un'interlocuzione con il sindaco Biondi. "Non è un problema solo di convittori -ha aggiunto Ottaviano- che non avranno la possibilità di risiedere il prossimo anno all'Aquila, non è solo un problema di personale che il prossimo anno dovrà fare le valigie e andare via. E' soprattutto un problema istituzionale. Questa città dovrà rendersi conto che sta perdendo un pezzo importante della propria storia e del proprio valore".

Intanto la questione è finita sul tavolo dell'Ufficio Scolastico regionale, dove ieri la dirigente del Classico e presidente del Cda del Convitto ha incontrato la direttrice generale dell'Ufficio Scolastico Regionale Antonella Tozza e il direttore dell'ambito provinciale Massimiliano Nardocci. Tra le soluzioni suggerite dalla Dirigente ci sono la richiesta di autorizzare l’apertura della struttura anche nei giorni di sabato, domenica e nei festivi infrasettimanali, nonché la nomina di "una unità di Personale Educativo in deroga finalizzata all’efficace funzionamento dell’Istituzione Educativa, presidio di inclusione e supporto dialogante attivo con le istituzioni scolastiche, considerata la presenza di educatori in esubero nella provincia dell’Aquila, che non arrecherebbero ulteriori spese a carico dello Stato".

E' stata anche valutata "l’opportunità dell’utilizzo, per il prossimo anno scolastico, di un pulmino di proprietà del Convitto al fine di garantire gli spostamenti necessari ai convittori, onde rendere meno disagevole la residenzialità nella zona periferica ove è situato il MUSP". Da dieci anni, infatti, la struttura è temporaneamente dislocata a Pettino, in attesa della ristrutturazione della sede originaria nel Palazzo dei Quattro Cantoni che ospitava anche la Biblioteca Provinciale (ora della Regione). L’aggregato pubblico più grande del post terremoto.

Le sue abnormi dimensioni, la gravità dei danni subiti, il frazionamento della proprietà (i locali appartengono a tre enti diversi: Provincia, Camera di commercio e Convitto) e i ricorsi al Tar (qui l'approfindimento) hanno reso la progettazione dell’intervento di recupero particolarmente lunga e complessa. L'eventuale chiusura del Convitto, proprietario di una porzione di immobile pari a 8000 mq, richiama l'attenzione anche sul rischio di eventuali speculazioni edilizia in fase di ricostruzione.

Tempo fa, Francesco Bonanni, già dirigente nel settore dell'Urbanistica della Provincia dell'Aquila ora in pensione, avanzò l'ipotesi di ricostruire il Convitto in un luogo più idoneo ad ospitare attività scolastiche e residenziali e, contestualmente, destinare i locali in attesa di ristrutturazione a galleria commerciale. Ipotesi che trovò il favore del Presidente della Provincia Angelo Caruso, ma abbandonata in sede di valutazione di fattibilità dell'intervento dinanzi alla decisa opposizione della Dirigente Ottaviano.

Contattato da newstown, Bonanni ha precisato che in seguito all'affidamento dei lavori di riparazione al Provveditorato Interregionale Lavori Pubblici, quest'ultimo, in quanto stazione appaltante, assunse competenza circa la valutazione sui futuri utilizzi dei locali di proprietà del Convitto. Di fronte all'immobilismo del Provveditorato, "le cui istanze non ebbero esito", Bonanni decise di illustrare la sua proposta.

"Alla luce delle valutazioni tecniche fatte dal settore di edilizia scolastica della Provincia che ritenne quei locali privi dei requisiti igienico-sanitari e organizzativi necessari per ospitare attività scolastiche e residenziali -ha affermato l'ex dirigente provinciale a newstown- proposi di utilizzare quegli spazi in centro storico a fini commerciali, ricreativi e culturali. Insomma, destinare quegli spazi a una pluralità di funzioni che potessero, da un lato mettere a reddito l'edificio contribuendo al rilancio economico del centro, dall'altro garantire alla città un luogo di aggregazione, con la possibilità di destinare l'ultimo piano dell'immobile ad attività culturali come, oltre alla Biblioteca Tommasi, sale per ludoteche, pinacoteche, e sale prova per la Barattelli e la Sinfonica".

Fu anche proposto un project financing per la realizzazione dell'intervento. "Decidemmo, di concerto con il presidente Caruso, di proporre un progetto di partenariato pubblico privato, nell'ambito del quale il pubblico avrebbe partecipato con l'immobile e con una parte di finanziamento del sisma, e il privato avrebbe garantito, oltre ai restanti finanziamenti, la gestione dell'immobile per un periodo di tempo da valutare nei quadri economico-finanziari in sede di gara pubblica. Era stato anche proposto di ampliare l'offerta del progetto di finanza con la realizzazione, in una zona adatta, di un nuovo Convitto, una struttura più moderna in grado di ospitare anche servizi sportivi e ricreativi per gli studenti".

Come detto, l'ipotesi si scontrò con la ferma opposizione della preside Ottaviano e fu definitivamente abbandonata. Intanto, il timore diffuso è che, oltre alla battaglia per scongiurare la chiusura del Convitto, sia necessario tenere alta l'attenzione contro il rischio di speculazioni edilizie.

"Come denunciato pochi giorni fa, continua a passare inosservata la situazione del Convitto Nazionale", la denuncia del Movimento Giovanile della Sinistra. "In mattinata, l'Ufficio scolastico regionale ha trasmesso alla scuola una comunicazione in cui invita il personale a fare domanda di trasferimento. Il Comune dopo varie richieste di incontri da parte della Preside del Cotugno ancora non si siede intorno ad un tavolo con i diretti interessati. Siamo ormai abituati alla totale indifferenza da parte del sindaco e della maggioranza sui reali problemi di questa città. L'Aquila rischia di perdere dopo Duecento anni un'istituzione scolastica così importante. Siamo vicini alla Preside, ai lavoratori e agli studenti. Se sarà necessario saremo pronti a mobilitarci".

La replica di Biondi: "Attenzione massima per intero sistema scolastico"

"L'attenzione del sottoscritto e dell'amministrazione comunale nei confronti dell'intero sistema scolastico è massima".

Lo dichiara in una nota  il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi.

"Conosco perfettamente le problematiche legate al Convitto nazionale. Stupisce come solo oggi il dirigente scolastico, Serenella Ottaviano, sollevi il caso di una istituzione che da anni è ospitata in un musp. Gli stessi che sono stati messi a disposizione dal Comune dell'Aquila per consentire al Liceo Cotugno di svolgere l'attività didattica in maniera dignitosa, eliminando il problema dello spezzettamento delle classi, senza costringere alunni e docenti a doppi turni. Rispetto alla ricostruzione dell'immobile che comprendeva l'ex liceo classico e la biblioteca provinciale, come annunciato dai media, entro l'anno verrà indetta la gara per l'appalto del primo lotto dei lavori dal Provveditorato interregionale alle Opere pubbliche, a cui è affidata la competenza degli interventi".

"Pur non essendo direttamente competente, ma comprendendo la delicatezza della vicenda Convitto, mi sono confrontato ripetutamente con il direttore dell'ufficio scolastico regionale, Antonella Tozza, mettendomi a disposizione e fornendo alcune ipotesi di lavoro. Attendo altre proposte, sono certo ve ne siano, anche dalla dirigente del Cotugno".

Pezzopane: "Interrogo il Ministro, Comune, Regione e Provincia si oppongano".

“Questa mattina sono stata contattata da dipendenti del Convitto invitati a fare domanda di trasferimento. Ma siamo su 'Scherzi a parte?' Si continua a non tener conto delle ragioni della città, della sua storia, del necessario investimento nella educazione e formazione. Possibile che Regione, Provincia e Comune insieme non riescano a fermare questo scempio? Datevi una mossa per favore. Sembra infatti avvicinarsi inesorabilmente il rischio della chiusura del Convitto nazionale, pare già a partire dal prossimo anno scolastico. Se è vero che stamattina l’Ufficio scolastico regionale ha trasmesso alla scuola una comunicazione in cui invita il personale educativo a fare domanda di trasferimento, significa che il Comune e le altre istituzioni locali nulla hanno fatto".

Lo afferma la deputata dem Stefania Pezzopane.

"Eppure la dirigente del Liceo “Domenico Cotugno”, Serenella Ottaviano aveva più volte, inascoltata, sollevato il problema. Sta prevalendo una politica che insegue l’effimero e tralascia duecento anni di storia di questo territorio. Dopo,il terremoto pur di salvare la struttura ci inventammo di tutto, ma sulla ricostruzione dell’immobile si sono accumulati enormi ritardi ed anche per questo l’istituto ha perso iscritti, passando dai circa cinquanta che contava nel 2009 ai 18 di oggi".

"L’operazione di delocalizzazione dieci anni fa salvò il Convitto, ma poi doveva ritornare in una casa solida ed accogliente per essere attrattivo. Bisogna trovare una soluzione ed una eventuale apposita deroga, io sono a disposizione come sempre e con l’interrogazione voglio sensibilizzare il Ministro che ogni tanto si fa vedere da queste parti, per gradevoli passeggiate sempre senza interlocuzione vera e senza mai risolvere i problemi spinosi. Questa indifferenza è devastante. Va fatto un investimento nell’accoglienza dei ragazzi, i convittori sono studenti che arrivano dalla provincia e non solo. Spesso sono sono anche atleti nelle squadre sportive cittadine. Dobbiamo Rafforzare questa vocazione di ospitalità, non abbandonarla".

La nota della Flc Cgil

"La FLC CGIL dell’Aquila apprende oggi con amarezza che l’Usr Abruzzo, analizzata la situazione e verificate possibili soluzioni alternative, visti i numeri delle iscrizioni che sono ben al di sotto del limite previsto non può autorizzare l’organico di diritto del Convitto Nazionale".

A scriverlo è il segretario provinciale della Flc Cgil Miriam Del Biondo.

"La conseguenza che temevamo e che avevamo paventato qualche giorno fa è, intanto, che tutti gli educatori in organico del Convitto Nazionale sono stati dichiarati in esubero e, quindi, invitati a produrre domanda di trasferimento. In realtà, poiché in provincia non risultano posti vacanti di educatore, ma, al contrario, esiste già una graduatoria di posti in esubero, presumibilmente dal Convitto andranno ad ingrassare tale elenco e non troveranno adeguata collocazione professionale. Non ci è ancora chiaro cosa accadrà di tutti gli altri profili di personale ATA che operano soltanto nei convitti (infermiere, cuoco, guardarobiere, collaboratore scolastico). Ci è chiaro che si perderanno. Come ci è chiara la perdita di una istituzione culturale e sociale di grande prestigio per la nostra città".

"D’altra parte di fronte ai numeri non possiamo che tacere".

"Rimane l’amarezza e la difficoltà a capire il silenzio della politica su una questione che, al di là di quelle che sono le competenze di questo o quell’ente locale, rischia di diventare emblematica della morte annunciata di un territorio. Ci è difficile pensare che i numeri del Convitto siano un problema recente, così come ci è difficile pensare che sia impossibile sedersi attorno ad un tavolo e cercare strategie integrate per evitare ulteriori perdite alla città e al territorio. C’è bisogno di una politica che torni a sognarlo questo territorio".

"La FLC CGIL, che da mesi lancia l’appello sulle difficoltà di coniugare i numeri ed i parametri con la realtà di un territorio (usiamo questa parola in misura quasi ridondante perché ci crediamo) deprivato e spesso abbandonato, soprattutto nelle aree interne, esprime solidarietà alla Dirigente Scolastica Serenella Ottaviano che, da quando ha assunto la dirigenza del Convitto Nazionale Cotugno con licei annessi, ha lavorato per risolvere problemi che spesso non sono di natura scolastica. Vedi la mancata ricostruzione dell’edilizia scolastica. E spesso lo ha fatto in solitudine".

"La FLC CGIL se deve tacere di fronte ai numeri, non può permettersi di farlo di fronte all’inerzia della politica locale e si rende disponibile ad individuare insieme a tutti gli agenti interessati soluzioni che non si possono più rimandare".

Ultima modifica il Venerdì, 21 Giugno 2019 21:52

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