Una scossa di terremoto è stata avvertita poco fa a Roma.
Stando all'INGV, si è trattato di un evento di magnitudo 3.7, registrato alle 22:43 con epicentro a 3 km a nord est di Colonna (Rm), nei Colli Albani alle porte di Roma, ad una profondità di 9 km.
Squadre della Protezione civile regionale del Lazio e dei Comuni coinvolti, in collegamento con la sala operativa regionale, hanno effettuato dei monitoraggi nei centri storici delle città dei Castelli romani e non sono stati segnalati crolli o danni a persone.
"Ci sono verifiche in corso, non ci sono feriti, solo tanta paura e tante persone in strada" ha detto all'AGI il sindaco di Colonna Fausto Giuliani. "Abbiamo messo a disposizione il nostro palazzetto dello Sport per tutte quelle persone che non vogliono rientrare in casa perché hanno paura. La situazione è comunque sotto controllo - ha rassicurato il primo cittadino - e relativamente tranquilla".
"Da noi è in corso la sagra del Tordo Matto, quindi erano già tutti in strada", ha raccontato all'Ansa il sindaco di Zagarolo, Lorenzo Piazzai. "C'è stata molta paura. Adesso c'è la protezione civile in piazza. La botta si è sentita forte, ma non ci sono danni alle cose o alle persone".
Sono state moltissime le segnalazioni sui social network. In alcuni quartieri di Roma, in particolare nel quadrante ad est, gli abitanti spaventati sono scesi in strada. La circolazione della metro C è stata temporaneamente interrotta per verifiche: le corse sono ripartite poco dopo, con notevoli ritardi. La scossa, durata circa 40 secondi, è stata avvertita distintamente anche in alcune zone del litorale, tra Ostia e Fiumicino.
La zona dei Colli Albani, laddove si è registrato il terremoto, è a pericolosità sismica medio-alta. "Famosa per i vulcani, questa zona ha una sua attività sismica frequente e storicamente non sono mai avvenuti terremoti con magnitudo elevatissime", ha spiegato il sismologo Carlo Meletti, dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Il sisma più forte storicamente documentato risale al 1806, con una magnitudo stimata in 5.6, con danni abbastanza estesi sulle località più vicine. "Un parametro importante - ha detto ancora Meletti - è la profondità, pari a 9 chilometri: se il terremoto fosse stato ancora più superficiale avrebbero potuto verificarsi danni, per quanto lievi". Il fatto che sia stato un terremoto abbastanza superficiale, inoltre, "giustifica il fatto che sia stato avvertito molto forte a Roma. La città - ha proseguito Meletti - ha una sua risposta sismica locale dovuta alla conformazione del sottosuolo, con vuoti e rocce sedimentarie, ossia non consolidate, che possono dare un effetto di amplificazione, esaltando l'onda sismica".
Nella sala sismica dell'Ingv si sta ancora lavorando per raccogliere e analizzare i dati. Non è stato facile, infatti, localizzare inizialmente questo terremoto: "molti segnali erano discordanti perché il sistema automatico non aveva interpretato le tracce come appartenenti a due terremoti distinti". Di qui la localizzazione iniziale nella zona della Marsica. Al momento non si sono registrate repliche e si sta lavorando inoltre per comprendere la direzione in cui è avvenuta la rottura della faglia. E' chiaro, però, che si è trattato di un terremoto di tipo tettonico, ossia non legato all'attività vulcanica ma al movimento distensivo tipico dei terremoti nell'Italia centrale.