L’assessore regionale Paolo Gatti l’aveva svelato a NewsTown il 2 gennaio. L'incentivo era stato revocato. La Xpress, società chiamata a gestire per i prossimi vent'anni l'Aeroporto dei Parchi di Preturo, non avrebbe visto un centesimo degli 880mila euro inizialmente accordati dalla Regione con il bando 'Lavorare in Abruzzo 3' per l'assunzione di 60 lavoratori a tempo indeterminato. E nella giornata di ieri, è stata siglata la determina che sancisce la revoca definitiva del finanziamento.
"Siamo lieti di dar seguito ad un progetto che consentirà a 60 risorse abruzzesi di entrare nel mondo del lavoro dalla porta principale ed all’interno del gruppo Xpress Srl che è leader nel proprio settore di appartenenza", dichiarava Musarella agli inizi di novembre. "La scommessa che ci prefiggiamo è quella di dimostrare a tutte le forze politiche che la Xpress continuerà il percorso con tutti i suoi collaboratori".
Non è successo. Ennesima promessa mancata. E non è affatto una sorpresa. Già al finire di novembre, Gatti aveva spiegato che con il bando non potevano essere elargiti - in alcun modo - contributi per assunzioni fuori Regione. "Le assunzioni", aveva chiarito, "possono formalizzarsi solo in Abruzzo tranne che nel caso dei cosiddetti cantieri mobili. Non è questa la situazione".
L'incentivo, però, è stato revocato anche per altre irregolarità riscontrare nella domanda presentata dalla Xpress. Non solo, dunque, per la dislocazione di almeno 19 lavoratori in altre città italiane. Tra l'altro con qualifica di operai e mansioni di fattorino/autista, seppur chiamati a svolgere ben altre mansioni - anche delicate - come il trasporto di materiale radioattivo. "Gli uffici regionali preposti hanno riscontrato parecchi problemi tecnici nella documentazione presentata dalla Xpress", aveva confermato l’assessore.
"Abbiamo appurato che un certo numero di lavoratori è già stato licenziato per non aver superato il periodo di prova (sarebbero almeno sei, ndr)", sottolinea. Anche qui, nessuna sorpresa. Nelle settimane passate, NewsTown ha intervistato alcuni dei neoassunti licenziati dopo solo tre settimane di lavoro. Inoltre, altri lavoratori (almeno 5, ndr) hanno già presentato le dimissioni. Perché impossibilitati a trasferirsi in altre città italiane, con uno stipendio da 1000 euro al mese e senza alcun sussidio dalla società di gestione.
Come non bastasse, la polizza fideiussoria presentata dalla Xpress è risultata non idonea. Nel bando è chiarito che i richiedenti avrebbero dovuto presentare "una polizza fideiussoria pari all'importo della somma da erogare a titolo di incentivo, della durata di trenta mesi decorrenti dalla data di assunzione del lavoratore interessato e con proroga automatica di due semestri. La suddetta garanzia può essere prestata esclusivamente dalle banche, dalle imprese di assicurazioni indicate nella Legge nr. 348/82 e dagli intermediari finanziari iscritti all’Albo di cui all’art. 106 del T.U.B. e formalmente abilitati a prestare garanzie nei confronti di Amministrazioni pubbliche, ai sensi dell’Art. 11 del D.M. nr. 29/2009".
A sentire l'assessore Paolo Gatti, il soggetto che aveva presentato la garanzia non rientrava tra quelli espressamente previsti nel bando. Infine, 'Lavorare in Abruzzo 3' stabiliva chiaramente che l'incentivo era destinato all'assunzione di lavoratori che avessero ottenuto la residenza in Abruzzo non oltre il 1° novembre 2012: "Gli accertamenti degli uffici preposti - ha sottolineato Gatti a NewsTown - hanno dimostrato che alcuni degli assunti dalla Xpress (almeno dieci, ndr) erano residenti in Abruzzo da qualche settimana prima la presentazione della domanda di finanziamento". Insomma, alcuni degli assunti dalla società di gestione dell'aeroporto avrebbero fatto richiesta della residenza in Abruzzo così da ottenere il contratto a tempo indeterminato. In altre parole, si può facilmente ipotizzare che la Xpress abbia portato con sé personale già impiegato in altri scali - magari con un contratto di tipo precario - così da permettergli di ottenere il tempo indeterminato con i fondi destinati alla regione Abruzzo prima di tornare a svolgere le loro mansioni in giro per l'Italia.
"Abbiamo determinato la revoca dell'incentivo", aveva concluso Gatti. "La società avrà ora modo di presentare delle controdeduzioni. Altrimenti perderà l'intero finanziamento". Evidentemente, le controdeduzioni presentate dall’amministratore unico della Xpress, Giuseppe Musarella, non hanno convinto gli uffici regionali preposti.
Cosa accadrà ora? Musarella aveva annunciato che – in caso di revoca definitiva – avrebbe presentato ricorso al Tar per impugnare la determina. Un ricorso che – se accolto – potrebbe significare il momento congelamento di tutti i finanziamenti elargiti con il bando ‘Lavorare in Abruzzo 3’. E i giovani che sognavano un posto in aeroporto? Oramai, sono dimezzati. E i fortunati ancora a libro paga, sono stati spediti lontano da Preturo. Chissà con quale prospettiva.