Lunedì, 08 Luglio 2019 17:47

L'Aquila, chiusura Convitto: si conclude con un nulla di fatto la terza commissione

di 

Doveva essere il primo momento di un confronto interistituzionale tra i vari attori della ricostruzione scolastica teso a scongiurare la chiusura del Convitto Nazionale Cotugno e ad accelerare la ricostruzione della sede storica dei Quattro Cantoni, con la chiara destinazione d'uso dell'immobile in centro storico. La terza commissione consiliare politiche sociale culturali e formative riunitasi stamattina si invece è conclusa con un nulla di fatto.

Come sottolineato dal consigliere del Passo Possibile, Paolo Romano, il punto all'ordine del giorno riguardante la richiesta al ministero competente di derogare sul numero minimo delle iscrizioni del Convitto "garantendo il funzionamento nell’arco della settimana e nei periodi di festività scolastiche" per l'anno 2019/20, è stato già approvato all'unanimità dal Consiglio comunale lo scorso lunedì. Motivo per cui, a conclusione dei lavori della commissione, una seconda votazione da parte dei consiglieri, oltretutto a una settimana dalla precedente, è apparsa superflua.

"L'obiettivo della commissione era portare a conoscenza tutti i consiglieri della situazione relativa al Convitto. Inoltre, il punto del giorno approvato lo scorso lunedì in Consiglio comunale è stato presentato da uno studente in seguito ad un'assemblea pubblica svoltasi sulla questione. Era giusto che fossero direttamente i consiglieri a farne richiesta" il chiarimento di Angelo Mancini consigliere di L'Aquila Sicurezza Lavoro che ha richiesto la convocazione della Commissione odierna insieme al capogruppo della Lega in consiglio Francesco De Santis. Quest'ultimo ha tuttavia assicurato come l'istanza di deroga ha trovato la sponda nel parlamentare aquilano Luigi D'Eramo, che, da quanto riferito in commissione, ha già avviato a riguardo un confronto con il Ministro dell'Istruzione, e compagno di partito, Bussetti.

Nessuna proposta concreta è stata formulata in merito alle richieste avanzate dalla dirigente scolastica del Liceo Classico Serenella Ottaviano che, ascoltata in Commissione insieme al dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale Pierangelo Trippitelli e al consigliere provinciale con delega all'edilizia scolastica Vincenzo Calvisi, ha sollecitato l'intervento dell'amministrazione su questioni che, a differenza dell'edilizia scolastica, sono di diretta competenza del Comune. Si attende infatti dallo scorso marzo la designazione da parte del Consiglio comunale del delegato del Comune dell'Aquila al Consiglio di amministrazione del Convitto Cotugno per il triennio 2019/2022.

Non solo. Al fine di rendere meno disagevole la residenzialità nella zona di Pettino, in via Ficara, ove è situato il MUSP in cui è attualmente dislocato il Convitto, la dirigente ha proposto l'istituzione di un autobus diretto che accompagni i convittori alle scuole citadine. Si è inoltre sottolineato la necessità di prevedere sconti, per gli studenti del Convitto, sull'utilizzo delle strutture sportive comunali. "Oggi la funzionalità del Convitto -ha spiegato Ottaviano- è diversa rispetto a decenni fa, essendo più facile per gli studenti viaggiare dalle zone limitrofe. La residenzialità, al momento, risulta quindi legata alle società sportive, al liceo musicale e al Conservatorio. Su questo è necessario avviare un'interlocuzione interistituzionale con i vari attori della ricostruzione scolastica".

La dirigente ha quindi rilanciato l'allarme sul rischio di speculazioni edilizie sulla sede storica dell'ente ai Quattro Cantoni, tornando a sottolineare l'assenza di un confronto con l'amministrazione comunale in merito. "Qualora il Convitto non dovesse ripartire, che fine faranno i beni del Convitto? Probabilmente finiranno all'asta. Pur nella mancanza di competenze in merito, il Comune deve prendere una chiara posizione in merito. Il Convitto è un'istituzione della città e non possiamo permetterci che venga svenduto nel silenzio generale".

Della questione ci siamo già occupati. Sulla porzione di immobile di proprietà del Convitto, come reso noto dall'ex dirigente provinciale Bonanni in un'intervista a newstown [qui l'approfondimento], era stata già avanzata proposta di project financing per la realizzazione di una galleria commerciale. Proposta abbandonata dinanzi alla decisa opposizione di Ottaviano e a cui fece seguito un altro tentativo di cambio di destinazione d'uso da parte della STU, la società di trasformazione urbana, ovvero una forma di partenariato pubblico-privato istituzionalizzato che ha la finalità di progettare e realizzare interventi di trasformazione urbana.

Sebbene, lo ribadiamo, la questione riguardante l'utilizzo dell'immobile di proprietà del Convitto non sia di diretta competenza del Comune, manca al momento un'analisi da parte dell'amministrazione delle future destinazioni d'uso degli immobili di proprietà comunali in attesa di ristrutturazione. Questione centrale rispetto alla definizione di un'idea organica della città, la cui ricostruzione procede, al momento, senza una linea guida come una somma di interventi spesso incoerenti.

"Al momento c'è una partita tra Comune e Provincia rispetto a spazi delle città che si stanno ricostruendo senza pensare al loro futuro utilizzo" le parole di Vincenzo Calvisi. L'assenza di programmazione da parte dell'amministrazione comunale rispetto ai futuri utilizzi di immobili pubblici, è emersa anche nell'ambito della vicenda relativa alla ricostruzione del Liceo Cotugno. "Come noto -ha spiegato Calvisi- la Provincia ha chiesto l'area della Caserma Rossi per realizzare il nuovo liceo nella porzione di immobile di competenza del Comune, circa il 60% dell'intera struttura. A tal riguardo -ha chiarito- sarebbe possibile una permuta: la Provincia cederebbe, a compensazione dell'area della scuola, alcuni immobili su cui non è stata ancora definita destinazione d'uso, come i vecchi uffici del Provveditorato di via Strinella o Palazzo Quinzi. Quest'ultimo è di proprietà della Provincia, ma il Comune non si è mai espresso su un suo possibile utilizzo per il Cotugno. Appare quindi necessario ed urgente avviare un'analisi attenta e puntuale su tutti gli immobili pubblici che potrebbero essere ceduti al Comune che a, a sua volta, dovrà dare precise indicazioni sul loro futuro utilizzo".

Sulla destinazione d'uso della sede storica del Convitto, tuttavia, nemmeno la Provincia si è mai espressa. A tal riguardo Calvisi ha in parte smentito quanto affermato da Bonanni nell'intervista rilasciata a newstown. "Sulla sede del Convitto Comune e Provincia non hanno dirette competenze, tuttavia -ha sottolineato il consigliere provinciale- la politica pubblica ha il dovere di dare un indirizzo. Nel caso specifico, un dirigente, ormai in pensione, non può parlare a titolo di tutto l'ente provinciale -il riferimento a Bonanni- che per eventuali ipotesi di progetto, attende le proposte del Comune su quella porzione di immobile".

Al di là delle competenze di Comune e Provincia, nessuno, nonostante l'allarme lanciato dalla dirigente Ottaviano su possibili speculazioni edilizie, ha espresso parere sul futuro utilizzo della sede storica del Convitto.

Sulla questione riguardante le destinazioni d'uso degli immobili del Comune, l'assessore alle politiche sociali Cristiano Bignotti ha annunciato la convocazione la commissione territorio, competente in materia. Intanto, si spera che la richiesta di derogare, per il prossimo anno, sul numero minimo di iscrizioni venga accolta dal Ministro Bussetti. E' questo il primo passo per scongiurare la chiusura del Convitto nazionale, uno dei più importanti poli sociali, educativi e culturali della città.

Ultima modifica il Lunedì, 08 Luglio 2019 21:58

Articoli correlati (da tag)

Chiudi