Venerdì, 12 Luglio 2019 02:49

Accord Phoenix: dopo il sequestro dei conti, la produzione è ripresa ma le assunzioni si sono fermate. Siglato accordo con Univaq

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Accord Phoenix prova a ripartire dopo le ultime vicende giudiziarie che avevano portato la procura dell’Aquila a disporre il sequestro, dai conti correnti dell’azienda (che si occupa di trattamento dei Raee, i rifiuti elettronici ricavati da elettrodomestici dismessi), di 5 milioni di euro, prima tranche del finanziamento pubblico da 11 milioni (coperto con i fondi del 4%) accordato da Invitalia.

La prima uscita pubblica della proprietà dopo lo stop imposto dalla magistratura è stata una conferenza stampa che si è tenuta ieri all’interno dello stabilimento per presentare un accordo quadro di collaborazione stipulato con l’Università dell’Aquila.

Presenti, all’atto della firma, la rettrice Univaq Paola Inverardi, il rettore eletto Edoardo Alesse, e i vertici dell’azienda: Ravi Shankar, Francesco Baldarelli e Luigi Ademo Pezzoni. Questi ultimi sono indagati, nell’ambito del procedimento avviato dalla procura, per indebita percezione di contributi statali (sono difesi da un pool di avvocati composto dall’ex vicepresidente del Csm Guido Calvi, dallo studio Cagnola Associati di Milano e dal legale aquilano Giulio Agnelli).  

L’accordo permetterà in sostanza a studenti e laureandi di poter svolgere stage e tirocini all’interno dell’azienda e darà a quest’ultima la possibilità di avvalersi del know dell'università per progetti di ricerca.

Assorbito il colpo del sequestro dei conti correnti, la Accord è riuscita a garantire la continuità dell’attività produttiva grazie all’intervento del fondo americano “Orchard”, che detiene la maggioranza delle quote della società.

Il fondo, in sostanza, ha immesso liquidità fresca per consentire all’azienda di pagare i fornitori e gli stipendi di giugno e luglio. Ma si è trattato di un intervento eccezionale, che difficilmente potrà essere replicato.

Per questo i sindacati non nascondono qualche apprensione, anche perché, con lo stop al finanziamento di Invitalia, si è fermato anche il processo di riassunzione dei 120 ex lavoratori del polo elettronico (ai 56 già assunti fin qui se ne sarebbero dovuto aggiungere, in queste settimane, altri 20). Dagli ultimi accadimenti giudiziari, inoltre, i vertici societari non hanno ancora convocato un incontro ufficiale con le parti sociali per illustrare i propri piani, anche industriali, futuri.

Nelle scorse settimane l'azienda aveva parlato anche della possibile vendita di quote societarie. Ma stando a quel che ha dichiarato ieri a margine della conferenza stampa Francesco Baldarelli, direttore dello stabilimento, per il momento qualsiasi trattaiva è stata congelata.

Ultima modifica il Lunedì, 04 Maggio 2020 11:49

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