Continua il botta e risposta a distanza tra i vertici della Asl dell'Aquila e i sindacati in merito alle carenze di organico che affliggono la sanità provinciale.
Martedì, il direttore generale facente funzioni, Simonetta Santini, aveva risposto a Cgil e Uil - che avevano denunciato una scopertura di personale a tempo indeterminato quantificabile in oltre mille unità - che se la Asl era a corto di organico era anche perché "molti specializzandi non rispondono ai bandi e disertano lo scorrimento di graduatorie".
La Cgil, per bocca del segretario provinciale della Camera del lavoro Francesco Marrelli e del segretario provinciale della Funzione pubblica Anthony Pasqualone, ha replicato alla Santini che "non si può affrontare l’analisi del problema partendo dalle conseguenze piuttosto che dalle cause. La realtà" affermano Marrelli e Pasqualone "è che il sistema sanitario pubblico provinciale non è più attrattivo nei confronti delle professionalità necessarie e le cause di questa mancata attrattività vanno ricondotte principalmente alle massacranti condizioni di lavoro imposte dalla stessa azienda sanitaria in ragione della strutturale carenza di personale".
"La stessa Asl, tra l'altro" dice la Cgil "non riconosce le prestazioni eccedenti il lavoro ordinario con la giusta retribuzione. Inoltre lo stesso personale sanitario non vede, in prospettiva, la possibilità di crescita professionale e di competenze all’interno dell’azienda, di contro lo scenario che viene loro prospettato impone elevate e non giustificate assunzioni di responsabilità non adeguatamente tutelate dalla stessa Asl. Le improprie condizioni di lavoro, tra l’altro, sono state più volte certificate dal competente Ispettorato del Lavoro con conseguenti sanzioni e prescrizioni, queste ultime mai recepite, in capo all’azienda sanitaria".
"Torniamo a ribadire" dichiarano Marrelli e Pasqualone "la necessità di maggiori investimenti sul Sistema Sanitario Pubblico in termini di risorse umane, tecnologie ed una effettiva integrazione tra ospedale e territorio. Al fine di garantire le necessarie prestazioni sanitarie ai cittadini delle Aree interne, occorre sbloccare definitivamente il tourover - azione utile anche a migliorare le attuali condizioni di lavoro del personale in servizio - e saturare la dotazione organica".
La Santini, dal canto suo, ha annunciato "l'avvio delle procedure di stabilizzazione di circa 140 operatori del personale del comparto che comprende una serie di figure non mediche tra cui infermieri, ostetriche, logopedisti, fisioterapisti, puericultrici, tecnici di radiologia e altri. Con questa operazione verrà posta fine a una annosa situazione di precariato. Ciò, oltre a soddisfare obiettivi di rilevante interesse strategico dell’azienda, consentirà di dare risposte più incisive, in termini di continuità e qualità delle prestazioni, a coloro che rappresentano la priorità assoluta della nostra azione, vale a dire gli utenti”.
"Ma si tratta di assunzioni già previste dalla programmazione fatta dalla vecchia direzione sanitaria" attacca la Cgil.
Pensiero espresso anche dal segretario provinciale della Uil Fp Antonio Ginnetti: "“Ben venga la stabilizzazione degli operatori del comparto, ma questo intervento non risolve il problema della carenza di personale che si attesta sempre oltre le mille unità. Il processo di stabilizzazione dei precari, inoltre, è stato avviato dall’ex manager Rinaldo Tordera ed è ancora in corso”.
Dinanzi all'annuncio fatto dalla Santini dell'apertura “di un tavolo negoziale, da tenere già a settembre, sulle problematiche prospettate dal sindacato”, la Uil replica: "Accogliamo favorevolmente la disponibilità a un incontro, per questo siamo disponibili già da domattina. Aprire il tavolo a settembre, tuttavia, espone i lavoratori al rischio concreto di non prendere neppure un euro di incentivazioni per quest’anno" aggiunge Ginnetti "Per quanto riguarda invece l’operato degli ultimi mesi dalla direzione generale possiamo affermare che è stato fatto poco o niente, tranne mettere delle pezze a colori in estemporanea”.