Martedì, 30 Luglio 2019 12:00

Tar sospende efficacia variante al Prg, Ferella annuncia il ritiro in autotutela dell'iter. E attacca la Soprintendenza: "Sta facendo politica"

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Colpo di spugna dell’assessore alle politiche urbanistiche Daniele Ferella.

A qualche giorno dalla pubblicazione dell’Ordinanza n. 147/2019 con cui il TAR ha accolto la richiesta proposta dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per L’Aquila e cratere, sospendendo in via cautelare gli effetti della Delibera del Consiglio Comunale n. 21 dell’11 aprile 2019 d’approvazione definitiva della variante alle Norme Tecniche di Attuazione del PRG per le frazioni [qui], l’assessore ha annunciato che la Giunta, riunita ieri, ha approvato la proposta di ritiro in autotutela del provvedimento e, così, della delibera 109 che era stata adottata dall’assise civica nel dicembre 2016 avviando, di fatto, l’iter amministrativo di variante.

Ferella, ribadendo che il Tar non si è espresso nel merito del provvedimento, accogliendo la richiesta di sospensiva in attesa del dovuto approfondimento, ha attaccato frontalmente la Soprintendenza, accusata apertamente di fare politica: “Forse, è la prima volta in Italia che una amministrazione dello Stato ricorre al Tar avverso un’altra amministrazione competente in materia. Atteso che il ricorso è sull’articolo 46 delle Norme Tecniche d’Attuazione, vorrei chiarire - come ho avuto modo di fare all’atto d’approvazione della Delibera n. 21 - che stiamo parlando dello stesso articolo contenuto nel Piano regolatore generale del 1975”.

Alle frazioni – l’affondo di Ferella – “la Soprintendenza, e così le associazioni che hanno diffidato il Comune, non si sono mai interessate, non ci hanno mai messo piede; non possono interessarsene ora, a dieci anni dal terremoto, con i processi di ricostruzione finalmente avviati. Non dico che ci sia la voglia di mettere il bastone tra le ruote all’amministrazione ma, di certo, di rivendicare un ruolo che alla Soprintendenza non è attribuito dalle norme. Ricordo che la Soprintendenza interviene in presenza di vincoli diretti sugli edifici o di vincoli paesaggistici: ebbene, insistono soltanto su una porzione del centro storico di Paganica. Invece, ci si è abituati a sottostare alla Soprintendenza anche in commissione pareri, per pratiche di ricostruzione su cui non hanno alcun titolo”.

Per la tutela del tessuto urbano delle frazioni, “con la delibera del 2016 si faceva riferimento al 1930: sfido chiunque a riconoscere ciò che è rimasto in piedi di quell’epoca. Forse la struttura urbana, di certo non la conformazione degli edifici. Si pensi alle superfetazioni, alle tettoie, ai condoni approvati negli anni: se vogliamo raccontarci la favola della presunta ‘storicità’, si tratta di prese di posizione bigotte”.

Ferella ha inteso ribadire che le variazioni introdotte alle norme tecniche d’attuazione del Prg non avrebbero introdotto stravolgimenti al tessuto urbano – “il Prg vigente e le norme nazionali impongono vincoli precisi su altezze e distanze” – e ha sfidato la Soprintendenza: “ponesse vincoli sugli edifici, se intende farlo: sia chiaro, però, che dovrà riconoscere anche una maggiorazione dei contributi di ricostruzione”.

“Si è fatto terrorismo psicologico”, ha aggiunto l’assessore; “si è parlato di frazioni snaturate e di premi di cubatura, ma si è detta soltanto una parte della verità: in realtà, l’unica possibilità che si intendeva concedere era di poter cambiare materiali costruttivi, per ragioni di sicurezza, e di modificare, di fatto, l’interno delle abitazioni. Ad oggi, vorrei ricordare che nel centro storico dell’Aquila viene pagato, anche ad edifici incongrui, un valore economico su base paesaggistica sebbene non insista alcun vincolo. Così, il valore medio di ricostruzione degli edifici supera i 2 mila euro a metro quadro. Al contrario, nelle frazioni il valore economico non viene riconosciuto, e si arriva ad un contributo medio di 1.100 euro circa. Stante le cose, e l’imposizione di legge d’adeguamento sismico almeno al 60%, il risanamento conservativo, che la Soprintendenza vorrebbe imporre, porta ad un accollo medio per i proprietari di 35, 40 mila euro ad edificio. Non è accettabile. Non capisco il motivo per cui non si possa puntare a maggiori criteri di sicurezza, restituendo un valore economico più alto al costruito e, dunque, al territorio. Non capisco la disparità di trattamento tra centro storico dell’Aquila e delle frazioni, il motivo per cui non si possa ambire ad una ricostruzione intelligente, con tecnologie moderne, mantenendo intatta la struttura urbanistica dei borghi”.

Sta di fatto che il ricorso della Soprintendenza, e la decisione del Tar di sospendere gli effetti della Delibera fino a novembre, “ha avuto l’effetto di bloccare la ricostruzione, la possibilità del rientro delle attività commerciali e artigianali nei centri storici. La Soprintendenza e le associazioni, che auspicano la partecipazione e parlano però per mezzo di diffide, stanno uccidendo le frazioni.

Dunque, per uscire dall’impasse, ieri abbiamo dato il via libera in Giunta la proposta di delibera relativa al ritiro in autotutela di tutto l’iter di variante delle norme tecniche d’attuazione: ora, porteremo il provvedimento in Consiglio per l’approvazione definitiva, mi auguro prima della Perdonanza. Così, si tornerà all’articolo 46 del Prg del 1975”.

D’altra parte, Ferella si è detto pronto a riproporre in Consiglio, “il prima possibile”, la parte relativa ai cambi di destinazione d’uso, a commerciale e artigianale. Da domani, comincia un’altra partita”, ha dunque concluso l’assessore. “Per la stesura del nuovo Prg, la Soprintendenza sarà interlocutore privilegiato. Come amministrazione, la volontà è di aprire il ragionamento a tutti, figuriamoci se non intendiamo farlo agli attori istituzionali del territorio. C’è massima disponibilità, in questo senso, ma non accetteremo più ingerenze da Istituzioni che non ne abbiano pieno titolo”.

Ultima modifica il Mercoledì, 31 Luglio 2019 13:26

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