La giunta comunale ha intenzione di intraprendere l'iter per la rimozione definitiva dei binari della mai nata metro di superficie.
A renderlo noto sono gli assessori Vittorio Fabrizi (Opere pubbliche) e Carla Mannetti (Trasporti), che affermano di voler chiudere la partita prima della fine della consiliatura.
“E’ volontà di questa amministrazione risolvere definitivamente il problema” dichiara Fabrizi “Naturalmente non ci sono solo le rotaie ma anche i pali, i cavi aerei e le fermate con le panchine. Prima di muoverci, però, vogliamo capire a che punto è la vicenda legale, non ancora conclusa”.
In effetti, il contenzioso tra la Cgrt, la ditta esecutrice dei lavori, e il Comune dell’Aquila, è ancora in corso.
Al momento, i ricorsi pendenti sono due, uno in Consiglio di Stato e l’altro in Corte d’Appello (i giudici devono ancora stabilire se si tratta di una causa civile o amministrativa). Malgrado siano stati depositati da più di quattro anni, non sono ancora stati discussi.
Nel 2015, dopo la sentenza con cui il Tar dell’Aquila respinse il ricorso presentato dalla Cgrt contro l’atto con cui il Comune annullò, nel gennaio 2009, la concessione per la realizzazione dell'opera, la ditta depositò un appello al Consiglio di Stato, anche perché, nel frattempo, la giunta Cialente aveva chiuso tutte le porte a ogni possibile transazione.
Tuttavia, secondo l’Avvocatura, l'inerzia del Comune non è imputabile a questioni giuridiche (dal momento che la convenzione tra l’ente e la Cgrt non esiste più da tempo) ma solo ai costi elevati legati alla rimozione dei binari.
Opinione condivisa anche dall’assessore Carla Mannetti, che ha già fissato, per la seconda metà di agosto, un tavolo tecnico, dal quale dovrebbe venire fuori un quadro un po' più chiaro.
Non è escluso, comunque, precisa Fabrizi, che il Comune possa decidere di procedere per segmenti, anziché con un intervento unico, iniziando, magari, dai tratti più critici, quelli in cui continuano a verificarsi gli incidenti. Impossibile stabilire, anche approssimativamente, quanti ce ne siano stati finora. Sicuramente siamo nell’ordine delle diverse decine. Quasi un bollettino di guerra. Ad avere la peggio, sono soprattutto motociclisti e ciclisti ma ogni tanto a rimetterci, anche se con conseguenze minori, sono anche gli automobilisti.
Meglio farsi passare, però, ogni tentazione di intentare causa al Comune: finora le richieste di risarcimento sono state sistematicamente respinte.
Il motivo lo si può leggere su una delle lettere inviate dall’assicurazione a un ciclista che si era rotto il femore cadendo dalla bici: “Le rotaie non possono considerarsi insidia e trabocchetto in quanto sono un manufatto visibile ed evitabile. La caduta è ascrivibile a una pluralità di molteplici fattori causali - disattenzione, autonoma condotta, responsabilità di terzi – e sarebbe stata evitabile adottando la dovuta attenzione”.
Tradotto significa che le rotaie di per sé non sono pericolose e non possono essere considerate la causa delle cadute. Queste ultime, secondo il Comune, si devono piuttosto a una cattiva condotta o all'imperizia o alla distrazione degli incidentati.