Non basterà l'addendum di 1,2 milioni di euro sul contratto di servizio in vigore (che passerà così a 7,7 milioni di euro) a salvare l’Ama, l’azienda del trasporto pubblico locale del Comune dell’Aquila
E’ certo, ormai, che l’integrazione dovrà essere accompagnata da una ricapitalizzazione e da un piano di risanamento che, stante la situazione economico-finanziaria pre-fallimentare della società, si annuncia lacrime e sangue.
E’ quanto è emerso da un incontro svoltosi ieri a Palazzo Fibbioni al quale hanno partecipato l’amministratore unico dell'azienda, Gianmarco Berardi, il sindaco Pierluigi Biondi, gli assessori Bergamotto (Partecipate), Mannetti (Mobilità) e Ferella (Urbanistica), i sindacati e i lavoratori.
Rispetto al quadro che NewsTown aveva delineato qualche settimana fa in questo approfondimento, la novità più importante venuta fuori dal tavolo di ieri è proprio la presa di coscienza che si dovrà agire su due fronti.
Uno, appunto, è quello della ricapitalizzazione, visto che il capitale sociale è stato completamente eroso, andando praticamente sotto la soglia minima imposta dalla legge. Ma sul come effettuarla, all’interno della giunta, ci sono punti di vista differenti.
Esclusa qualsiasi forma di soccorso finanziario, vietata per legge, l’unica strada percorribile è quella della ripatrimonializzazione ma le posizioni in campo sono due.
Da un lato c’è la Lega, partito di cui è espressione lo stesso Berardi, che vorrebbe trasferire a Ama il terminal bus di Collemaggio, da poco tornato nella piena disponibilità del Comune dopo il benservito dato dall’amministrazione alla ditta che l’aveva gestito negli ultimi anni, la M&P Parcheggi.
Un’operazione del genere darebbe a Ama la possibilità di entrare in possesso di un bene che le frutterebbe degli introiti annuali (per esempio quelli derivanti dal canone versato da Tua per il carico/scarico passeggeri e dagli incassi del megaparcheggio, sempre che si trovi il modo di farlo funzionare veramente) e di risparmiare i circa 70mila euro annui che oggi paga per l’uso della struttura.
Dall’altro c’è Fratelli d’Italia (il partito dell’assessore Mannetti e dello stesso Biondi) che propenderebbe invece per una cessione di altri beni immobili non strumentali (per esempio, quelli entrati a far parte del patrimonio comunale in seguito alle sostituzioni edilizie).
Parallelamente alla ricapitalizzazione, l’azienda sarà chiamata a effettuare anche una riorganizzazione interna, ossia un piano di risanamento fatto non solo di tagli agli sprechi e alle inefficienze ma anche di revisione della contrattazione di secondo livello, con l’eliminazione di alcune indennità attualmente percepite dal personale.
“Significherà, in altre parole, mettere le mani in tasca ai lavoratori, in barba agli annunci e alle promesse elettorali fatte due anni fa” dicono, preoccupati, i sindacati “Ricordiamo che i dipendenti hanno già dovuto sopportare dei sacrifici, come il taglio ai premi di produzione. I nostri avvertimenti sono stati ignorati, siamo molto preoccupati”.
Nella riunione di ieri, sindaco e assessori hanno annunciato che la prossima settimana sarà portata in giunta, per l’approvazione, la delibera con il trasferimento dell'adendum, anche se il provvedimento dovrà comunque ottenere il via libera del consiglio comunale.
Più o meno negli stessi giorni, sarà inoltre chiamata a riunirsi anche l’assemblea dei capigruppo della maggioranza, per discutere della ricapitalizzazione.