Oggi, in oltre 180 piazze italiane, più di un milione di ragazze e ragazzi del Fridays For Future sono tornati a mobilitarsi per denunciare i sempre più allarmanti ed evidenti cambiamenti climatici in atto sul pianeta.
Tra slogan e striscioni, lo sciopero ha chiuso simbolicamente la settimana globale per il clima iniziata venerdì scorso in tutto il mondo, in occasione del Climate Action Summit, la conferenza indetta dall’Onu lo scorso 23 settembre a New York.
Al Palazzo di Vetro, Greta Thunberg ha ribadito ciò che ripete da un anno: "La scienza da trent'anni è chiara ma voi distogliete lo sguardo, come osate? Ci state deludendo, ma i giovani stanno iniziando a capire il vostro tradimento, gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi, e se sceglierete di fallire non vi perdoneremo mai" le sue parole, guardando negli occhi i 'grandi' della terra. "Il mondo si sta svegliando e il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no".
Un appello che, dallo scorso 15 marzo, giorno del primo sciopero globale che ha visto la mobilitazione di milioni di persone in tutto il mondo, si rincorre di venerdì in venerdì, e che è stato rilanciato anche dalla rete Fridays for future L'Aquila, con un corteo che, stamane, ha mosso i primi passi alle 9 da Colle Sapone in direzione San Bernardino dove si è tenuta un'assemblea pubblica aperta.
“Credo che la risposta dei giovani, in tutto il mondo, sia stata la migliore possibile a ciò che è accaduto negli ultimi giorni, alle critiche ricevute dal movimento Fridays For Future e da Greta Thunberg, in particolare, un fenomeno che è stato mediatizzato per essere depotenziato. La risposta che hanno dato i giovani ci dice che il fenomeno non è affatto depotenziato; anzi, si sta diffondendo globalmente e sta iniziando a fare davvero paura", ha sottolineato Giorgio Bruno di Link.
Che non ha mancato riferimenti anche alla peculiare situazione aquilana: non può esistere città intelligente che non abbia un sistema di trasporto pubblico degno delle esigenze dei cittadini, ha chiarito. "Per individuare la possibilità di redistribuire una partecipazione sociale, un accesso reale al sapere, ad una pur minima democrazia urbana si deve ripartire dal basso; se individuiamo alcune tecnologie, facciamo ricerca, studiamo, va benissimo: queste tecnologie, però, devono essere a vantaggio di tutti. La questione della mobilità oggi, a L’Aquila, è fondamentale: se non individuiamo un pezzo democratico di redistribuzione di diritti intorno alla questione della mobilità, avremo tantissimi ragazzi che la mattina avranno difficoltà ad andare a scuola. Questo sta dentro la battaglia per l’ambiente, in modo decisivo: purtroppo, non abbiamo una prospettiva. E ci fa paura".
Erano centinaia i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato allo sciopero. "C'è la necessità di pensare un mondo diverso a partire dalle scuole e dalle università. Occorre una presa una presa di coscienza da parte delle istituzioni. C'è bisogno di investimenti per l'istruzione e la ricerca per organizzare fin dai banchi di scuola un'inversione di rotta collettiva", hanno ribadito.
"Dobbiamo riscoprire la bellezza del manifestare, l’importanza di dire la nostra, di far valere le nostre idee, ciò in cui crediamo. Ci è stato detto che siamo il futuro: noi non siamo solo il futuro, noi siamo il presente, siamo l’oggi, e oggi possiamo e dobbiamo dire la nostra", le parole di Tommaso Cotellessa, rappresentante degli studenti del Cotugno. "Dobbiamo riscoprire l’importanza di dire la cosa giusta, di andare contro la corrente che vuole imporci tutt’altro. Sta accadendo troppe volte, in questa città, in questo Paese, nel nostro pianeta. Questa è una battaglia giusta, e tutti dovrebbero essere dalla nostra parte. Ci sono stati tanti attacchi a Greta, la rompipalle, gente come Feltri se ne è riempito la bocca: dobbiamo riprenderci il presente per costruire un futuro migliore, non facciamoci più dire che siamo quelli del domani, noi siamo quelli dell’oggi e, da oggi, dobbiamo far valere le nostre idee e contribuire davvero a cambiare il mondo".
A partire dalla pretesa di un intervento concreto e di una maggiore attenzione all'ambiente da parte dei governi e più in generale dal mondo della politica che, anche a livello locale, sta mostrando scarsa attenzione alla questione. "Ieri il consiglio comunale dell'Aquila ha approvato una mozione presentata dal capogruppo Pd, Stefano Palumbo, che prevede la dichiarazione, da parte del Comune, dello stato di emergenza climatica - ha ricordato Lorenzo Ricci di Greenpeace L'Aquila, una delle realtà promotrici della mobilitazione - E' un primo passo, ma chiediamo maggiore attenzione alle problematiche legate ai cambiamenti climatici, vogliamo iniziare a confrontarci con le istituzioni", ha aggiunto.
Il gruppo locale Fridays for Future - L'Aquila, nato per iniziativa delle sedi aquilane di GreenPeace, Udu, SlowFood, AbruzzoCrocevia, ha visto l'adesione via via di tante e tanti singoli, e l'aggregarsi di altre associazioni come Legambiente, Italia Nostra, Uds, Udu, Link.
Tra le novità, la partecipazione del comitato No Snam L'Aquila e il sostegno della Cgil L'Aquila, che in linea con la posizione espressa a livello nazionale, ha aderito alla manifestazione di questa mattina. "La Cgil dell’Aquila ha aderito e partecipato all’iniziativa perché ritiene sia necessario elaborare nuovi modelli di crescita e di sviluppo orientati al rispetto dell’ecosistema, all’utilizzo di energie rinnovabili, all’abbandono del consumo del suolo e di quelle logiche liberiste che negli anni hanno condotto a danni globali forse irreparabili".
Raccogliendo la sfida dei ragazzi e delle ragazze che manifestano ogni venerdì e che richiamano a gravi responsabilità individuali e collettive nella crisi ambientale che investe tutto il pianeta, la Cgil intende dunque "proporre, nelle sedi negoziali e rivendicative che le sono proprie, il suo impegno e le sue capacità e competenze per la ricerca di modelli alternativi ed improntati alla sostenibilità ecologica, economica e umana".
In Abruzzo, alla mobilitazione aquilana si sono aggiunte quelle di Atri, Lanciano, Pescara, Teramo, Vasto e Sulmona, dove lo sciopero globale in difesa dell'ambiente si lega a rivendicazioni più locali: il no al progetto Snam. Anche a Pescara, il movimento continua a farsi sentire con rivendicazioni sul piano comunale e regionale, chiedendo al Comune di "dichiararel'emergenza climatica e di applicare un piano di azione per il clima con scadenze e vincoli precisi, tutelando ed estendendo il verde urbano, realizzando la divisione delle reti fognarie verso il recupero dell'acqua piovana anche in funzione anti-allagamento, rendendo gratuito e sostenibile il servizio di trasporto pubblico integrato con incentivi alla mobilità ciclabile, investendo nelle energie rinnovabili". Dalla Regione Abruzzo il movimento "esige un miglioramento delle reti idriche per evitare gli ingenti sprechi attuali".
"È evidente che il tempo non basta più, bisogna agire subito", ha dichiarato Filomena Ricci, delegato del Wwf Abruzzo che ha sostenuto lo sciopero. "Bisogna ridurre in modo drastico le emissioni. Finora si è agito in modo troppo superficiale e con azioni sporadiche! Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Gli organismi internazionali, i governi nazionali, le aziende, gli enti locali e anche noi cittadini".
"Dobbiamo manifestare, ma dobbiamo anche adottare stili di vita a più basso impatto ambientale. I giovani che scendono in piazza - ha aggiunto - chiedono azioni concrete e come associazione ambientalista che da anni denuncia i pericoli del cambiamento climatico ci uniamo alle loro richieste".