Venerdì, 18 Ottobre 2019 08:29

Rigopiano, il legale dei familiari delle vittime: “Stato vuole evitare risarcimento”

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Il gup del tribunale di Pescara Antonella Di Carlo ha disposto la riunione del procedimento relativo al presunto depistaggio dell'inchiesta sul disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola con il procedimento principale.

Gli atti sono stati trasmessi al presidente del Tribunale per i provvedimenti conseguenti di cui sarà data lettura nell'udienza del 31 ottobre allorquando verrà eventualmente designato il giudice unico.

E' stato il legale del dirigente della Prefettura Ida De Cesaris, imputata per frode processuale, depistaggio e falso ideologico in atto pubblico a chiedere la riunione dei procedimenti. Nell'inchiesta bis sono imputati per frode processuale e depistaggio anche l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, i viceprefetti distaccati Salvatore Angieri e Sergio Mazzia, i dirigenti Giancarlo Verzella, Giulia Pontrandolfo e Daniela Acquaviva

Per l'accusa formulata dal procuratore capo Serpi e dal sostituto Papalia, gli imputati pur sollecitati a fornire elementi utili alle indagini, avrebbero omesso di riportare nelle relazioni le segnalazioni di soccorso giunte in Prefettura il 18 gennaio 2017.

Nel giorno in cui il gup di Pescara ha riunito i due procedimenti penali, a fare rumore è la denuncia dell’avvocato Romolo Reboa, che assiste diversi familiari delle vittime, che ha sottolineato con parole durissime la mancata costituzione di parte civile dello Stato. “Oggi abbiamo avuto la controprova che lo Stato vuole tirarsi fuori dal risarcimento nei confronti delle vittime di Rigopiano" ha detto il legale a margine dell'udienza; "la mancata costituzione di parte civile dello Stato nei confronti degli imputati –è non soltanto una grave mancanza di rispetto, ma anche espressione volontà dello Stato di lasciare sole le vittime". Una circostanza che, a giudizio di Reboa, sarebbe confermata dal fatto che "nove mesi dopo l’approvazione della legge Rigopiano, non è stato dato alcun decreto di attuazione e oggi le parti civili hanno dovuto fare la colletta per acquistare 27 euro di marche da bollo".

Reboa ha puntato il dito contro la lettera ricevuta dal capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, in risposta ad una richiesta di risarcimento danni inviata dall’avvocato alla Presidenza del Consiglio. "Avevamo chiesto il risarcimento per il mancato funzionamento del sistema della prefettura, che è stato accertato in seno a questo processo – ha messo in luce l'avvocato – perché quando vi è un intercettazione nella quale il prefetto e i funzionari concordano che nulla funziona all’interno della prefettura, al di là della responsabilità penale è sicuro che vi è una responsabilità connessa e diretta. La presidenza del Consiglio dei ministri ha invece liquidato la faccenda, tramite il dipartimento di Protezione civile, sostenendo che non sono responsabili perché ha funzionato tutto e questo, secondo noim non corrisponde al vero, perché se avesse funzionato tutto quelle persone non sarebbero state fatte salire a Rigopiano e non sarebbero morte".

Ultima modifica il Venerdì, 18 Ottobre 2019 13:10

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