Venerdì, 25 Ottobre 2019 10:53

Call center Inps, 130 posti a rischio all'Aquila. Sciopero dei lavoratori

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Oltre un centinaio di lavoratori del call center che gestisce la commessa INPS hanno risposto, stamane, allo sciopero indetto dalle segreterie provinciali Cgil, Cisl e Uil di categoria, delle Tlc, della Somministrazione e della Funzione pubblica per l'intero turno di lavoro; i lavoratori si sono ritrovati poco prima delle 9 davanti ai cancelli della Uil e, dunque, hanno tenuto una assemblea aperta alla presenza dei rappresentanti sindacali, del sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, della deputata Stefania Pezzopane e del capogruppo del Pd in Consiglio comunale Stefano Palumbo

Sono 130 i posti a rischio a L'Aquila, è stato ribadito stamane: 16 unità di personale di Transcom, la società che ha gestito la commessa fino ad oggi, e 113 del Consorzio Lavorabile che ha lavorato in subappalto. 

Si tratta di lavoratori che starebbero fuori dalla 'clausola sociale' e che, dunque, rischiano seriamente di perdere il lavoro, non avendo per vari motivi i requisiti richiesti, e cioé almeno il 70% di ore lavorative prestate nei sei mesi intercorsi dal 2 agosto al 2 febbraio; un modo per eludere l'applicazione del disposto normativo, sebbene Comdata, la società che è subetranta a seguito di gara nella gestione della commessa, avesse garantito il pieno rispetto del perimetro occupazionale. 

"Non possiamo permettere che ciò avvenga", hanno ribadito stamane le segreterie provinciali di Fistel Cisl, Slc Cgil e Uicolm Uil; "la clausola sociale che l’azienda entrante intende applicare unilateralmente determinerà licenziamenti, soprattutto nel Consorzio Lavorabile: dobbiamo fermare questo scempio. Chiediamo l’accordo e la corretta applicazione della clausola sociale. Chiediamo che le garanzie promosse verbalmente da Comdata, sui tavoli interlocutori, vengano messe per iscritto a differenza di quanto definito nel prospetto unilaterale di accordo redatto dalla azienda subentrante. E' dovuto un accordo serio, per salvaguardare il perimetro occupazione aquilano sui tavoli che contano, cioè quello di Milano". 

"Chiediamo che l'Inps si faccia garante di un corretto cambio d'appalto", ha sottolineato ai nostri microfoni Piero Francazio (Uicolm Uil); "sapevamo potevano esserci dei problemi: stando ai dati pervenuti ieri, però, a L'Aquila risultano circa 130 persone fuori dalla clausola sociale, a rischio del posto di lavoro. Questo sciopero generale a cui massivamente stanno partecipando i lavoratori è un segnale che intendiamo lanciare ad Inps: si faccia garante affinché nessun lavoratore aquilano resti fuori dal perimetro occupazionale. Sappiamo anche che c'è un emendamento approvato ieri alla Camera che prevede la reinternalizzazione del servizio in una società partecipata al 100% dall'Istituto. Dobbiamo farci trovare pronti, per fare in modo che i lavoratori possano competere per essere assunti nella società che verrà costituita: non sarà semplice, ma nell'eventualità ci fossero bandi di gara i lavoratori, tutti, debbono avere i requisiti per l'assunzione".

Chiediamo all'Insp "dati certi sul perimetro occupazionale" ha aggiunto Marilena Scimia (Slc Cgil): "qui a L'Aquila non possiamo permetterci di perdere neanche un posto di lavoro: iniziamo con lo sciopero di oggi, e andremo avanti fino a quando la situazione non verrà risolta". 

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"Per me, purtroppo, non si tratta di una sorpresa: già in aprile avevo lanciato l'allarme, segnalando il rischio concreto che molti lavoratori impiegati nel servizio di contact center multicanale Inps a L'Aquila, e in tante altre zone del Paese, fossero seriamente penalizzati nella transizione contrattuale seguita alla procedura di gara per l'affidamento della fornitura del servizio. Purtroppo è proprio ciò che sta drammaticamente accadendo", ha chiarito la deputata Stefania Pezzopane. "Migliaia di lavoratori stanno per perdere il posto. Mi aspetto che Inps e ministero del Lavoro facciano finalmente sentire la loro voce, prima che ci pensino i tribunali".

D'altra parte, Comdata ha firmato un contratto che, all'articolo 37, recita chiaramente come vada applicata la clausola sociale sulla base dei contratti nazionali e territoriali. "Chi si è aggiudicato la procedura - ha ribadito Pezzopane - aveva garantito il rispetto della 'clausola sociale', cioè la riassunzione ai medesimi livelli occupazionali e salariali. Questo però non sta accadendo e la clausola è stata elusa. E non solo a L'Aquila, dove sarebbe obbligo morale tutelare i lavoratori, ma anche in molte altre aree del Paese. L'Rti che si è aggiudicato la gara, infatti, non sta rispettando in alcun modo il perimetro delle liste ricevute da Inps e dalle aziende uscenti che, per questo motivo, stanno aprendo le procedure di licenziamento per i lavoratori".

Sta accadendo in città, con i lavoratori di Transcom e del Consorzio Lavorabile che stanno ricevendo le lettere di licenziamento, una spada di Damocle in un momento di trattativa così delicato. "Ci troviamo di fronte, nella sua drammatica evidenza, a un cambio di appalto che sta tremendamente danneggiando i lavoratori. Ma in questo Paese esistono ancora delle regole, soprattutto quando si parla di affidamenti così importanti e di gare pubbliche? Non siamo nel far west e le regole sottoscritte vanno rispettate, soprattutto quando si tratta della vita delle persone".

Per questo, "è necessario lo sforzo delle Istituzioni per reagire: ho chiesto un intervento del Ministro, la convocazione del tavolo con Comdata e Inps che non può permettere questa carneficina". Pezzopane lo dice chiaramente: "Nel contratto, la parte economica dell'offerta prevedeva la riassunzione di tutti e, dunque, Comdata deve riassumere tutti, altrimenti dobbiamo batterci per la rescissione del contratto".

Più cauto il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi che ha ribadito come Comdata abbia rassicurato sulla corretta applicazione della 'clausola sociale' fornendo numeri diversi rispetto ai sindacati: "La priorità è la salvaguardia dei livelli occupazionali del sito aquilano", ha tenuto a ribadire il primo cittadino: "ora, credo che il tavolo si sposterà a livello nazionale. Giungono notizie che martedì potrebbe esserci un incontro al Ministero del Lavoro e, lì, ognuno dovrà tirare fuori le carte, per quelle che sono realmente. Da sindaco, la posizione è che non si deve toccare neanche un posto di lavoro per coloro che hanno diritto all'applicazione della clausola sociale; poi, andrà aperta una trattativa per il personale che è al limite rispetto alle scadenze imposte da Inps, ma parliamo di poche unità". Ad essere più chiari, "dobbiamo capire se stiamo ragionando di 130 esuberi, come affermano i sindacati - le parole di Biondi - o di una sessantina di lavoratori che debbono giustificare un certo numero di ore non dedicate alla commessa nei sei mesi indicati". In questo senso, "è indispensabile capire che intenzioni ha Inps e che posizione intende assumere nei confronti del vincitore della commessa". 

In questo senso, il primo cittadino - con una nota inviata in giornata al ministro per il Lavoro, Nunzia Catalfo - ha chiesto la convocazione urgente di un tavolo in sede ministeriale per affrontare la questione "al fine di individuare un percorso che garantisca gli attuali livelli occupazionali e la corretta applicazione della clausola sociale per il sito aquilano". 

Tra l'altro, resta sul tavolo il problema di una parte dei 411 lavoratori impiegati sulla commessa dal Consorzio Lavorabile con il contratto delle cooperative e non con quello delle telecomunicazioni. 

In sostanza il Consorzio che, come detto, ha operato in subappalto, è costituito da una società e da due cooperative: ai dipendenti della società, così come ai 72 lavoratori Transcom, è stato applicato il ccnl delle telecomunicazioni, a quelli delle cooperative, invece, il ccnl coop; ciò ha determinato importanti differenze contrattuali, economiche e normative tra lavoratori che, di fatto, svolgono le medesime mansioni. Per questo, i sindacati avevano chiesto di sanare la situazione, rispettando i minimi di stipendio disposti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per le imprese che svolgono attività di call center. Comdata, però, è decisa a mantenere i dipendenti delle cooperative in subappalto e con la stessa tipologia di contratto. E ha posto, tra l'altro, una condizione che pare, francamente, ricattatoria: i lavoratori delle cooperative, infatti, dovranno essere soci, conditio sine qua non per essere riassorbiti.

Ultima modifica il Venerdì, 25 Ottobre 2019 22:58

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