Giovedì, 13 Marzo 2014 16:05

Ricostruzione, Gabrielli in visita a Fossa nella sede dell'Usrc

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"Lo diciamo da tempo: se la prospettiva di una prevenzione strutturale è ancora di là da arrivare, dobbiamo iniziare a investire in una prevenzione di protezione civile, che passa essenzialmente attraverso una seria pianificazione. Purtroppo troppi Comuni nel nostro Paese non hanno piani di emergenza e quelli li hanno non sempre li hanno sperimentati attraverso esercitazioni. Sono interventi che tra l'altro comportano spese marginali. Rivolgo pertanto un appello affinché, in attesa di tempi migliori e di risorse più cospicue, si metta mano a una pianificazione di protezione civile".

Difficile non immaginare che uno dei destinatari dell'appello lanciato dal capo della Protezione civile Franco Gabrielli, in visita questa mattina a Fossa nella sede dell'Usrc (l'Ufficio speciale per la ricostruzione dei Comuni del Cratere), sia proprio il Comune dell'Aquila, già bacchettato non molto tempo fa dall'ex prefetto per non essersi dotato, a cinque anni dal terremoto, di un vero piano di protezione civile.

La ricostruzione e la promessa del ministro Franceschini

Rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla promessa pronunciata due settimane fa all'Aquila dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, Gabrielli ha commentato: "La rimozione del relitto della Concordia mi ha insegnato che i cronoprogrammi non sono sempre rispondenti alle aspettative. I cronoprogrammi sono importanti ma poi bisogna fare i conti con tante e complesse variabili. L'importante non è tanto fissare delle deadline ma lavorare. E oggi ho visto che qui si sta lavorando, che c'è grande volontà, che l'organizzazione è strutturata bene. L'importante, insomma, è fare bene e fare. Purtroppo in questi anni abbiamo avuto delle soluzioni di continuità che alla fine vanno a pesare sulla scadenza finale".

Ricostruzione a due velocità

"Oggi" ha continuato Gabrielli "ho visto tre cose che mi sono piaciute: organizzazione, trasparenza e coesione, cose che non sempre avevo visto in questo territorio. Sono queste, a mio parere, le tre parole chiave per avere un futuro e per dimostrare al Paese che investire soldi qui non equivale a disperderli ma significa investirli in un pezzo importante del Paese, che ha una storia e una cultura e soprattutto una popolazione capace".

"Grandi rischi" e "Grandi rischi bis"

Gabrielli ha commentato anche il processo penale ribattezzato "Grandi Rischi bis", che vede indagato, per omicidio colposo plurimo, l'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Processo nel quale, a seguito delle istanze avanzate dalle parti civili, la Procura Generale dell'Aquila ha avocato a sé l'inchiesta, dopo la doppia richiesta di archiviazione da parte dei pm Fabio Picuti e Roberta D'Avolio, e la conseguente presa di posizione motivata delle parti civili dalla constatazione che finora le argomentazioni delle parti lese non hanno trovato ascolto da parte della Procura.

"Di fronte al dolore della gente che ha perduto dei familairi" ha detto Gabrielli "c'è solo l'atteggiamento del rispetto. Non ho mai interpetato la voglia di cercare la verità come un accanimento. Conosco troppo bene alcune di queste persone per dire che non si tratta né di accanimento né di vendetta"

"E' vera" ha concluso Gabrielli "anche un'altra cosa: le responsabilità sono un po' più complesse di quelle che un'inchiesta come quella aquilana è in grado stabilire. Le responsabilità sono diffuse, sistemiche, e attengono principlamemnte a chi negli anni ha governato il territorio. Voglio sottolineare che all'Aquila le persone sono morte perché sono collassate alcune abitazioni costruite non a regola d'arte o indebolite da interventi successivi. Il tema per me è questo: il problema non è quello di avvisare o no, di rassicurare o no, ma è quello di mettere in sicurezza gli edifici di questo Paese. La mia preoccupazione principale è che si perda di vista questa priorità. L'aspetto della sentenza Grandi rischi dalla quale dissento di più è il passaggio nel quale il giudice sostiene che la messa in sicurezza delle abitazioni è un'affermazione "ovvia quanto inutile". Quella sì è un'affermazione dalla quale prendere le distanze. Le responsabilità verranno accertate ma un'affermazione di questo genere la trovo paradossale e dal mio punto di vista è quella che può dare l'insegnamento peggiore. La messa in sicurezza non solo non è ovvia ma è necessaria"

 

Ultima modifica il Giovedì, 13 Marzo 2014 16:29

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