Partiamo dai numeri: Asm, l'azienda che si occupa della raccolta e del trasporto dei rifiuti urbani e dell'igiene ambientale, partecipata al 99,98% dal Comune dell'Aquila, chiuderà il bilancio lievemente in utile, per 31mila euro circa se verranno rispettate le attese.
Stando all'atto di controllo previsto dal regolamento sul contratto analogo, i primi sei mesi del 2019 hanno fatto registrare una contrazione dei ricavi per circa 680mila euro che, tuttavia, si spera di 'sanare' a valle della convenzione sottoscritta con l'Usra e l'Ater per il recupero e il conferimento delle macerie presso la cava ex Teges in località Pontignone.
Non solo.
Si è messa in campo una riduzione dei costi per 80mila euro sulle materie prime, per 290mila euro sul godimento beni di terzi, per 100mila euro sugli ammortamenti, per 90mila euro sull'accantanomanto dei rischi, per 60mila sugli oneri finanziari e per 390mila euro sui servizi, ed in particolare va segnalata la riduzione di circa l'80% delle spese legali. D'altra parte, si registra un aumento di 160mila euro per le spese di personale: parliamo soprattutto degli interinali, assunti nei mesi scorsi dall'azienda senza che fossero istruite procedure di evidenza pubblica.
Se ne è discusso stamane in Commissione bilancio, convocata dal presidente Luigi Di Luzio per fare il punto sullo stato di salute di Asm; ai lavori hanno partecipato l'assessore con delega alle partecipate, Fausta Bergamotto, e l'amministratore unico Lanfranco Massimi, subentrato il 9 agosto scorso a Paolo Federico, decaduto per l'acclarata inconferibilità della nomina.
"Lo stato di salute di Asm non è ottimale ma sicuramente buono: l'azienda ha chiuso il bilancio con un utile piccolissimo ma comunque in utile. Abbiamo approvato il nuovo contratto di servizio, qualche mese fa, che permetterà alla partecipata di poter mettere in campo degli investimenti", le parole di Bergamotto; "inoltre, stiamo lavorando - in prospettiva di una evoluzione dell'azienda all'interno della Autorità di Gestione regionale unica - per rafforzare il core business di Asm".
E' il punto su cui ha insistito l'amministratore unico Massimi. "Stiamo procedendo sul sentiero tracciato dal mio predecessore; dovrà esserci, però, un confronto con gli organi politici per capire dove si vuol portare l'azienda e che obiettivi darle. Margini di sviluppo ce ne sono ma vanno individuate altre attività che Asm potrà svolgere: il valore aggiunto potrà arrivare proprio da lì".
D'altra parte, Massimi ha lasciato intendere che il contratto di servizio, così come approvato in Consiglio comunale nel luglio scorso, non consente di mettere in campo gli investimenti di cui l'azienda avrebbe bisogno, sebbene il corrispettivo di 14 milioni e 466 mila euro l'anno, sostanzialmente identico a quelli degli anni passati e finanziato, in parte, dal gettito Tari (11 milioni e 750 mila euro) e in parte (i restanti 3 milioni) dai trasferimenti straordinari del Governo, sia stato assicurato per un periodo di tempo più lungo, 5 anni prorogabili per ulteriori 3, proprio per dare maggiore all'azienda.
Ora, detto che a quasi 5 mesi dall'approvazione in Consiglio del contratto di servizio il settore ambiente non ha ancora provveduto a sottoscriverlo, è evidente che Asm ha bisogno di una profonda ristrutturazione - a partire dal rinnovo del parco mezzi - per offrire un servizio di maggiore qualità, considerato che, a fronte di un tributo gravante sui cittadini tra i più alti d'Italia, la percentuale di raccolta differenziata si attesta poco sopra il 30% rispetto ad un obiettivo dichiarato del 65%. Una ristrutturazione che dovrà passare, anche, da un contenimento dei costi e da una razionalizzazione delle spese.
In questo senso, Massimi ha voluto mostrare i muscoli: si è scoperto stamane in Commissione che l'azienda ha dato mandato ad alcuni investigatori privati di seguire gli operai al lavoro per capire se svolgano le mansioni assegnate; una decisione che ha messo in imbarazzo i consiglieri di maggioranza, il capogruppo della Lega Francesco De Santis non l'ha nascosto, e che è stata contestata, in particolare, dal consigliere di opposizione Paolo Romano che, oltre le questioni di merito, ha sollevato anche un appunto di merito, se è vero che l'iniziativa non è stata autorizzata dall'amministrazione comunale.